Attualità - 03 aprile 2024, 06:58

"Col Banco Alimentare del Piemonte abbiamo sostenuto 12mila persone solo nel Cuneese"

Salvatore Collarino, presidente dell’organizzazione di volontariato che raccoglie e ridistribuisce eccedenze alimentari, fa un bilancio delle tante attività

Salvatore Collarino, presidente del Banco alimentare del Piemonte. Tra i prodotti distribuiti anche cibo e attrezzature per animali

Salvatore Collarino, presidente del Banco alimentare del Piemonte. Tra i prodotti distribuiti anche cibo e attrezzature per animali

L’anno scorso ha festeggiato i 30 anni, ma le attività del Banco Alimentare del Piemonte si moltiplicano, così come l’entusiasmo e la passione dei volontari. L’obiettivo è sostenere i “nuovi poveri” che, a causa delle guerre e della crisi economica, stanno aumentando esponenzialmente.  Salvatore Collarino, presidente dell’associazione che recupera e distribuisce prodotti alimentari e non solo, racconta una realtà difficile e in evoluzione.

 Qual è la situazione in cui vi trovate ad operare?
"Uno scenario sempre più complesso: c’è stato il Covid, lo scoppio della guerra in Ucraina e ora ci troviamo a dover gestire una crisi economica importante, con l’aumento dei prezzi delle materie prime, dei servizi e dei mutui. Stiamo assistendo da alcuni anni ad un cambiamento significativo delle tipologie di persone che hanno bisogno di aiuto nella nostra regione".

Di che fenomeno stiamo parlando?
"Le persone che si rivolgono alle strutture assistenziali del territorio includono anziani, famiglie giovani con figli e anche persone che hanno perso il lavoro o non guadagnano abbastanza e stanno affrontando difficoltà nel pagare le bollette e nell’arrivare a fine mese. Nelle mense della Caritas si possono vedere non solo persone disoccupate, ma anche lavoratori saltuari. Inoltre, una tendenza recente è che le percentuali di famiglie italiane in difficoltà hanno superato quelle straniere, si tratta di un fenomeno nazionale".

Avete un dato?
"Il 54% delle persone che aiutiamo è italiano. I più in difficoltà sono esponenti del cosiddetto ceto medio, che fino a tre-quattro anni fa erano esclusi da queste problematiche economiche e sociali".

Ci può spiegare come si muove la macchina degli aiuti?
"Il Banco Alimentare del Piemonte svolge un ruolo fondamentale nel collegare il settore profit con quello non profit: da una parte, le imprese che offrono contributi, e dall’altra, le organizzazioni caritative che ricevono e distribuiscono generi alimentari alle persone in situazioni di difficoltà. Questo collegamento è un mezzo efficace per convertire gli eccessi di produzione in risorse preziose. Gli alimenti recuperati dalle eccedenze vengono messi a disposizione di 556 organizzazioni partner territoriali, le quali si dedicano all'assistenza dei bisognosi. Questo avviene tramite un processo di convenzione e accreditamento gestito con l'aiuto di 175 volontari che contribuiscono quotidianamente in vari aspetti delle attività svolte".

Quante persone aiutate?
"Nel 2023 abbiamo aiutato 112.503 persone, attraverso 556 strutture, e quasi 10mila tonnellate di aiuti distribuiti in Piemonte. Nella sola provincia di Cuneo sono state distribuite 976 tonnellate di prodotti grazie a 61 strutture con il risultato di aver sostenuto oltre 12mila persone".

E per quanto riguarda la provenienza degli aiuti?
"Il 50% arriva grazie all’Europa, poi l’invenduto della grande distribuzione organizzata, la ristorazione collettiva, l’ortofrutta e le donazioni. L’attività alimentare fa da collante perché si tratta di aiuti immediati e a portata di mano, ma noi siamo una struttura che deve essere pronta anche a capire le esigenze che sono in atto e a mettersi a disposizione anche delle nuove donazioni che arrivano".

Quindi non gestite solo generi alimentari?
"Solo alcune settimane fa abbiamo ricevuto 10 bancali di giocattoli, distribuiamo prodotto per l’igiene personale, medicine e parafarmaci: noi non ci pensiamo, ma un antifebbrile o un antidolorifico per molte persone possono fare la differenza. Distribuiamo anche vestiti, mobili e libri, un’esigenza nata nel periodo Covid".

Da diversi mesi distribuite anche cibo e attrezzature per animali.
"Per molte persone sole l’animale rappresenta una compagnia essenziale e quindi abbiamo aperto questo canale, confortati anche da alcune indagini che evidenziavano la crescita di questo fenomeno e le difficoltà economiche in aumento per il mantenimento di cani e gatti. E quindi distribuiamo cucce e lettiere, oltre a tutto ciò che è necessario per il loro mantenimento quotidiano".

Il vostro punto di forza è rappresentato dalla Colletta alimentare.

"Si tratta della nostra attività nazionale più conosciuta, che avviene a novembre, ormai da 27 anni. L’anno scorso in Piemonte siamo riusciti a raccogliere 594 tonnellate di prodotti, registrando un aumento del 4% rispetto al 2022. Un totale di 12.000 volontari ha partecipato all'iniziativa, tra cui molti giovani, inclusi numerosi universitari. La partecipazione è stata significativa, con oltre 1.300 supermercati che hanno aderito e 568 organizzazioni partner sul territorio piemontese, tra cui mense per i bisognosi, case-famiglia, comunità per i minori, centri d'ascolto, unità di strada e associazioni".

Daniele Vaira

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