Tortona, Bra, Rivoli, Borgofranco d'Ivrea. Sono soltanto alcune delle tappe piemontesi del prossimo Giro d'Italia, presentato nei giorni scorsi. Verranno toccate le province di Alessandria, Asti, Cuneo, Torino.
Il Giro, però, non è soltanto un evento sportivo. E’ molto di più. Bastano alcuni numeri: 200 i Paesi collegati nel mondo via tv all'evento sportivo, con più di mezzo miliardo di pubblico previsto; l’80 per cento degli spettatori sostengono che è aumentata la notorietà delle località attraversate dal Giro; il 70 per cento degli spettatori ha fatto shopping di artigianato locale; il 50 per cento ha mangiato in ristoranti e bar durante le tappe, con una spesa media di cento euro al giorno; il 22 pe cento delle attività commerciali hanno aumentato il numero di dipendenti in vista dell’ arrivo o della partenza delle tappe.
Numeri importanti anche per gli sponsor: il salumificio Raspini di Scalenghe, ad esempio, nella scorsa edizione ha distribuito più di 40mila salamini Raspinotto, ottenuto un numero esorbitante di contatti social e incontrato oltre 20mila persone nella sua area Hospitality.
Insomma, è un'occasione da non perdere. Eppure c’è molta gente che ancora guarda con indifferenza a questo evento. O addirittura con fastidio pensando alle strade interrotte o ai disagi per il traffico automobilistico. Bene ha fatto, invece, la Regione Piemonte a spingere, insistere e ottenere di ospitare una fetta importante del percorso del Giro d’ Italia.
E' necessario però muoversi per tempo. Qualche anno fa mi trovavo a Canazei, in Trentino, nella prima settimana di gennaio: tutta la cittadina delle Dolomiti era già piena di manifesti, striscioni e cartelloni che annunciavano l’arrivo di una tappa a maggio e invitavano i turisti a prenotare con anticipo per i giorni del Giro. Qualche mese dopo, in Piemonte, in una nota località turistica di montagna - che avrebbe ospitato l’ arrivo di una tappa importante - mancavano poche settimane e non c'era traccia alcuna dell’evento.
L’arrivo del Giro in Piemonte è previsto fra 6 mesi: occorre, però, partire fin da subito per organizzare bene la manifestazione e quelle giornate: serate enogastronomiche, presentazioni di libri, mostre, di tutto un po'. I ciclisti sono soltanto una scusa per attrarre turisti e far conoscere la nostra terra e i nostri prodotti.
Ma bisogna avere il coraggio di Fausto Francisca, sindaco di Borgofranco d'Ivrea, che recentemente mi ha detto: "Sono orgoglioso perché spero di essere ricordato come quello che ha portato per la prima volta nella storia il Giro d’ Italia a Borgofranco, una cittadina di 3mila anime".