Sarebbe dovuto iniziare lo scorso anno il dimensionamento scolastico di sei istituti della provincia di Cuneo, che prevede l’accorpamento della dirigenza e della segreteria, ma non la chiusura di plessi scolastici, non impattando quindi sulle famiglie, ma soprattutto sulle figure dei dirigenti.
L'iter riorganizzativo, inserito nel Pnrr, prevedeva l'avvio nel 2023 con i primi cinque istituti comprensivi, nessuno quest'anno e uno il prossimo anno, da concludersi in tempo per il 2026.
L’assessore della Regione Piemonte ha convocato nelle settimane scorse tutte le Province piemontesi per ribadire che questi dimensionamenti non sono più derogabili, poichè legati al Piano razionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Durante le riunioni è stato ribadito che sono da tutelare le aree montane periferiche, come nel caso delle realtà di Demonte e Garessio, che seppur sotto dimensionate saranno derogate. Occorre poi tenere in considerazione il fatto che in provincia di Cuneo sono ben 16 le scuole che hanno una dirigenza in reggenza.
“Non è una scelta dell'ente Provincia, ma questo ha il compito della mediazione sul territorio", spiega il consigliere provinciale delegato Davide Sannazzaro -”.
Gli istituti “in fatica” segnalati direttamente dalla Regione e quindi potenzialmente candidati alla riorganizzazione sono il Cravetta di Savigliano e come primo ciclo ci sarebbero gli istituti a Santo Stefano Belbo, Neive, Bagnolo e Revello.
Il consigliere provinciale fino ad ora ha incontrato i dirigenti scolastici del secondo ciclo e le sigle sindacali per ascoltare suggerimenti e riflessioni. Tramite l’Ufficio Scolastico Provinciale ha acquisito i dati delle preiscrizioni per avere un quadro della situazione che si prospetta per il prossimo anno in tutti gli ordini di scuola. Ad aprile inizierà, come da richiesta della Regione, una consultazione diretta con il territorio per valutare con attenzione le possibili proposte di dimensionamento scolastico.
“Per fare il dimensionamento sugli istituti superiori – spiega Sannazzaro - occorre parere positivo dietro delibera del Consiglio d'Istituto, con approvazione di quello dei docenti, invece per le scuole del primo ciclo occorre anche il parere favorevole del Consiglio comunale di tutti i Comuni interessati sul territorio competente dell'istituto a rischio, un processo molto complesso burocraticamente.
Sulle scuole superiori - continua Sannazzaro - ho provato ad aprire un confronto con i dirigenti per dare una riorganizzazione che fosse solida in prospettiva e sanasse le attuali criticità, per le reggenze più datate”.
Per le scuole del primo ciclo vige, inoltre, il vincolo per cui gli accorpamenti delle scuole devono avvenire rispettando la prossimità territoriale, quindi per essere accorpati tra loro gli istituti dovranno anche essere vicini geograficamente. Infine sono vietati gli onnicomprensivi: non si possono mischiare gli ordini di scuola, cosa che in alcune realtà avrebbe semplificato il compito della Provincia di eseguire il ridimensionamento.
“In questo momento non sono ancora stati decisi gli istituti che vivranno questa riorganizzazione – chiarisce Sannazzaro -, ma entro settembre dovremmo raggiungere la decisione con la delibera provinciale.
La nostra provincia – conclude - negli anni è sempre stata virtuosa nelle scelte e ancora una volta si vede impegnata in una riorganizzazione. Credo che sia fondamentale ragionare in ottica di miglioramento e consolidamento della nostra rete scolastica, vivendo questo passaggio come un’opportunità e non come un mero taglio di dirigenze e accorpamento di segreterie. La nostra linea guida deve essere orientata ad una fotografia precisa della realtà e dalla volontà di collaborare per arrivare a raggiungere l’obiettivo nel modo più possibile condiviso”.
Se per le famiglie il servizio scolastico fornito non subirà alcuna variazione, lo stesso non si può dire per il personale scolastico.
“Il Piemonte – commenta Ivan Re, segretario provinciale Associazione nazionale Presidi - si è sempre attenuto alle indicazioni nazionali di dimensionamento a differenza di altre regioni. Ma, se proprio lo si voleva fare, bisognava iniziare dal mettere bene in ordine tutti i dati relativi a tutta Italia. Se si parla di complessità geografica certamente la provincia di Cuneo non è seconda a nessuna, ma sarebbe stato opportuno appianare questa discrepanza. Allo stesso tempo, però, abbiamo anche rilevato che se in alcuni casi il dimensionamento fosse emerso da una reale esigenza del territorio, e risultare quindi più funzionale, avremmo fornito il nostro supporto. E' evidente che il numero dei dirigenti diminuirà, è pur vero che in provincia abbiamo un numero di reggenze elevate e quindi nessuno perderà la dirigenza. Potrebbero, però, perdere la titolarità sulla scuola nella quale sono per poterne assumere una nuova su un'aggregazione diversa da quella che avevano. Noi come sindacato – conclude Re - abbiamo chiesto che le aggregazioni non comportino disagi né per le famiglie né per il personale scolastico, che siano docenti o ATA, né per i dirigenti o per i direttori dei servizi generali amministrativi. Per le scuole del secondo ciclo abbiamo chiesto aggregazioni non troppo distanti tra di loro per non creare disagi negli spostamenti al personale”.