Attualità - 10 settembre 2023, 11:53

Famiglia di Piozzo a Marrakech durante il sisma: "E' stato terribile, crollava tutto. Abbiamo avuto paura di morire"

A parlare Alessia Cardone, con i genitori e il fratello Nicholas in aeroporto da ieri mattina. "Siamo stati fortunati. Domani rientreremo in Italia. Ma voglio sottolineare che non abbiamo ricevuto alcuna assistenza e nessuno ci ha contattati per sapere se stiamo bene. Ho contattato l'Ambasciata, non mi hanno chiesto nemmeno il nome"

Famiglia di Piozzo a Marrakech durante il sisma: "E' stato terribile, crollava tutto. Abbiamo avuto paura di morire"

Alle 23.11 di venerdì 8 settembre una forte scossa di terremoto di magnitudo 6.8 della scala Richter ha scosso la regione di Marrakech. Il ministero dell'Interno marocchino ha dichiarato che i morti sono 2.012, a cui si aggiungono 2.059 persone rimaste ferite, di cui 1.404 in modo grave.

Il tragico bilancio è purtoppo destinato a salire.

Al momento non risultano morti o feriti italiani, anche se sono 500 quelli che si trovavano o si trovano ancora nell'area dove è avvenuto il sisma.

Tra chi non è ancora rientrato a casa, in aeroporto dalla mattinata di ieri 9 settembre, la famiglia Cardone di Piozzo. Il rientro sarà domani 11 settembre, alle 17, con il volo già prenotato. Non è stato possibile anticipare la partenza.

Nessun posto sui voli di linea, nessun volo speciale e, come evidenzia Alessia Cardone, nessuna assistenza da parte dell'Ambasciata italiana e nemmeno dalla Farnesina, incontattabile.

Il racconto di Alessia è drammatico.

"Io e la famiglia eravamo appena rientrati nel nostro Riad dopo un'escursione nel deserto. Io, mia mamma Claudia e mio papà Fabrizio ci siamo fermati nella hall per bere il loro the, mentre mio fratello Nicholas è andato in camera.

Questa la foto scattata durante l'escursione, poche ore prima del sisma

Alle 23.11 tutto ha iniziato a tremare. All’inizio non capivamo cosa stesse succedendo, poi ci siamo resi conto che si trattava di un terremoto. Mio papà è corso di sopra per chiamare mio fratello che, preso dalla paura, non riusciva ad aprire la porta. Io e mamma eravamo sulle scale, mentre il signore del Riad ha aperto la porta d’ingresso per farci uscire fuori velocemente. In quel momento abbiamo visto il muro del Riad crollare. Avevamo paura che crollasse anche il tetto, ma per fortuna non è successo. Abbiamo veramente avuto paura di morire, di rimanere schiacciati da qualche pezzo che stava cadendo".

Il Riad dove alloggiavano Alessia e la sua famiglia si trova nella zona della Medina, la parte che è stata più colpita.

"Cinque minuti e saremmo rimasti sicuramente sotto le macerie, perché è iniziato a venire giù tutto - continua Alessia. Insieme agli altri ospiti del Riad siamo corsi nella piazza più vicina e lì abbiamo trovato il panico. Morti e feriti che continuavano ad arrivare, chi portato in braccio, chi su carretti.. era presente solo la Polizia, ambulanza e vigili del fuoco sono arrivati solo dopo un bel po’ di tempo. La gente continuava ad arrivare piangendo e spaventata... chi era scalzo, chi in pigiama, chi nudo coperto solo da un asciugamano perché era sotto la doccia. Mio papà ha dato la sua pasmina (tipico foulard arabo) a una mamma per avvolgere il suo bambino di circa 2 mesi, perché potesse tenerlo stretto a sè. Ci hanno fatto trascorrere la notte in piazza.

Alla mattina siamo tornati nel Riad per prendere le nostre cose e andare via. Parte del nostro Riad è crollato e quindi non era più sicuro restarci; inoltre, si temeva anche una seconda scossa. E comunque, dopo quello che abbiamo visto e vissuto, non ci siamo sentiti nelle condizioni di poter continuare la vacanza".

Nella mattinata, Alessia e la sua famiglia sono arrivati in aeroporto, convinti di poter ricevere qualche tipo di assistenza. Invece nulla.

"Abbiamo il volo di ritorno previsto per lunedì 11 settembre, ma dopo ciò che era successo volevamo anticipare la partenza. Non ci è stato possibile, in quanto tutti i voli sia del sabato che della domenica erano pieni. Fin dalla mattina di ieri ho iniziato a contattare l’ambasciata italiana che si trova a Rabat. Il telefono o era occupato o non rispondevano. Sono poi riuscita a parlare con qualcuno verso l’una di notte. Ci hanno risposto che non avrebbero messo voli speciali perché i voli di linea  sono operativi. Sanno che sono tutti pieni ma non possono farci nulla. Ci hanno suggerito di trovarci un hotel vicino a Marrakech, così da non passare due notti in aeroporto".

Alessia sa che è stata fortunata, che lei e la sua famiglia stanno bene e sono al sicuro, ma non può non sottolineare come non ci sia stato alcun tipo di sostegno. "In aeroporto erano presenti alcuni turisti del Portogallo. Sono riusciti a rientrare grazie a un volo speciale messo a disposizione dallo Stato. Le cose che dicono al tg sugli aiuti ricevuti non sono per nulla vere, purtroppo. Nessuno ci ha contattato per sapere come stavamo, se eravamo feriti o se avevamo bisogno di aiuto; inoltre, quando mi hanno risposto dall’ambasciata, non mi hanno neppure chiesto il nome. Ho provato anche a mettermi in contatto con la Farnesina ma senza ricevere risposta. Siamo stati fortunati, fuori dall'aeroporto la situazione è tragica. Noi rientreremo in Italia. Ma non possiamo che evidenziare che, se avessimo davvero avuto bisogno di assistenza, da parte del nostro Paese non avremmo trovato risposta".

Barbara Simonelli

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