Con oltre 15 anni di esperienza nell'e-commerce e nel marketing online (TargatoCN ne raccontava già nel 2012) Marco Prando, 47 anni di Grinzane Cavour, è considerato una tra le persone con maggiore competenza sul territorio nell'ambito del "business online".
Grazie all'esperienza acquisita a livello nazionale ed internazionale Marco Prando attualmente supporta, con un approccio concreto tipico delle persone di Langa, piccole e medie imprese ed Enti anche con modelli aziendali tradizionali nello sviluppo del business grazie all'applicazione delle nuove leve digitali.
“Mi piace essere al fianco di aziende e di imprenditori che comprendano che con il digitale non si fanno i miracoli ma che con il duro lavoro e con il tempo necessario grazie al digitale è possibile accelerare, competere e vincere anche in un contesto competitivo sempre più complesso”
Lo abbiamo incontrato per un parere in merito alle opportunità che il digitale può offrire, in questo particolare momento storico, alle aziende del nostro territorio.
Innanzitutto, come è nata questa professione oltre 15 anni fa? "Ho avuto la fortuna di crescere nel marketing di Giordano Vini, multinazionale facente parte di Italian Wine Brands, primo gruppo vitivinicolo quotato in borsa italiana, un'azienda fin dalle origini votata al consumatore finale. Per questo ho avuto l'opportunità di essere un pioniere nell'e-commerce passando in azienda dalle vendite televisive/catalogo alle vendite online, di cui sono stato responsabile fino al 2018. In quell’azienda contavano solo i numeri, fatturato, margine, business vero, non le visite al sito o i like su su Instagram. Ho avuto modo di capire cosa online serva veramente per generare business; c'è spesso poca concretezza quando si parla di digitale”
Marco sorride, un pò emozionato, quando ci racconta un episodio che ha come protagonista un imprenditore illuminato che con le vendite a distanza ha costruito un impero: Ferdinando Giordano (morto nel 2017 all'età di 87 anni) "E' stato un momento epico: il Sig.Ferdinando mi chiese ovviamente in dialetto piemontese "Ma cosa urelu s'internet? (ma cosa è internet? ndr). Sapevo che da quella risposta sarebbe dipeso il budget che l’azienda mi avrebbe o meno dato per sviluppare le vendite online. Gli risposi "E' un modo per vendere vino con il computer". A quel punto lo convinsi e da li partimmo; ora quell’azienda fattura online decine di milioni di Euro.”
Parliamo di social media, se ne parla molto, quale è il suo punto di vista relativamente al business?
"Sono una grande opportunità ma la quasi totalità delle aziende a mio avviso non li sta usando nel modo corretto; quasi tutti pensano che facendo qualche post su Facebook ed Instagram e investendo in pubblicità si raggiungano risultati. Purtroppo è falso. I social devono essere utilizzati per costruire relazioni virtuali ma sincere e non per generare maggiore visibilità e comunque sempre nell'ambito di una strategia digitale complessiva, che non contempli esclusivamente i social media. E’ di fondamentale importanza nelle aziende la figura del community manager, la nuova frontiera del vecchio servizio clienti”
Anni fa, proprio a proposito di social media, Marco ha fondato inLanghe, la prima community online legata alle Langhe, ancora oggi leader online tra i social del territorio con oltre 50.000 fan e follower.
"Ho puntato su numeri veri, sul passaparola, sulla relazione tra e con gli utenti e questo mi ha portato fortuna perché inLanghe è diventato ben presto un progetto di successo che mi ha aperto le porte a collaborazioni importanti e che durano tutt’ora da oltre 10 anni con i principali player del turismo: dalla Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’ Alba a diverse ATL e Consorzi privati di operatori turistici piemontesi”
I mesi del Covid ed il digitale, molti sostengono che il digitale e le vendite online possano essere un buon modo per superare la crisi, cosa ne pensa? "Sarò sincero, ciò che vedo mancante è la competenza ma soprattutto la sensibilità digitale all'interno delle aziende, quella che può aiutare a discernere tra una proposta commerciale seria ed una meno e che soprattutto può aiutare la aziende a capitalizzare la visibilità che il digitale può offrire. Se io fossi un imprenditore e cercassi un ritorno reale dal mondo del digitale investirei quindi in competenze interne. Senza di quelle molti altri investimenti online a mio avviso risultano vani.
Quello che le aziende devono capire è che il web non è una versione digitale di una pagina sul giornale o di uno spot, cose che hanno tutt’ora importanza ma che hanno come obiettivo l'essere visti da più persone possibili: il web è un nuovo e del tutto diverso approccio al business basato, nella quasi totalità dei casi, sulla costruzione di una relazione con il cliente finale. Ormai il rapporto è diretto: dalle aziende al consumatore, il web è solo un luogo che funge da intermediario in cui occorre essere presenti nel modo corretto per trarne vantaggi concreti in termini di business e non solo di maggiore visibilità"





