Attualità - 26 febbraio 2024, 12:22

Le Langhe dei grandi vini dicono addio al barolista Enrico Scavino. Aveva 82 anni

Produttore di Castiglione Falletto, trasformò la cantina fondata nel 1921 dal nonno Lorenzo e che porta ancora il nome del padre Paolo in uno dei nomi più prestigiosi dell’enologia di casa nostra

Enrico Scavino qui con le figlie Enrica ed Elisa (Facebook)

Enrico Scavino qui con le figlie Enrica ed Elisa (Facebook)

Nella contrapposizione tra tradizionalisti e innovatori si iscrisse alla seconda schiera, rientrando a pieno titolo in quella generazione passata agli annali dell’enologia langarola come i "Barolo Boys". Produttori che, arrivati al timone delle aziende agricole d famiglia, seppero trasformarle in moderne cantine e orientare il Barolo che vi veniva vinificato nel più moderno prodotto oggi celebrato dalle riviste di settore e apprezzato nei cinque continenti. 

Ottantadue anni, nipote di Lorenzo, fondatore della cantina di frazione Garbellotto a Castiglione Falletto nel 1921, Enrico Scavino si è spento nel pomeriggio di ieri, domenica 25 febbraio, all’Ospedale Molinette di Torino, dove era ricoverato per le complicanze di un recente intervento chirurgico. 

Insieme alle figlie Enrica ed Elisa, la quarta generazione di famiglia, continuava a interessarsi della conduzione della cantina ancora intitolata al padre Paolo, cantina che aveva saputo trasformare in uno dei nomi più prestigiosi nel mondo del Barolo. 

"Iniziò a lavorare a tempo pieno in cantina nel 1951, quando aveva 10 anni – si ricorda nelle pagine legge sul sito della cantina –. Un giovane vignaiolo che ha ereditato la passione e la devozione per la terra a cui appartiene. Attraverso oltre 60 anni di esperienza il suo obiettivo è stato quello di investire su importanti 'cru' di Nebbiolo per mostrare l'unicità di ogni terroir". Un lavoro "ispirato dall'amore e dal rispetto che hanno per il loro territorio e perseguono purezza di espressione, complessità ed eleganza per i loro vini ottenuti dalle tre uve locali Dolcetto, Barbera e Nebbiolo. Questi valori e questa cultura sono stati portati avanti e non sono mai cambiati".

Di effetto, le parole con le quali Luigi Veronelli ne descriveva non soltanto la persona, ma l’approccio al prodotto nelle pagine de "I vignaioli storici, volume n.3", testi di Nichi Stefi (Mediolanum Editori Associati, 1988): "Ha un viso aperto e solare e ti guarda con fiducia perché sa che non troverà mai le parole per difendere il suo mondo ma che i suoi vini si difendono da soli… Sembra un uomo all'antica ma ha scelto di fare il viticoltore e sa come osservare il progresso senza alcun reazionario conservatore. Per ogni vino prodotto, a seconda dell'annata, si sceglie la strada giusta senza seguire ciecamente la tradizione e senza seguire passivamente ogni innovazione. Non ama gli eccessi".

Con le figlie, Enrica col marito Ferruccio e il figlio Giacomo, ed Elisa, col marito Stefano, lascia la sorella Angela. I funerali saranno celebrati nella parrocchia di San Lorenzo in Castiglione Falletto martedì 27 febbraio alle ore 15 partendo dall’abitazione di via Alba Barolo alle ore 14.45. Il rosario verrà recitato nella stessa parrocchiale  questa sera alle ore 20.30. 

Ezio Massucco

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