Curiosità - 23 maggio 2024, 09:05

Al Caffè Letterario di Bra si legge Lolita, capolavoro dell’autore russo Vladimir Nabokov

Da leggere perché trasforma il desiderio proibito in un atto d’amore immenso e assoluto

Al Caffè Letterario di Bra si legge Lolita, capolavoro dell’autore russo Vladimir Nabokov

I libri sono una grande compagnia e se parliamo di “Lolita” allora la compagnia diventa anche un po’ piccante! Sensuale e provocatorio, sono gli aggettivi migliori per descrivere il romanzo di Vladimir Nabokov, diventato una pietra miliare della letteratura, al punto che il nome della protagonista è divenuto un vero e proprio neologismo: non si dice forse di una ragazzina molto giovane e altrettanto maliziosamente spregiudicata che è una Lolita?

Si ricordano pure due versioni cinematografiche, entrambe pruriginose: quella di Stanley Kubrick nel 1962 e quella di Adrian Lyne nel 1997. Di cosa si parla? È un viaggio fatto di strade tortuose che portano dritte all’ossessione di Humbert e ha le sembianze della dodicenne Lolita. In lei rivede un amore perduto di gioventù. Il suo volto e il suo corpo, rappresentano un sogno ritrovato, sfiorato, annusato e mai davvero vissuto (e consumato).

A mandarlo in visibilio sono i dettagli, un accenno di coscia, un raggio di sole che illumina la spalla, gli occhi vivaci, il sorriso sfrontato e per un breve attimo, si dimentica che sta squadrando una bambina.

I brividi che gli provocano le ninfette (metà bambine e metà donne cariche di sensualità) non glieli riesce a provocare nessuno. E l’incontro con Lolita lo accende di passione. Una passione, però, distorta di un uomo fatto e finito per una ragazzina, costretta a crescere prima del tempo.

Il romanzo tocca tantissime corde: l’amore, la pedofilia, la mania di controllo, la violenza, i disturbi psichici, la sofferenza… eppure la storia fila liscia senza intoppi come se stessimo leggendo una poesia, accattivante e piacevole.

Seguiamo con il fiato sospeso la permanenza di Humbert in casa con la mamma di Lolita. È tutto nuovo per lui, l’America, un nuovo matrimonio (con la madre di Lolita) e il rapporto con questa dodicenne a tratti ingenua a tratti ben consapevole del potere che esercita sul quarantenne.

Per quanto la storia sia delicata e complessa e tocchi un tema così spinoso, Nabokov grazie alla sua eleganza formale non è mai andato oltre, non ha mai sporcato le sue pagine, tanto che nel libro non c’è mai una vera e propria violenza. Ed è forse anche per questo che alla fine l’odiato professore si trasforma in un uomo da compatire. Le sue giustificazioni devono sembrarci plausibili, così come il forte sentimento per la sua figliastra. Il finale, piuttosto tragico… lo dovrete scoprire voi!

Silvia Gullino

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