Provincia - 14 febbraio 2024, 12:12

Richiami per Castelmagno Dop a rischio contaminazione da Escherichia Coli

Due i provvedimenti disposti per altrettanti lotti dal Ministero della Salute su segnalazione degli stessi produttori. Ecco quelli interessati

Richiami per Castelmagno Dop a rischio contaminazione da Escherichia Coli

Sono due i richiami di Castelmagno Dop disposti nelle ultime ore del Ministero della Salute su indicazione degli stessi produttori per il rischio di contaminazione alimentare, in entrambi i casi dal batterio Escherichia Coli “verocitotossico” (Stec o Vtec)

Un primo richiamo (leggi qui) riguarda un lotto specifico del Castelmagno Dop a marchio Beppino Occelli dell’Azienda Beppino Occelli Formaggeria Srl.  La denominazione di vendita è "Beppino Occelli", ma commercializzato da "Beppino Occelli Agrinatura Srl". Il problema riguarda la possibile presenza di E. Coli STEC. Il lotto di produzione del formaggio è il 23151011 prodotto in forme di peso variabile e la data di scadenza è il 09/03/2024. La sede dello stabilimento è località Prella 65/C a Farigliano. Con la nota ufficiale del dicastero è stato anche disposto che il formaggio sia immediatamente ritirato dal mercato. 

Un’altra segnalazione (leggi qui) del richiamo di un altro Castelmagno a rischio contaminazione dal medesimo batterio arriva dal Ministero della Salute con riguardo a un lotto specifico del formaggio Castelmagno Dop Prodotto della Montagna a marchio Tino Paiolo dell’Azienda Soc. Agricola La Bruna di Fiandino Davide & C. S.S.. Con la nota ufficiale del dicastero è stato anche disposto che il formaggio sia immediatamente ritirato dal mercato. 

La denominazione di vendita è Tino Paiolo ma commercializzato dall’Azienda Soc. Agricola La Bruna di Fiandino Davide & C. S.S.. Il problema riguarda la possibile presenza di E. Coli STEC. Il lotto di produzione del formaggio è il 23151011 prodotto in forme di peso variabile da 2,00 kg e la data di scadenza è il 29/02/24. La sede dello stabilimento è in borgata Marobert 3 a Monterosso Grana, provincia di Cuneo. Anche qui l’indicazione è quella di non consumare il formaggio in questione e di riportarlo al punto vendita dove è stato effettuato l’acquisto.

"Non è la prima volta – ricorda Giovanni D'Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia – che viene segnalata la presenza di questo pericoloso batterio in prodotti alimentari e quindi dannosi per la salute. Pertanto, si raccomanda ai consumatori, che hanno acquistato questo prodotto di far attenzione al marchio e al lotto. Se corrisponde a quello evidenziato dal Ministero è indispensabile che non si consumi e che venga prontamente riconsegnato presso il punto d’acquisto, dove l’esercente o i suoi addetti dovranno adoperarsi per restituirne il prezzo. Va detto che l'autorità, in questo caso il Ministero della Salute, può anche stabilire la revoca del ritiro e del richiamo dei prodotti".

Redazione

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