Riceviamo e pubblichiamo.
Il presidente Cirio, con ordinanza, ha chiuso oggi tutte le scuole di ogni ordine e grado in provincia di Cuneo e di Torino, nel Vercellese e nell’Ossola, dal 8 al 20 marzo; restano aperti i nidi e i micronidi.
Questo è il risultato dell’applicazione del combinato disposto degli articoli 21 e 43 del Dpcm Draghi. Insomma di regole che disciplinano le nuove zone rosse che negli ultimi mesi, al tempo di Conte, consentivano comunque di tenere aperti gli asili, le elementari e la prima media.
So bene che i numeri di questi giorni sono allarmanti. E che le prossime settimane si preannunciano come durissime dal punto di vista sanitario, ma credo altrettanto che il Paese non abbia più la forza di affrontare le stesse misure anti-Covid di un anno fa.
Le persone, le famiglie, le imprese sono allo stremo. Sotto il profilo psicologico, sociale ed economico.
Inoltre un dato costante accompagna questo anno di pandemia: a pagare per prima e prima di tutti è stata la scuola, sono stati i nostri ragazzi. In nessun Paese europeo le scuole sono state chiuse tanto quanto in Italia.
In questo quadro, per ora, il nuovo Governo non ha fatto altro che inasprire i provvedimenti di quello precedente.
Attendiamo tutti con ansia la soluzione (l’unica soluzione) dei vaccini. Ma nel frattempo occorre tenere presente, a mio modesto parere, lo stato d’animo delle persone che un anno fa esibivano dai balconi la scritta “Andrà tutto bene” perché avevano in cuore una forza e una speranza che oggi non hanno più.
E non trovo giusto che a pagare siano sempre coloro che hanno meno voce in capitolo, che non votano e che pagheranno (insieme agli anziani) più di ogni altro questa triste vicenda: i nostri ragazzi.
Maurizio Marello,
consigliere regionale del Piemonte.





