Attualità - 07 aprile 2024, 10:42

Piozzo intitola una piazza al fotografo Lartigue e a Florette, dove i nazisti bruciarono l'archivio municipale [FOTO E VIDEO]

Ieri il taglio del nastro alla presenza delle autorità con l'intervento di Salvatore Cesare Vietti, sopravvissuto alle rappresaglie dei tedeschi nel 1944

Piozzo intitola una piazza al fotografo Lartigue e a Florette, dove i nazisti bruciarono l'archivio municipale [FOTO E VIDEO]

"Il 5 luglio del 1944 ero un neonato di poche ore quando i tedeschi incendiarono Piozzo, l'archivio comunale e tantissime case. Venne risparmiata via Priola, siamo stati fortunati, siamo dei sopravvissuti".

Così, ieri sera, sabato 7 aprile, Salvatore Vietti, conosciuto da sempre come Cesare,  testimone diretto delle rappresaglie che i nazisti misero in atto nel paese, ha condiviso il ricordo di quei giorni, tramandatogli dai suoi genitori. Un momento emozionante, fortemente voluto dal Comune di Piozzo e dal sindaco Antonio Acconciaioco per l'inaugurazione della rinnovata piazza dove una volta sorgeva l'archivio comunale andato distrutto negli incendi e che oggi ospita una rinnovata piazzetta che ricorda quei giorni e che è stata intitolata al fotografo della époque Henri Lartigue e alla moglie Florette Ormea, già celebrati in una mostra itinerante in paese (leggi qui).

LA TESTIMONIANZA DI CESARE VIETTI

"Era luglio, - ha raccontanto Vietti - il tempo in cui si trebbiava il grano; verso mezzogiorno, arrivarono a Piozzo i Tedeschi. La gente si era rifugiata nei boschi, solo mio padre tardava nel cortile per scaricare dal carro i covoni di grano e far posto a me e a mia madre per andarsene.
Li i Tedeschi lo sorpresero e credendolo uno sciacallo, lo caricarono su un autoblindo dove già c'erano il tenenete Pietro Bellino, un partigiano catturato a Boves ed un morto. Nel breve tragitto, mentre venivano trasportati in piazza, il partigiano che sapeva di venir fucilato, chiese da quale parte poteva tentare la fuga. "La Rocca", che allora arrivava fin verso il centro della piazza, "é l'unica salvezza" spiegò mio padre.
Ma il suo tentativo di fuga verso la libertà risulterà vano: Bellino fu ucciso da un colpo di mitraglia mentre, in fondo alla rocca scavalcava la rete di un orto. Mio padre fu messo davanti al muro del Municipio. Non riuscendo a capire di quale colpa fosse accusato, tentava di far vedere i calli delle sue mani, segno della fatica contadina. Grazie ad un traduttore riuscì a far capire che era un onesto lavoratore che non si era potuto allontanare come gli altri piozzesi per la nascita di un figlio.
I tedeschi, non, sapendo se credere o no al suo racconto, decisero di andare a verificare di persona: si recarono in via Priola, a casa Vietti, entrarono in camera da letto, mi trovarono, mi tirarono su dalla culla e, quando videro che ero un maschio esclamarono: 'Servirà per le guerre future!'. Mio padre venne liberato con la raccomandazione di non allontanarsi perchè li di certo
on sarebbe successo nulla. Il concentrico di Pozzo bruciò quasi tutto, venne risparmiata via Priola, dove c'era casa mia, ma il fumo, l'odore acre della cenere rendevano irrespirabile l'aria e mio padre, nonostante l'ammonimento, decise di raggiungere i boschi della Vernera, vicino a San Grato.
Nei giorni successivi, anche se Piozzo era in gran parte distrutto, la vita continuava e compito di mio padre fu quello di denunciare, in un Municipio dove al posto dei documenti e delle carte c'era solo cenere, la mia nascita.
I vicini di casa e gli abitanti di via Priola seguirono mio padre intenzionato a chiamarmi Cesare fino in Municipio e insistettero per darmi un nome che fosse anche un ringraziamento: Salvatore. Ecco perchè mi chiamo Salvatore Cesare".

 

Ora nella piazzetta riqualificata, oltre a una foto di Lartigue, è stato installato un ascensore che porta nei locali sotterranei del vecchio archivio comunale che sono stati riqualificati, grazie al sostegno di Fondazione CRC, Regione Piemonte e Ministero.

"Ringrazio tutti gli enti, le signore dell'Artre, i volontari e le associazioni che, a vario titolo, hanno sostenuto questa iniziativa e sono qui con noi questa sera - ha detto il sindaco Antonio Acconciaioco - Nonostante i rallentamenti della pandemia, il rincaro delle materie prime siamo riusciti a realizzare quest'opera, importante per fare memoria del nostro paese". 

Presenten all'inaugurazione, in rappresentanza della Regione Piemonte, il vice presidente del consiglio regionale Franco Graglia: "Questa piazza ricorda un percorso di sofferenza che accomuna molte famiglie della provincia di Cuneo. Ricordare - come diceva Malher -  è custodire il fuoco, non adorare le ceneri”".

"Sono al termine di otto anni di lavoro in Fondazione CRC - ha spiegato il consigliere Massimo Gula - e oggi desidero farvi sapere che è stato bello in questo tempo realizzare i sogni di tanti amministratori e tanti comuni della provincia. Vedere un sogno realizzato è il più bello dei regali". 

All'inauguazione è anche intervenuto Teo Musso, patron di Baladin: "Parlando di sogni ci tengo a dire che credo fortemente che, lavorando tutti insieme, potremo rendere Piozzo una meta turistica, un grande sogno che in sinergia può divenire realtà". 

"Questo progetto ha incontrato diverse difficoltà, soprattutto a causa del rincaro dei delle materie prime - ha detto Domenico Massimino, titolare della ditta Massimino Costruzioni. S.r.l. che ha seguito i lavori - ma è solo con determinazione che si portano a casa i risultati". 

Con la preghiera di don Antonio Calandri è stata inaugurata ufficialmente la piazza che ricorderà per sempre l'incendio di Piozzo e il fotografo della époque Lartigue. 

Arianna Pronestì

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MAGGIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di LaVoceDiAlba.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

SU