Attualità - 04 maggio 2024, 10:28

Grande Torino: il 4 maggio 1949 l’incidente aereo di Superga

Morirono tutti. Ma la memoria e la loro leggenda restano vive

Il libro «Storie della Storia del Grande Torino» di Franco Ossola

Il libro «Storie della Storia del Grande Torino» di Franco Ossola

Settantacinque anni sono un tempo vasto, ma anche un attimo. Il 4 maggio del 1949 è il giorno della tragedia di Superga, il giorno in cui gli invincibili diventarono eroi. Come scrisse Indro Montanelli: «Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto in trasferta».

Era il Torino, anzi il Grande Torino: la società che aveva vinto cinque scudetti di fila tra il 1943 e il 1949 (lasso di tempo in cui vanno considerati i 2 anni di pausa per la Seconda Guerra Mondiale), che aveva segnato 125 reti nella stagione 1947/48 (un record), che non perdeva in casa dal 1943 (record di 88 gare a referto con una vittoria o un pareggio), che forniva alla Nazionale gran parte dei suoi giocatori.

I bambini e gli adulti di allora conoscevano a memoria la formazione: Bacigalupo, Aldo e Dino Ballarin, Bongiorni, Castigliano, Fadini, Gabetto, Grava, Grezar, Loik, Maroso, Martelli, Mazzola, Menti, Operto, Ossola, Rigamonti e Schubert. Storie di campioni, capitani, ma anche di semplici riserve per i quali tutta l’Italia, di qualsiasi fede sportiva, aveva pianto.

Il 4 maggio è il giorno del ricordo. Il giorno in cui il Torino F.C. onora la sua Leggenda, la squadra che lo ha reso grande, gli uomini che hanno costruito il mito. In questa data tanti tifosi granata arriveranno sotto la Mole per un pellegrinaggio laico, che toccherà il Cimitero Monumentale e la collina della tragedia, dove sono elencati i nomi dei caduti.

Successivamente, riflettori e supporters si sposteranno allo stadio Filadelfia per la foto di rito sotto la storica curva Balilla, dove si sente forte il ricordo delle 31 vittime del disastro aereo: 18 calciatori, i dirigenti e i tecnici del club, il pilota, tre membri dell’equipaggio e tre giornalisti.

Un anniversario sempre molto sentito, che richiama puntualmente la memoria dei tifosi granata a quel maledetto pomeriggio del 1949, che si portò via l’insuperabile squadra capitanata da Valentino Mazzola. Contribuendo, paradossalmente, a renderla di fatto immortale.

Franco Ossola, figlio dell’attaccante caduto a Superga, ha scritto il libro “Storie della Storia del Grande Torino”, in cui ogni pagina è una testimonianza di azioni straordinarie, come la scelta che fu fatta dopo la tragedia di assegnare lo scudetto al Toro che giocò le ultime partite schierando la squadra primavera. Vinsero sempre contro i pari età schierati per rispetto dalle altre squadre.

Silvia Gullino

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