Attualità - 13 dicembre 2022, 17:13

Al via il progetto "Accademia della Vigna" per la tutela della manodopera tra i vigneti

«Abbiamo appoggiato l’iniziativa perché la consideriamo un’ottima idea per pensare se si può sviluppare qualcosa di nuovo e di molto interessante, non solo in chiave lavorativa, ma anche sociale» dichiara dichiara Andrea Ferrero, il direttore del Consorzio di Tutela Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani

Operazioni di potatura (Foto Archivio): si insegna anche questo all'Accademia della vigna

Operazioni di potatura (Foto Archivio): si insegna anche questo all'Accademia della vigna

Si legge "Accademia della Vigna" e trova la sua realizzazione non in chissà qualche percorso elitario ma nel sociale, grazie all’idea di Maria Cristina Galeasso e Giulia Maccagno che portano il concetto di innovazione in un ambito di sostenibilità delle risorse umane impegnate nei lavori di viticoltura. La loro “intuizione sociale”, nata circa un anno fa, fa parte del progetto lavorativo di Weco, un’impresa che punta a portare nella Granda e nel Torinese una nuova idea di lavoro, per tutelare la mano d’opera che, come sappiamo, a volte va in mano a gestori a dir poco ortodossi. E così il Consorzio di Tutela Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani ha promosso il progetto, sostenuto anche dalla Camera di Commercio di Cuneo.

Di cosa si tratta? L’Accademia della Vigna, iniziata la scorsa settimana con le prime lezioni di potatura nei vigneti, si pone l’obiettivo di formare personale qualificato e di risolvere la criticità di molte aziende locali che non trovano persone che sappiamo fare bene determinate operazioni in vigna. Oltre a questo, il progetto ci pone anche il traguardo di poter controllare meglio un mondo del lavoro che ha lati oscuri che rasentano lo sfruttamento, non da parte delle aziende, ma da parte di gestori della mano d’opera non proprio corretti.

Per ora ci sono 15 alunni, tra cui molti lavoratori stagionali che si sono fermati dopo la vendemmia per trovare un lavoro stabile nel settore e un’integrazione sociale come si deve. Il percorso formativo dura dodici mesi, in cui si imparano le tecniche in vigna, le norme di sicurezza e l’italiano, grazie alla collaborazione con insegnanti qualificati.

Le aziende vitivinicole che vogliono partecipare versano una quota per promuovere il progetto e possono formare gli alunni con i loro tecnici, per poi inserirli in organico.
E l’idea sembra piacere: per ora hanno aderito già tre nomi di spicco del panorama del vino: Conterno Fantino, Fontanafredda e Vietti, mentre Ceretto e Pira&Figli hanno dichiarato di credere nel progetto.

E satelliti importanti ruotano intorno al pianeta dell’Accademia della Vigna: il Comune di Alba, che ha patrocinato il progetto, la Cia Agricoltori, la Fai Cisl, l’associazione nazionale Oltre le Frontiere, il centro provinciale Istruzione per adulti, il Centro per l’Impiego di Alba, la Exar, la Humus Job di Cuneo. Si sta così profilando una valida risposta per mettere ordine ad un settore lavorativo troppo spesso manipolato da persone prive di visione futura ma legata agli interessi personali.

«Secondo noi - dichiara Andrea Ferrero, il direttore del Consorzio di Tutela - questo progetto è un valido primo passo per prevenire un problema di carenza di manodopera che ci accompagnerà sempre di più. Poter contare su personale formato è basilare, perché nella gestione dei lavori della vigna ci vogliono addetti capaci. Abbiamo appoggiato l’Accedemia della Vigna perché la consideriamo un’ottima idea per iniziare a pensare se si può sviluppare qualcosa di nuovo e di molto interessante, non solo in chiave lavorativa, ma anche sociale.

Crediamo che si debba andare sempre più verso un’etica del lavoro che possa tutelare al meglio anche chi, da anni, è presente durante la vendemmia nei vigneti. E mi riferisco ai tanti braccianti della zona sub-sahariana che, con questo progetto, possono essere integrati socialmente ed avere maggior tutela, lontano da chi cerca di approfittarne.

Oltre a questo la tutela deve essere a tutto tondo:ci sono molte idee sul tavolo per capire come permettere a tutti gli attori del lavoro, margini di manovra sicuri.
Il futuro delle operazioni in vigna deve essere sempre prezioso e attenzionato, secondo un modello etico del lavoro, come si fa già ad esempio sul mercato scandinavo». 

Livio Oggero

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