Salmonella nel cioccolato. Dopo il caso Ferrero, un altro stabilimento di produzione belga è finito sotto i riflettori a causa di una contaminazione del batterio nei prodotti.
Il caso Ferrero aveva portato alla chiusura dello stabiimento Ferrero di Arlon, chiuso dallo scorso 8 aprile per il supposto collegamento tra gli ovetti Kinder prodotti al suo interno e l’epidemia di salmonellosi che secondo l'European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) aveva colpito 16 Paesi in Europa, Regno Unito, Usa e Canada con 485 casi tra confermati e sospetti.
A metà giugno la riapertura condizionale per un periodo di tre mesi, concessa dall’Agence Fédérale Pour la Sécurité de la Chaîne Alimentaire (Fasfc), l’agenzia per la sicurezza alimentare del Belgio, che aveva deciso di accogliere la domanda presentata dalla multinazionale albese nel maggio scorso.
La vicenda, questa volta, coinvolge la svizzera Barry Callebaut, che produce il cioccolato per Mars, Snickers e KitKat. Lunedì 27 giugno sono state interrotte le linee di produzione Barry Callebaut nello stabilimento di Wieze, in Belgio. In un lotto di prodotti è stata riscontrata la presenza del batterio della salmonella. È stato subito rilevato che all'origine della contaminazione c'era la lecitina, un grasso vegetale o animale utilizzato nella lavorazione del cioccolato.
La rapidità con cui sono state eseguite le analisi ha permesso di bloccare le spedizioni dei prodotti prima che arrivassero sui banchi dei supermercati e quindi prima che potessero venir acquistati da eventuali consumatori. A quanto si apprende, la produzione resterà ferma finché i locali non verranno completamente sanificati. Nessun dei prodotti contaminati è fortunatamente arrivato ai consumatori.





