Farinél - 06 agosto 2023, 14:26

Farinèl/ Nato sotto il segno del Leone

Alcuni pensieri per ricordarsi che è sempre possibile inseguire i propri sogni anche quando tutto sembra perduto

Farinèl/ Nato sotto il segno del Leone

Ho pensato a tanti temi di cui scrivere in questa prima domenica di agosto, ma visto che l’editore di questa prestigiosa testata mi ha affidato questo spazio perché lo riempissi di contenuti e di pensieri anche personali, ho deciso di dedicare a me stesso questo Farinèl, che coincide con il giorno del mio compleanno con pensieri un po’ più intimi rispetto al solito.

Era una notte buia e tempestosa… No, per niente. Questa storia non inizia così, anzi, come mi ha più volte raccontato mia madre era un caldissimo venerdì di inizio agosto ed era pieno pomeriggio. I mondiali di Spagna 1982 si erano chiusi da un mese quando nell’ospedale San Lazzaro venni alla luce io, il 6 agosto.

Sono stato un bambino di indole pacifica e buona, cresciuto in una famiglia di gente per bene, di lavoratori, che mi hanno tramandato valori e uno spiccato senso dell’onestà. Valori, di cui, come capita a molti, ho capito la vera importanze solo crescendo e diventando adulto.

Fondamentali nella mia formazione sono state una meravigliosa tata e le nonne, dalla paterna, Rina, con cui ho vissuto i primi anni della mia vita, quella materna, Michelina, a cui mi sono legato crescendo e diventando adulto.

Fin dalla tenera età ho vissuto di passioni con una forte capacità di apprendere in modo selettivo. A sette anni conoscevo tutte le capitali del Mondo, a otto ricordavo tutte le date della prima e della Seconda guerra mondiale, studiate da autodidatta. Geografia, storia, letteratura italiana e di conseguenza la scrittura e matematica sono sempre state le mie passioni, tutto il resto l’ho odiato, come capita a chi ama troppo qualcosa.

Senza tediarvi più di tanto sulla mia vita vorrei fare velocemente un salto a dieci anni fa, al compleanno dei miei 31 anni, il 6 agosto 2013.

Non fu un giorno felice, lo ricordo bene, l’unica costante era il piccolo gruppo di amici che mi accompagna da una vita e che ho la fortuna di conoscere, per il resto era un Marcello ben diverso da quello odierno.

Il Marcello di allora lavorava stancamente in Ferrero, senza grandi ambizioni e scriveva per alcuni giornali locali, più per non smettere con quella passione per il giornalismo che lo aveva preso fin da quando, quattordicenne, aveva iniziato a fare il corrispondente dai piccoli campetti di calcio per il Corriere delle Langhe e del Roero.

Il Marcello di quegli anni era disincantato riguardo all’amore e soprattutto riguardo a sé stesso e al futuro. Il Marcello di allora accendeva una sigaretta con quella precedente, fumava due pacchetti di cicche al giorno e scandiva ore e giornate in base a quella assurda e insensata dipendenza.

Il Marcello di allora pesava 35 kg più di quello di oggi e qualche anno dopo avrebbe toccato la vetta (o meglio, il fondo) dei 143 kg sulla bilancia.

Ero io, ma con tante cose sbagliate in più. Quando vivi dipendenze o ti svegli e vedi allo specchio qualcuno che non ti piace, sei consapevole, ma ti senti impotente, ti giustifichi trovando un motivo per questo o per quello, cerchi di autoassolverti compiangendoti. E intanto il tempo passa e la situazione si aggrava fino al giorno in cui si inizia a pensare che tanto nulla potrà cambiare e si getta la spugna.

Io ero arrivato sull’orlo di quel baratro prima di capire che solo una persona poteva cambiare il corso degli eventi e rendere rimediabile ciò che sembra ineluttabile: io. Nessuno mi avrebbe potuto dare la forza che dovevo trovare in me stesso.

Non dico che sia facile, non lo è mai, serve una grande forza di volontà, ma nel mio piccolo, la mia storia dimostra che si può svoltare anche quando tutto sembra finito, che c’è sempre una speranza di un futuro migliore, anche a 31 anni o dopo.

La cosa migliore sarebbe non dover rimediare a cattive abitudini, ma sappiamo che spesso gli errori sono necessari per crescere e per diventare ciò che si è; quindi, non preoccupatevi se avete sbagliato o se pensate di non avere lottato per i vostri sogni. C’è ancora tempo per cambiare, basta crederci e lavorarci prendendosi il tempo necessario, perché nulla piove mai dal cielo. Nel mio caso per diventare un giornalista professionista ci sono voluti tre anni di impegno e di stipendi “da fame”, per perdere quasi 50 kg ci sono voluti due anni, per smettere di fumare oltre cinque anni di preparativi. Ma si può fare, garantito, in cambio tra qualche anno potrete ripensare al compleanno di oggi con orgoglio e soddisfazione per quanto avete saputo fare e vi assicuro che sarà impagabile.

Marcello Pasquero

Marcello Pasquero

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