Attualità - 22 agosto 2023, 17:49

Zero termico a 5 mila metri, Caraccio di Datameteo: "Significa non avere più neve. L'ambiente alpino è a rischio"

Non è un fenomeno nuovo e non è la prima volta che si registrano temperature così alte in montagna. Ma quello che preoccupa è la frequenza di questi picchi. E la velocità con cui il cambiamento climatico sta impattando sulle nostre vite e sulle nostre abitudini

Immagine di repertorio del Corno Stella, montagna delle Marittime

Immagine di repertorio del Corno Stella, montagna delle Marittime

Domenica, attorno alle 13, nei pressi del rifugio Bozano, 2500 metri di altitudine, la temperatura era superiore ai 30 gradi. Non stupisce se si pensa che lo zero termico, in questi giorni di gran caldo, i più caldi dell'estate, è prossimo ai 5000 metri.

Il radiosondaggio atmosferico di Cuneo-Levaldigi, il primo pomeriggio di ieri, lo segnalava a 4882 m. Come si misura? Due volte al giorno (per convenzione alle 00 UTC ed alle 12 UTC) il sistema lancia nell’atmosfera un pallone gonfiato con elio a cui è collegata un'apparecchiatura, la radiosonda, dotata di sensori per la misura della temperatura, dell'umidità e della pressione: questi parametri sono misurati nella troposfera e nella bassa stratosfera, fino a circa 30 Km di quota.

Ieri questo sistema ci ha detto, quindi, che lo zero termico era sulla cima del Monte Bianco. Per la cronaca, a Cameri (Novara) il radiosondaggio segnalava lo zero termico a 5045 metri a mezzanotte.

Se pensiamo alle nostre montagne, questo significa che i nostri ghiacciai stanno scomparendo. "Il mito delle nevi perenni è destinato a non esserci più - commenta Paolo Caraccio di Datameteo, agenzia meteorologica di Busca. Tutti ricorderanno l'importante crollo della parete est del Monviso, nel 2019. Tutto questo è destinato a succedere ancora. Le nostre montagne rischiano di frammentarsi e spaccarsi, perché sta venendo meno l'azione cementante del ghiaccio".

Non è un fenomeno nuovo e non è la prima volta che si registrano temperature così alte in montagna. Ma quello che preoccupa è la frequenza di questi picchi. E la velocità con cui il cambiamento climatico sta impattando sulle nostre vite e sulle nostre abitudini.

Si pensi alla questione acqua. "I ghiacciai e i nevai sono sempre stati un serbatoio d'acqua per le valli, delle riserve alle quali attingere. Abbiamo visto cosa è successo fino a qualche mese fa. E nei prossimi mesi, ne sono certo, si riprenderà con i rifornimenti alle località di media montagna, le prime a soffrire", continua ancora Caraccio.

Queste temperature così alte, lassù dove un tempo non erano nemmeno pensabili, mettono seriamente a rischio l'ambiente alpino e creano concreti rischi idrogeologici, perché dove non c'è più neve la roccia si sgretola. Conclude Caraccio: "Avere uno zero termico così alto significa non avere più neve. E dove c'è, non ha stabilità. Il cambiamento climatico è qualcosa da trattare con grande attenzione, i fenomeni a cui stiamo assistendo sono sempre più gravi, ma nessuno sa davvero a cosa porteranno. Sicuramente le nostre vite cambieranno, dovremo adattarci a nuove condizioni".

Barbara Simonelli

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