lavocedialba.it - 09 maggio 2024, 07:04

Cuneo, Ambrosino: “Il Centro ha cercato di ‘bullizzare’ sindaca e maggioranza per qualche poltrona in più”

Intervista al consigliere Pd (ex Cuneo Solidale): “Quando si apre una crisi ‘seria’, ammesso che questa lo sia, bisogna coglierne le ragioni ed avere il coraggio, se del caso, di tornare alle urne”

Erio Ambrosino

Erio Ambrosino

Erio Ambrosino, storico esponente di Cuneo Solidale, dopo un periodo sabbatico, è tornato in Consiglio comunale nel 2022, eletto questa volta nella lista del Partito Democratico.

Sarà candidato alle regionali in una delle liste civiche che appoggiano la candidata presidente del centrosinistra Gianna Pentenero.

A lui, che ha conosciuto le passate vicissitudini della vita amministrativa cuneese, abbiamo rivolto alcune domande per cercare di capire se e come può essere dipanata la matassa che è andata incrinando i rapporti tra Pd e Centro per Cuneo.

Ambrosino, in uno degli ultimi Consigli comunali, lei ha evocato la crisi del 1997/98 che portò al commissariamento del Comune di Cuneo e successivamente a nuove elezioni. Che differenza c’è tra quella crisi e quella odierna, per quanto latente?

“La crisi di quegli anni fu causata dalla Lega che decise di intraprendere un’altra strada politica rispetto alla precedente. Ci fu una visione diversa sul programma per la città che provocò la spaccatura e indirizzò la Lega su un fronte politico contrapposto al centro-sinistra. Oggi la situazione che si è venuta a creare è ben diversa, sia nella forma che nei contenuti. Come detto durante il mio intervento in Consiglio comunale, la questione è avvenuta per motivi personali. Si è scritta una pagina buia per la nostra Cuneo. Il gruppo “Centro” ha cercato di “bullizzare” sindaca e maggioranza mostrando i muscoli per cercare di ottenere qualche poltrona in più. Così facendo non solo si è reso ridicolo agli occhi della città, ma ha dimostrato mancanza di rispetto e di sensibilità nei confronti dell’istituzione”.

Lei è stato uno degli esponenti storici dei “Solidali” mentre oggi fa parte del gruppo consiliare Pd. Perché questa scelta?

“Sono stato tra i fondatori dei “Solidali” che ho deciso di lasciare al momento delle mie dimissioni da consigliere nel 2014. Da qualche anno seguo con interesse la crescita di “Democrazia Solidale” (Demos). Un gruppo politico nato dall’intuizione di alcuni esponenti della Comunità di Sant’Egidio. Il partito si colloca nel centro-sinistra ed in tale ambito svolge la propria azione politica, con valori di solidarietà e di attenzione all’ambiente. Ho aderito convintamente al progetto politico di Demos perché mi ricorda, a livello nazionale, l’esperienza locale proprio di Cuneo Solidale”.

Perchè allora, alle ultime elezioni comunali del 2022, ha optato per la lista Pd?

“Perché mi sono sentito di aderire, in qualità di indipendente appartenente a Demos, alla proposta del “campo largo” suggerita dalla segretaria Schlein, in un’ottica di cambiamento e di aggregazione di forze laiche e cattoliche, collocate nel centro-sinistra. Una strategia che si sta cercando di replicare nelle elezioni regionali”.

La maggioranza è costituita da quattro gruppi consiliari, tuttavia all’esterno si ha come la percezione che i gruppi siano due soltanto: Centro per Cuneo e PartitoDemocratico. D’accordo che questi sono quelli numericamente maggiori, ma possibile che gli altri non abbiano nulla da eccepire?

“Secondo me non è proprio così. Forse è l’impressione di chi vede dall’esterno. Centro per Cuneo ed il Pd sono le liste che alle ultime elezioni locali si sono imposte in termini numerici. Hanno al loro interno persone di esperienza. Cuneo Solidale e Crescere Insieme pagano, forse, un po’ di inesperienza, ma i loro consiglieri sono persone valide e preparate. Credo, che dopo gli ultimi avvenimenti, anche questi due gruppi avranno avuto modo di confrontarsi al loro interno e ribadire che certi atteggiamenti in questa maggioranza non sono più ammissibili”.

Nel Pd pare non esserci stata sintonia tra la sindaca Patrizia Manassero e la segreteria cittadina, retta da Erica Cosio. O perlomeno il tempismo non è stato sincronizzato perché mentre la prima cercava di spegnere l’incendio, l’altra lo riattizzava versando benzina sul fuoco. Che ne dice?

“Sono certo che le ultime affermazioni della Cosio non fossero rivolte alla sindaca, ma evidenziassero un desiderio di fare chiarezza all’interno della coalizione che guida la città. La segretaria cittadina, peraltro, è espressione del partito che ha vinto le elezioni amministrative e quindi chi, più di lei, è titolata a ricercare chiarezza con gli alleati? La Cosio sa che la Manassero è stata indicata sindaca in primis dal Pd; che ci sono stati degli accordi e quelli devono essere rispettati. Piaccia o no, ciascuno si deve assumere le proprie responsabilità. Certo che il Pd a Cuneo poteva avere maggiore consapevolezza delle sue forze e andare alle trattative con altro piglio, ma tant’è. Il programma condiviso è alla base delle intese, ma un’alleanza si costruisce anche sulla fiducia reciproca, sulla lealtà e sulla coerenza che nel caso specifico sono venute meno”.

Immagino che lei, per la sua storia politica e le sue sensibilità, non abbia mai guardato con particolare entusiasmo all’accordo (che ora vacilla) tra Pd e i centristi civici. Ciò premesso, alla luce delle turbolenze che vanno oltre le nomine della Fondazione, pensa che la “maggioranza programmatica” – come sempre la sindaca la definisce - reggerà?

“Non ho la sfera di cristallo. Le posso solo dire che per carattere non pongo pregiudizi. Mi aspetto, però, dagli altri quello che ogni giorno cerco con fatica di essere e testimoniare: coerenza, onestà, dignità, rispetto. A maggior ragione quando si è in un contesto istituzionale. La politica, per tornare ad avere credibilità, ha la necessità di riscoprire queste ed altre qualità che, per ragioni diverse, sono state accantonate negli anni. Un esempio pratico: come si può governare la città con il centro-sinistra e sostenere il centro-destra in Regione? Le differenze ci sono eccome”.

 

Si spieghi…

“Penso alla sanità pubblica, alle liste di attesa per visite mediche che sono diventate insostenibili. Eppure abbiamo in Provincia esponenti politici “nati e cresciuti” in area di centro-sinistra che si candideranno con il centro-destra. Non diciamo perché. Questo modo di interpretare la politica a proprio uso e consumo non fa altro che allontanare gli elettori. Siamo consapevoli che la politica abbraccia tutta la sfera del nostro vivere quotidiano? Come dice R. Nader “Se non ti occupi tu di politica la politica si occuperà di te”. Sono le persone che “fanno” la politica. Gli elettori hanno la responsabilità di eleggerle”.

Un’ultima questione: crede sia possibile una diversa maggioranza oppure, se la situazione dovesse precipitare, sarà inevitabile il ritorno alle urne?

“Per onestà dico e spero di no. Quando si apre una crisi ‘seria’, ammesso che questa lo sia, bisogna cogliere le ragioni ed avere il coraggio di tornare alle urne, perché ciò che potrebbe nascere non è espressione della scelta dei cittadini. Altrimenti è inutile parlare di serietà e rispetto. Penso a quando rassegnai le dimissioni da consigliere: mi sembrava di non avere più l’entusiasmo che fino a quegli anni mi avevano contraddistinto ed ho preferito lasciare a chi gli stimoli poteva averli. Non si è trattato di una resa, ma ho voluto dare un segnale che per me la politica deve essere anche questo”.


Giampaolo Testa

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