La Vespa velutina è una specie aliena invasiva originaria del Sud-est asiatico, importata per la prima volta in Francia dalla Cina nel 2004. Nel 2012, viene ritrovata per la prima volta in Liguria e nel 2013 è avvistata anche nel Cuneese, in particolare nel Monregalese.
La Vespa velutina si nutre di molti insetti, tra cui gli impollinatori selvatici, e danneggia in modo particolare l’apicoltura: le api sono tra le sue principali prede e gli attacchi della vespa, se intensi e frequenti, conducono anche alla morte degli alveari.
Il Calabrone asiatico è pericoloso anche per l’uomo, in particolare per i soggetti allergici.
La Vespa velutina si riconosce da altre vespe in quanto presenta parte frontale del capo di colore giallo-arancio e torace di colore tendente al nero. Le zampe sono scure con le estremità di colore giallo, da cui il nome volgare “Calabrone asiatico a zampe gialle”.
Il calabrone costruisce in primavera nidi di consistenza cartacea, di forma circolare o allungata (simili a una damigiana), che nella stagione crescono in dimensioni fino a raggiungere nell’autunno un diametro anche di 80-100 cm. I nidi vengono spesso costruiti sugli alberi, ma anche presso gli edifici, sotto tettoie o a livello del suolo.
I nidi vengono abbandonati entro l’inizio dell’inverno, quando la colonia muore, dopo però aver rilasciato nell’ambiente le regine che, rifugiandosi in luoghi riparati, cercano di superare l’inverno per poi fondare i nuovi nidi nella successiva primavera. La rigidità dell’inverno può contrastare la sopravvivenza delle regine, ma come ben sappiamo, i recenti inverni miti sono a esse favorevoli.
Quest’anno, la Vespa velutina è stata avvistata da alcuni apicoltori nei comuni di Cuneo, Vicoforte, Monastero di Vasco, Garessio, Ormea e Viola. Nell’autunno sono stati rinvenuti tre nidi nel comune di Garessio, costruiti su alberi ad altezze elevate.
Non soltanto gli apicoltori, quali soggetti direttamente interessati, ma tutti i cittadini sono utili collaboratori nell’azione di monitoraggio della Vespa velutina. L’invito attuale è quello di comunicare l’eventuale avvistamento di un nido abbandonato in modo tale da circoscrivere il territorio attualmente colonizzato per svolgere un trappolaggio efficace delle regine nella prossima primavera.
A marzo sarà il momento di posizionare le trappole costituite da bottiglie, meglio se con gli appositi “tappi trappola”, contenenti come esca la birra che deve essere rinnovata ogni due settimane circa. Le trappole devono essere collocate nei giardini, sulle piante in fiore e nei pressi dei corsi d’acqua.
Per informazioni e segnalazioni di nidi e individui è necessario contattare Aspromiele (Associazione Regionale Produttori Apistici del Piemonte) allo 0171/693689 o al 346/6027829.






