Attualità - 28 agosto 2022, 16:10

Bra, commozione ed emozione per l’ultima messa di don Alessandro Borsello ai Salesiani [FOTO]

Tanti giovani e fedeli si sono stretti attorno all’ex direttore nella mattina di oggi, domenica 28 agosto

Nelle foto alcuni momenti dell’ultima Messa celebrata da don Alessandro Borsello ai Salesiani di Bra

Nelle foto alcuni momenti dell’ultima Messa celebrata da don Alessandro Borsello ai Salesiani di Bra

La Messa è finita. Domenica 28 agosto don Alessandro Borsello ha salutato la comunità salesiana e la città di Bra. Lo ha fatto dall’altare eucaristico durante una celebrazione densa di commozione ed emozione. Troppo piccola la cappella dell’Istituto San Domenico Savio per contenere l’affetto di fedeli, animatori e giovani dell’oratorio che si sono stretti per l’ultima volta attorno al loro pastore. Presente tra i banchi anche una delegazione di amministratori comunali, guidata dal sindaco Gianni Fogliato.

A tutti don Alessandro ha lasciato un insegnamento tratto dalla parabola dei primi e degli ultimi posti: “Nella vita è importante l’umiltà. La logica di fare le cose per la ricompensa e per farsi dire ‘bravo’ dalla gente non deve essere il motore delle nostre scelte. Il vero criterio da seguire è quello di costruire il bene affidandosi e fidandosi del Signore, secondo la logica dei talenti. È ciò che hanno fatto i Santi come il Cottolengo, don Bosco e Madre Teresa di Calcutta, che hanno abbandonato le proprie certezze di vita per spendersi a favore degli ultimi”.

I momenti della liturgia sono stati scanditi dai canti di ragazzi e ragazze che hanno dato prova di stima e amicizia per il celebrante, indossando una maglietta con tanto di scritta “Grazie don Ale” e in calce una frase di San Giovanni Bosco: “Camminate con i piedi per terra e con il cuore abitate il cielo”.

Prima della benedizione, il concelebrante don Livio Sola ha voluto ringraziare don Alessandro a nome della comunità. E lo ha fatto con un sentimento racchiuso in tre parole: “Cuore, passione e sacrificio, che sono alla base dell’amore messo verso di noi, verso l’ambiente e verso quello che facevamo. E insieme ce l’abbiamo fatta, perché l’unione fa la forza. Quello che gli auguriamo è di compiere sempre la volontà di Dio. La preghiera sarà il trait d’union tra le nostre nuove e diverse attività”.

Un lungo, lunghissimo applauso ha sciolto l’emozione riflessa negli occhi lucidi della gente e dello stesso don Alessandro che ha ancora avuto parole di gratitudine e di gioia per l’affetto ricevuto e coagulato nel rinfresco finale offerto dagli allievi di arte bianca del Cnos-Fap.

Il direttore nella casa salesiana rappresenta don Bosco, la sua paternità educativa, la sua sollecitudine per i giovani e le famiglie. Don Alessandro Borsello, classe 1973, è l’esempio di chi si è speso per tre anni a fianco delle centinaia di ragazzi che frequentano l’Istituto San Domenico Savio di Bra. Senza contare la permanenza sotto la Zizzola tra il 2009 ed il 2015 con altro incarico.

“Se chiudo gli occhi i primi pensieri che mi vengono in mente sono quelli di don Greppi e del signor Mano, quindi della comunità. L’altro pensiero è quello della prima Messa dopo il lockdown, quando abbiamo ripreso le attività con i ragazzi della scuola e dell’oratorio. C’è stata la fatica di aver vissuto il cortile vuoto e la gioia di vederlo tornare in vita”.

Ma nulla è per sempre e così anche le esperienze più belle finiscono. Proprio questo è il segreto della fecondità e dell’efficacia della missione salesiana. Così, ha accettato, in spirito di obbedienza, la nuova destinazione, che profuma di un ritorno alle origini, visto che si tratta di andare a Valsalice dove si trova lo storico liceo torinese istituito nel 1879 da don Bosco.

“Non ho chiesto io di andare a Valsalice, ma non avevo chiesto nemmeno di venire a Bra, così come non avevo chiesto di andare a Valdocco e Chatillon. In questa logica, vale la pena fidarsi. La fatica che si fa nel lasciare gente a cui si vuole bene non è inutile”.

Aggiungendo: “La preghiera continua e ci sostiene. Ringrazio la comunità, perché qui ho imparato a fare il direttore nella gioia e nella fatica. Sono stati tre anni belli, ma anche faticosi, perché c’è stato il Covid, perché abbiamo detto addio a don Greppi e al signor Mano”.

Infine l’invito ad accogliere con lo stesso spirito il suo successore: “Anche per lui è faticoso lasciare persone a cui ha voluto bene, ma questo va letto come un disegno provvidenziale che se adesso si fa fatica a capire, porta a qualcosa di più e la ricompensa non mancherà”.

Al suo posto, come direttore, subentrerà don Riccardo Frigerio, che ha lavorato con la stessa passione, generosità e competenza a servizio dei ragazzi in quel di San Benigno Canavese.

Ad entrambi i migliori auguri di buon lavoro, uniti alla preghiera dell’intera comunità braidese, affinché siano sempre testimonianza viva dello spirito di don Bosco e nella passione educativa per tutti i giovani.

Silvia Gullino

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU