Attualità - 09 maggio 2023, 19:03

La Diocesi di Alba verso la sostenibilità, con un decalogo di buon pratiche per parrocchie e famiglie

Nel corso della serata, intitolata "Ripartire da Taranto. Orientamenti e indicazioni diocesane di conversione alla sostenibilità", presentata anche la prima comunità energetica rinnovabile e solidale, costituita a Rodello

Il vescovo di Alba, Mons. Marco Brunetti

Il vescovo di Alba, Mons. Marco Brunetti

Dal Monte Sinai, con le tavole della legge, a Palazzo Banca d'Alba, con il decalogo di orientamenti e indicazioni diocesane di conversione alla sostenibilità: i punti presentati ieri - lunedì 8 maggio - non vogliono certo essere un superamento dei Dieci Comandamenti, ma rappresentano un tassello importante per l'applicazione di quella "ecologia integrale" cui l'uomo non può più sottrarsi, nella sua missione di salvaguardia del Creato.

A partire dalla 49a Settimana sociale di Taranto, alla luce della dottrina sociale della  Chiesa e dell’enciclica di papa Francesco Laudato si’, la Diocesi di Alba - attraverso l'Ufficio diocesano pastorale sociale e del lavoro - ha dato avvio a un processo che ha portato all'elaborazione di un decalogo contenente una serie di buone pratiche.

"Il nostro approccio è stato quello di dare concretezza a quanto vissuto a Taranto, fornendo indicazioni e orientamenti per le persone, le famiglie, le aziende, le istituzioni, a partire dalle parrocchie e dalle realtà collegate alla Diocesi", ha esordito Michael Isnardi, direttore dell'Ufficio diocesano pastorale sociale e del lavoro

Ecco quindi spunti utili relativi alla raccolta differenziata, alla scelta di contratti di fornitura di energia da fonti rinnovabili, alla tracciabilità di tutte le spese, all'adozione di regolari contratti di lavoro (anche nella scelta di badanti, colf, baby sitter che, secondo i dati, vedono più di uno su due essere irregolare), all'attenzione all'uso dell'acqua, bene prezioso da custodire, all'acquisto di alimenti equo solidali / bio / km0, a un corretto utilizzo dei terreni e dei beni di cui siamo proprietari, alla finanza e a una gestione etica dei nostri risparmi, alla trasparenza e pubblicazione dei bilanci e, infine, all'erogazione di contributi.

"La nostra non è una diocesi sostenibile, ma è una diocesi che prova a esserlo, crescendo insieme al territorio e a tutti noi - ha concluso Isnardi, presentando il documento licenziato dal Vescovo Marco Brunetti dopo essere stato approvato dal Consiglio pastorale e dal Consiglio presbiterale -. Troviamoci tra un anno e vediamo cosa abbiamo fatto tra 12 mesi".

Nel secondo intervento, don Valerio Pennasso, presidente di CERS (Comunità energetica rinnovabile e solidale, costituitasi lo scorso 28 marzo) ha presentato il progetto che coinvolge 28 soci: oltre a privati cittadini, la Diocesi, la Fondazione dei Santi Lorenzo e Teobaldo (che gestisce le strutture sanitarie della Diocesi, a partire dalla Residenza di Rodello e dalla Pineta di Cerretto Langhe), alcune parrocchie e il Comune di Rodello.

"Siamo arrivati alla firma dopo alcuni mesi di riunioni e incontri, durante i quali abbiamo spiegato il progetto alla popolazione - afferma don Pennasso -. Oltre a essere stati tra i primi in Italia, abbiamo una particolarità che ci rende unici: il nostro nome è Cers, ossia Comunità energetica rinnovabile e solidale. Rispetto ad altre realtà più marcatamente imprenditoriali, avremo una maggiore attenzione per il sociale. Come farlo lo deciderà l'assemblea dei soci, sulla base dei ricavi: tra le proposte possibili ci sono aiuti per pagare bollette agli indigenti, finanziamento di piccoli servizi alla comunità, come assistenza per qualche ora agli anziani e rimborsi per attività di volontariato. Ad ogni modo, il processo è più importante del prodotto: siamo partiti dai vantaggi economici arrivando, attraverso uno sforzo collettivo, a parlare di gruppi di acquisto e a vantaggi sociali e ambientali: per noi l'obiettivo primo è quello di recuperare una dimensione comunitaria e partecipativa".

Quindi Roberto Cavallo, amministratore delegato della Cooperativa Erica, che ha rilevato come la Settimana Sociale di Taranto stia portando frutti: "Finalmente sono temi che sono diventati quotidiani: così non era 30 anni fa, quando ho cominciato a occuparmene". Sottolinenado l'importanza della "Comunità", parola ricorrente nel corso della serata, è poi arrivato il monito finale: "Il rischio di estinzione per l'umanità è concreto, a causa del surriscaldamento globale, e ci sono studi che lo collocano tra 50 anni: ecco perché le scelte non sono più derogabili... Se non per noi, perché non ci saremo più, facciamolo per i nostri figli".

Moderati da don Giusto Truglia (Ufficio diocesano comunicazione), si sono poi avvicendati Ezio Raviola, presidente della Fondazione CRC, e Tino Cornaglia, presidente di Banca d'Alba, fresco di Assemblea dei soci, la prima carbon neutral della storia, con l'acquisto di certificati green per riforestare l'Ecuador, prima delle conclusioni affidate al vescovo di Alba, Mons. Marco Brunetti: "La Diocesi di Alba ha fatto una scelta di campo, perché vuole educare le persone a determinati stili di vita e a certe buone prassi. Il lavoro presentato questa sera è frutto di due anni di incontri, in stile sinodale, ed è la riprova che insieme possiamo provare a cambiare le cose. La salvaguardia della 'casa comune' cui ci invita papa Francesco riguarda tutti. Per questo vogliamo metterci insieme agli altri, anche stimolando i decisori e le istituzioni chiamati a fare scelte importanti. Il tema dell’ecologia integrale non può prescindere dall'attenzione a chi fa più fatica, seguendo principi solidali e una promozione delle persone, attraverso lo sviluppo delle realtà. È una sfida evangelica: parlare di sostenibilità e di ecologia integrale significa annunciare la buona novella".

Pietro Ramunno

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