Attualità - 05 ottobre 2023, 16:15

Visite guidate fanno bene al Tartufo Bianco d’Alba: dai tour Atl fondi per piantumare nuovi alberi

Presentata ad Alba l'iniziativa dell'Ente Turismo Langhe Monferrato Roero: il 50% del ricavato del servizio in vendita per i turisti sarà destinato alla messa a dimora di essenze tartufigene

Stamane ad Alba la presentazione della nuova iniziativa

Stamane ad Alba la presentazione della nuova iniziativa

Aveva ragione il commendatore Roberto Ponzio, 60 anni fa, con il suo iconico e lapidario “No alberi – no tartufi”: piantare alberi è il modo migliore per offrire un futuro al nostro prezioso diamante bianco.

Da qualche anno la sensibilità sul tema è cresciuta e gli attori del territorio hanno compreso sempre più l'importanza del preservare l'habitat del tartufo, su tutti il Bianco d'Alba, mettendo in pista una serie di iniziative per favorire la cura delle tartufaie esistenti, oltre che la messa a dimora di nuove piante vocate ad accogliere, in simbiosi con le proprie radici, lo sviluppo del misterioso fungo ipogeo.

In quest'ottica va l'iniziativa promossa ad Alba nella mattinata di oggi, giovedì 5 ottobre, dall'Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, con la presentazione degli "Alba Walking Tour - Truffle Edition": in una riedizione dedicata alla trifola, ecco che il tour guidato della Città Creativa Unesco per la gastronomia - partendo dalla cattedrale di San Lorenzo, fino alla chiesa romanico-gotica di San Domenico, toccando gli edifici più importanti della città di origine romana - si arricchirà di una proposta mirata alla scoperta dei segreti del Tuber magnatum Pico, in compagnia dei trifolao dell'Associazione Tartufai di Alba.

Una passeggiata tra arte, cultura, tradizioni e curiosità - dal 6 ottobre al 4 dicembre - con il 50% del ricavato che sarà destinato alla piantumazione di nuove piante tartufigene, con Alba che diventa "area test" per un format da applicare anche in altri centri del territorio.

A moderare la conferenza stampa, il direttore dell'ATL, Bruno Bertero: "Questo progetto è figlio della progettazione partecipata avviata il 22 giugno scorso, dove abbiamo compreso sempre più che la fragilità del territorio è uno dei punti chiave su cui lavorare. Interagiremo quindi con i turisti che arrivano sul territorio con una compensazione della carbon footprint attraverso la piantumazione di piante tartufigene, perché chi arriva emette anidride carbonica in atmosfera".

In apertura,  il presidente dell'Ente Turismo stesso, Mariano Rabino: "Avvertiamo sempre più la necessità di preservare questo territorio, con la sua fragilità, anche per valorizzare quel percorso, cominciato 93 anni fa con Giacomo Morra, poi divenuto sempre più virtuoso, passando anche per il Piatto d’Oro e le intuizioni di Luciano Degiacomi negli anni '60, fino ad arrivare ai produttori vinicoli che promuovevano le loro bottiglie negli anni '70, acquisendo nel tempo consapevolezza e arrivando a farsi alfieri della bellezza di questo territorio. Se oggi queste nostre colline godono di una grandissima fama in tutto il mondo lo dobbiamo al lavoro di chi ci ha preceduto, e abbiamo la responsabilità di agire per presevare lo straordinario tesoro che ci è stato affidato".

Quindi Antonio Degiacomi, presidente del Centro Nazionale Studi Tartufo: "Da una parte abbiamo il 'prodotto tartufo' con il suo fascino, il suo profumo, i suoi abbinamenti gastronomici: ha questo fascino non solo perché è buono, ma perché si avverte che è collegato a un aspetto di cultura gastronomica e ambientale. Dall'altra, il tartufo non avrebbe questo fascino se non esistesse il triangolo 'alberi-uomo-cane'. E se è vero che si può far poco per contrastare il cambiamento climatico in corso, 'poco' è sempre meglio di 'niente', e quel poco abbiamo la responsabilità di farlo. L’apporto dei 4/5.000 trifolao piemontesi, sui 70/80.000 italiani, è grande: perché conoscono il patrimonio diffuso delle piante tartufigene, rispettano le buone pratiche consolidate e, in un mestiere che è il massimo dell’individualismo e della concorrenza, sono stati capaci di sviluppare l’associazionismo, con il risultato principale di piantare alberi".

