Economia - 17 marzo 2023, 19:24

Rinnovo al vertice Confindustria, Costamagna si prepara alla presidenza: "Al lavoro per restituire" [INTERVISTA]

A maggio l’assemblea dell’associazione formalizzerà l’investitura del 72enne imprenditore cheraschese. "Il modello Cuneo esiste, altrove non esiste un simile attaccamento al territorio"

Mariano Costamagna, 72 anni, presidente designato alla presidenza di Confindustria Cuneo

Mariano Costamagna, 72 anni, presidente designato alla presidenza di Confindustria Cuneo

"Sarà un grande impegno e un compito arduo, cercherò di portarlo avanti al meglio". Studia da presidente, Mariano Costamagna, in attesa della votazione con la quale il prossimo 17 maggio i rappresentanti delle 1.180 imprese associate lo eleggeranno alla guida della delegazione confindustriale della Granda, una delle più importanti e attive del Paese, chiamata al rinnovo dei suoi vertici dopo i sei anni che ne hanno visto al timone Mauro Gola.  

Settantadue anni compiuti lo scorso 15 marzo, proprio nel giorno della sua indicazione da parte del consiglio generale dell’associazione ("Un bel regalo di compleanno", scherza), famiglia originaria della frazione San Nazario di Narzole ("Mio padre era il guardiano della diga, quando nel 1956 venne automatizzata si trasferì con la famiglia a Cherasco"), sposato con Bruna e padre di Elisa, nella città delle Paci ha fondato insieme al fratello minore Pier Antonio un impero industriale nel settore dell’automotive e in particolare nelle tecnologie utili all’utilizzo dei carburanti alternativi per autotrazione. Una realtà che oggi conta 3mila dipendenti, 800 dei quali in Italia, in buona parte nell’insieme di stabilimenti di regione Moglia a Cherasco, altri tra gli impianti di Brescia e Cesena. A un terzo fratello, Claudio, fa capo la Europlast, azienda di stampaggio con sede sempre a Cherasco, mentre tra le attività nelle quali la famiglia si è impegnata in anni più recenti si annoverano le partecipazioni in ambiti quali l’agroalimentare e la ricettività, e in nomi quali Galup, le albesi Tcn e Delizie Bakery, l’Hotel Napoleon, pure quello nel centro al confine delle Langhe.  

"Dalla vita ho avuto tanto, prima di tutto la salute. E quando si ha una simile fortuna arriva un momento nel quale si sente il bisogno e il dovere di restituire", spiega guardando a un percorso da imprenditore iniziato dopo gli studi di meccanica in collegio ai Salesiani di Fossano ("Venivo a casa a Pasqua e Natale, ma vi ho imparato tanto, nel campo tecnico ma soprattutto in valori e principi che ho sempre portato con me come un tesoro"), passato poi per otto anni da operaio allo stabilimento di stampaggio Fiat di via Settembrini a Torino, in una stagione di grandi fermenti sociali e sindacali.

Nel mezzo, ventiquattro mesi di leva in Marina, tra la base di Messina e quella di Trapani: "Venivo da una famiglia di alpini e non sapevo nemmeno nuotare. Passavamo venti giorni al mese in mare a proteggere i pescatori d’altura di Mazara del Vallo, allora come oggi vittime delle incursioni libiche".
Con le nozze, nel 1975, l’addio alla fabbrica. Gli inizi col fratello, con un primo tornio in un’officina da 60 metri quadrati ricavata nel garage dell’abitazione paterna. Poi un primo piccolo stabilimento in regione Oltre Tanaro. Da lì nasce quella che nel giro di pochi anni sarebbe diventata la Meccanica Tecnica Moderna, per tutti Mtm.

Il passaggio al settore degli impianti a gas e metano per autotrazione passa per il quindicennio di collaborazione con Romano Bogetti, fondatore della Brc (qui l’acronimo sta per "Bogetti Romano Cherasco"), "grande imprenditore e grande persona, poi mancato in un tragico incidente stradale", al tempo rappresentante piemontese di un’azienda emiliana che lavorava in questa tecnologia, che storicamente ha visto l’Italia tra i suoi precursori. "Un portato dell’autarchia che il fascismo aveva costretto il Paese – spiega –, ricordando che a gas è nato il primo motore endotermico. Tecnologie che nel nostro piccolo abbiamo portato in tanti Paesi. Dall’Ungheria, dove fummo i primi a introdurlo, al Perù, all’Iran, per citarne alcuni".


[Nel giorno del suo 72° compleanno la designazione dal consiglio generale]

Quello con cui Mtm acquisì Brc ("Era il 1992, il mercato era in calo, per molti versi fu una scommessa, ci andò bene") è il primo matrimonio di una serie che negli anni hanno visto la galassia di aziende metalmeccaniche fondata dai Costamagna ingrandirsi grazie a partnership e alleanze strette anche Oltreoceano, l’ultima delle quali, nel 2016, tra la Fuel System Solutions e la canadese Westport. "Abbiamo avuto la fortuna di lavorare in una nicchia, al riparo dalla concorrenza dei colossi mondiali dell’automotive. Ma per competere è servito creare sinergie che ci consentissero di investire in ricerca e sviluppo. Abbiamo stretto alleanze negli Stati Uniti e per quindici anni ho fatto la spola tra la Granda e Los Angeles, tra Cherasco e New York. Anche da lì ho imparato tanto".

Tra i suoi convincimenti quello che un "modello Cuneo" esiste, al di là della tendenza all’autocompiacimento sul quale rischiamo spesso di adagiarci: "Ne sono convinto, abbiamo un attaccamento al territorio che altrove non si vede. In parte per ragioni storiche, forse anche per l’isolamento del quale abbiamo a lungo sofferto e continuiamo a soffrire. Ha portato le nostre famiglie a radicare affetti e interessi in modo profondo, in un ambiente che ha sempre favorito la correttezza e il rispetto del prossimo anche negli affari. Abbiamo voglia di fare, e viviamo in luoghi bellissimi per paesaggio, opportunità e comodità, tra il mare e le montagne, a un passo da importanti città. Negli Usa la gente si sposta continuamente e con grande facilità, qui non avviene".

Un modello senza punti deboli? "Bisogna sempre adattarsi ai tempi che cambiano, questo è certo, ma critiche al nostro sistema di imprese davvero non mi sento di farne. Se proprio devo pensare a un appunto, forse altrove c’è più abitudine a collaborare, anche tra aziende, da piemontesi siamo più personalisti".

Presto per parlare di programmi, per quello che sarà il suo mandato quadriennale, mentre sul peso delle giovani generazioni nelle nostre imprese e anche all’interno dell’associazione l’immagine è quella evangelica della "pietra scartata diventata la pietra d’angolo". "Confindustria Cuneo è l’esempio che abbiamo giovani validissimi, preparati, seri. Dobbiamo saperli valorizzare loro saranno la classe dirigente di domani".

Ezio Massucco

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