Attualità - 13 luglio 2022, 09:32

Contagi Covid, Veglio (Asl Cn2): "Il rischio vero ora è una nuova riduzione dei servizi sanitari"

Casi quotidiani risaliti sopra quota 200 in Langhe e Roero (24 i ricoveri) mentre l’azienda sanitaria è chiamata a riorganizzarsi per fare fronte alle vaccinazioni degli over sessanta

Massimo Veglio, direttore generale dell'Asl Cn2

Massimo Veglio, direttore generale dell'Asl Cn2

Una curva che parte dei 60 positivi del 2 giugno scorso, tocca il suo minimo coi 6 casi di dieci giorni dopo. Poi riprende a virare verso l’alto sino ai 220 del 4 luglio, seguiti nelle giornate successive da valori quotidiani ormai stabili sopra quota 200.

Questa la misura dei contagi sul territorio di Langhe e Roero secondo le risultanze dell’Asl Cn2, che oltre ai positivi registra un numero di ricoveri Covid ora attestato a 24 persone (lunedì erano 19). Pazienti che a Verduno sono finiti "per Covid" (ma nessuno risulta grave da richiedere trattamenti di terapia intensiva), ma anche per ragioni che in realtà rispecchiano l’alta diffusione dell’infezione tra la popolazione. Così che tra queste si conta anche un certo numero di persone che in ospedale vi sono arrivate per altre ragioni, come è il caso di due fratturati operati d’urgenza nei giorni scorsi.

"E’ lo spaccato locale di una tendenza nazionale – conferma dal suo ufficio in ospedale il direttore generale dell’Asl Cn2 Massimo Veglio –, in un contesto nel quale, come in tutta Italia, ormai si fanno pochi accertamenti, per cui certamente occorre parlare di numeri sottostimati".

Lunedì alla direzione dell’Asl è arrivata la circolare ministeriale che prescrive i termini coi quali le aziende sanitarie dovranno organizzare la campagna di somministrazione della quarta dose agli ultra60enni. Indicazioni che la Regione ha intanto fatto proprie nella giornata di ieri (leggi qui).

"Ciò che rileva – spiega il dottor Veglio – è che dovremmo riorganizzarci nuovamente sulle vaccinazioni. Purtroppo non è un problema da poco perché, ancora una volta, questa esigenza assorbirà energie preziose mentre stavamo facendo uno sforzo importante per recuperare le prestazioni perse nei mesi delle ultime ondate".

Sullo sfondo, più che in passato, incombe peraltro il rischio che questo ennesimo cambio di rotta sugli obiettivi della sanità locale venga frustrato da risultati insoddisfacenti. "Purtroppo allo stato è prevedibile che su 100 vaccinazioni programmate se ne portino a casa 20. Soprattutto perché negli ultimi mesi è passato il messaggio che il Covid non esiste più. Per cui gli utenti in molti casi non verranno a vaccinarsi per una serie di ragioni la prima delle quali è la bassa attenzione al problema che si avverte in questo momento, al netto di numeri che nessuno ascolta più".

Se gli effetti di una simile risposta li vedremo in autunno è difficile fare previsioni.
"Essendo effettivamente vero che la variante Omicron 5 ha una contagiosità molto alta, ma una morbilità bassa, potrebbe essere anche vero che, se tante persone si infettano, questo potrebbe avere un effetto per certi versi pari a una dose di vaccino su ampie fette della popolazione, proteggendo da una prossima ondata. Come è possibile che questa stessa alta diffusività possa invece generare nuove varianti più letali. Sono due ipotesi entrambe possibili. Quello che è certo è che, se continua così, dovremmo nuovamente chiudere delle attività chirurgiche, mentre stavamo cercando di spingere per recuperare il pregresso".

"In questo momento
– prosegue – siamo attivi con otto sale operatorie, più quelle per le prestazioni aggiuntive. Un alto numero di contagi e quindi di ricoverati positivi ci costringerà a fermare nuovamente parte di queste attività. Per tornare a riservare zone specifiche agli infetti e perché intanto, banalmente, gli operatori si infettano, come il resto della popolazione: nelle stesse sale operatorie abbiamo cinque addetti fermi, in questo momento".

"Il rischio vero, in questa fase, è la riduzione o sospensione dei servizi non Covid – è l’amara conclusione del direttore –. E d’altra parte non si capisce perché tutti possono fare liberamente quello che vogliono, senza dover rispettare alcun tipo di restrizione, mentre invece l’apparato sanitario deve continuare a fare i salti mortali, ricevendo peraltro le proteste delle persone che non possono ricevere le prestazioni che vorrebbero".

Ezio Massucco

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