Al registro degli interventi si è iscritta anche la presidente della Fiera internazionale del Tartufo Bianco d'Alba, Liliana Allena: "La Fiera ha a cuore tutela ambiente da tempi non sospetti, a partire da 2016 con la campagna di crowdfunding per la piantumazione di alberi 'Breathe The Truffle'. Negli anni il nostro impegno è cresciuto e abbiamo portato a un nuovo livello questa rivoluzione in chiave “green”, con le ultime edizioni della Fiera che ci hanno visto presentare 'Connessi con la natura' nel 2021, 'Time is up' lo scorso anno e 'L'Alba del futuro', che prenderà il via domani. E, al di là delle parole, a testimoniare la nostra concretezza c'è stata a inizio anno la prima edizione dell’evento 'Il futuro nelle radici', pensato per offrire un riconoscimento ai soggetti che hanno compiuto azioni meritevoli nella tutela degli ambienti tartufigeni e nella diffusione della cultura del tartufo, con la consegna di un assegno da 5.000 euro, donato dall’Ente Fiera al Centro Nazionale Studi Tartufo. È arrivata anche la certificazione della Fiera del Tartufo e di Vinum per la gestione sostenibile degli eventi, rispondendo a precisi requisiti di sostenibilità richiesti dallo standard internazionale ISO 20121. E, da tre anni, abbiamo lanciato il format 'Sostenibilità incrociate', ciclo di incontri in cui dialogano tra loro personaggi del mondo dell’alta finanza, dell’innovazione digitale, dell’alta moda, dell’arte, della musica, del design e della cultura e, ovviamente, della cucina d’autore".

 

L'assessore albese al Turismo, Emanuele Bolla, collega l'iniziativa all'imminente inaugurazione del MUDET, il Museo del Tartufo di Alba, che aprirà i battenti il prossimo sabato 14 ottobre: "La mostra di Steve McCurry che arricchisce l'allestimento museale, con proposte anche nei giorni in cui la Fiera non è aperta al pubblico, e lungo tutto l'anno, risponderà alle esigenze dei visitatori ch e cercano un progetto di narrazione culturale che sarà disponibile tutto l’anno, raccontando il tartufo sotto tutte le sue ‘lamellature’, dagli aspetti scientifici a quelli gastronomici".

Quindi il segretario dell'Associazione Trifolao di Alba, Carlo Olivero: "Gli obiettivi per noi sono due: far conoscere la figura del trifolao, che è tuttora per il turista una figura 'magica'. Volentieri saremo insieme alle guide per raccontare ai visitatori il mondo del tartufo: cucinato, commercializzato, ma anche – attraverso di noi – raccontato. Il secondo motivo per cui abbiamo aderito risiede nel progetto stesso dell’Ente Turismo, che porta un richiamo forte alla difesa del territorio. È da lì che dobbiamo partire".

Valeria Gallo, responsabile del prodotto per l'ATL, ha quindi raccontato i dettagli degli Alba Walking Tour Truffle Edition: "Rispondono a un'esigenza di digitalizzazione dell’offerta turistica, con l'obiettivo dichiarato di cercare di prolungare la permanenza sul territorio. Non vendiamo un prodotto, ma offriamo un servizio, a completamento dell'offerta già esistente degli operatori sul territorio. Il venerdì alle ore 11 e il lunedì alle ore 16 il tour alla scoperta della città in compagnia delle nostre guide verrà arricchito dall'incontro con un trifolao, che racconterà i segreti della cerca e cavatura".

 

A fare sintesi, concludendo la conferenza stampa, l'intervento del vicepresidente della Regione Piemonte, Fabio Carosso: "L'esplosione della nostra vocazione vitivinicola ha portato, nei decenni passati, al taglio dei boschi con la sostituzione della vite. Ma il Piemonte è anche terra di tartufi: questo è il profumo della noistra regione! Oggi è quindi fondamentale ragionare per incentivare la piantumazione di piante tartufigene: il mercato del tartufo cresce del 10-15% all’anno, ma un’azienda senza prodotto non è sostenibile, per cui la strada è segnata. Cina, Sudamerica, Sudafrica… sono mercati da esplorare e serviranno più tartufi. Dobbiamo difendere, tutelare e valorizzare il nostro territorio: quindi lavoriamo partendo dagli spunti che arrivano dai trifolao, con il supporto del Centro Studi.

Un bando già esisteva per la manutenzione delle tartufaie. Un secondo bando parte adesso, per realizzare nuove tartufaie in zone vocate. Pagheremo la perdita di redditività del terreno per 10 anni, con 5 anni di manutenzione, 20.000 euro a ettarom con la possibilità di parcellizzazione per un minimo di 2.500 mq, grazie a fondi europei garantiti dal PSR, che si potrà finalmente usare per il mondo del tartufo. La dotazione è significativa, di 5 milioni di euro.

In consulta, inoltre, stiamo ragionando per la certificazione delle piante tartufigene, soprattutto di quelle monumentali, che vanno tutelate. Infine, se da qualche tempo si è capito il valore del brand 'Tartufo bianco d’Alba', consentitemi di esprimere un pensiero sul Tartufo Nero, che non può essere appannaggio di Toscana, Umbria, Francia e Spagna. Si è avviato un percorso di valorizzazione e sono convinto che tra 10 anni ci saranno persone che avranno come primo reddito il tartufo, se saremo capaci di farle lavorare anche d’estate, promuovendo il nostro Tartufo Nero".

 

Pietro Ramunno

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