Politica - 04 maggio 2024, 07:11

Fondazione CRC: si apre una stagione non priva di alcune incognite

Le turbolenze politico-amministrative al Comune di Cuneo, scaturite proprio a seguito delle nomine, e il commissariamento o la ventilata amministrazione controllata della “cugina” maggiore CRT pongono una serie di interrogativi che la nuova governance non potrà eludere

Il presidente Mauro Gola

Il presidente Mauro Gola

Adesso che tutto è compiuto (o quasi), per la Fondazione CRC si apre una nuova stagione tutta da capire, una fase che sarà complicata da almeno un paio di circostanze.

Una, strettamente locale, che riguarda le turbolenze politico-amministrative determinatesi in municipio a Cuneo proprio a proposito delle recenti nomine.

L’altra riguarda la crisi apertasi in via XX Settembre a Torino con le dimissioni del presidente Fabrizio Palenzona che potrebbe portare al commissariamento o addirittura all’amministrazione controllata della CRT, come riferisce "Milano Finanza".

Non si può infatti dimenticare che Cuneo fa parte dell’associazione delle Fondazioni piemontesi di cui Palenzona era appunto presidente.

Si dirà che CRC nulla ha a che spartire con le vicende torinesi, ma la considerazione è valida solo fino a un certo punto perché il Mef (Ministero dell’Economia) che ha la funzione di organo di vigilanza sulle fondazioni di origine bancaria, sta drizzando le antenne.

Un mondo, quello delle fondazioni, rispetto al quale i vari governi succedutisi negli anni hanno in passato già posto paletti e i cui forzieri fanno gola ad uno Stato, specie se i conti di quest’ultimo – causa vari fattori, non ultimo la congiuntura internazionale - dovessero entrare in grave sofferenza.

Il capitolo della “superfondazione” è per il momento archiviato, ma altre questioni potrebbero spuntare nel corso del mandato quadriennale che il nuovo Cda si appresta ad affrontare.

Si può ancora aggiungere che questi temi – nei mesi che hanno portato alla nuova governance - sono stati ignorati o comunque passati sotto silenzio, essendo la politica concentrata soprattutto sull’ occupazione dei posti.

In ogni caso – almeno per oggi - possono stappare champagne coloro che si accingono ad averne in mano le redini.      

I compensi sono interessanti e non ci si dica che non hanno giocato un ruolo importante nella corsa ad accaparrarsi le poltrone.

La “paga” degli amministratori è stata ritoccata – ovviamente al rialzo – un anno fa, nell’aprile 2023.

Il compenso annuo riconosciuto al presidente Gola è di 135 mila euro, quello dei due vicepresidenti, Cappello e Merlatti, di 70 mila euro e quello dei membri del Cda, Borgna, Bernardi, Canova e Spinardi, di 55 mila euro.

L’indennità annua riconosciuta ai componenti del consiglio generale è di 6.000 euro. I gettoni di presenza per le riunioni dell’organo sono di 1.000 euro e di 250 euro per le riunioni delle commissioni.

Per quanto riguarda il collegio sindacale, il compenso annuo riconosciuto al presidente è di 30 mila euro, quello dei due membri di 20 mila euro, non sono previsti gettoni di presenza per le riunioni dell’organo, né per quelle del Cda e del Consiglio Generale a cui il Collegio partecipa.

Sul sito istituzionale della Fondazione CRC si fa comunque presente (excusatio non petita) che i compensi sono al di sotto dei limiti previsti dall’accordo Acri-Mef stipulato nove anni fa, nell’aprile 2015.

Giampaolo Testa

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