Bra - 27 gennaio 2021, 08:43

27 gennaio 2021: il Caffè Letterario di Bra racconta la Shoah

Ecco 12 libri per una Giornata della Memoria lunga tutto l’anno

27 gennaio 2021: il Caffè Letterario di Bra racconta la Shoah

Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici: considerate se questo è un uomo, che lavora nel fango, che non conosce pace, che lotta per un pezzo di pane, che muore per un sì o per un no. Considerate se questa è una donna, senza capelli e senza nome, senza più forza di ricordare, vuoti gli occhi e freddo il grembo, come una rana d’inverno” (Se questo è un uomo di Primo Levi, Einaudi).

27 gennaio 1945: l’Armata Rossa entrava nel campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia. Il mondo scopriva il significato della parola Shoah. Tra il 1933 e il 1945 le vittime dei nazifascisti furono dai 15 ai 17 milioni. Uomini e donne, anziani e bambini. Gli ebrei che scomparvero furono dai 5 ai 7 milioni. La Giornata della Memoria è il nostro omaggio a tutti loro.

Il tempo passa e si porta via poco a poco i protagonisti diretti di quell’olocausto e gli eroi che, opponendosi al progetto di sterminio, a rischio della propria vita, hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Le loro parole, però, restano nei libri, perché “La memoria vale come vaccino contro l’indifferenza” (Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz e autrice di Scolpitelo nel vostro cuore, Mondadori).

Il Caffè Letterario di Bra ha scelto 12 libri tra i più recenti ed interessanti da leggere e rileggere. Per una Giornata della Memoria lunga tutto l’anno.

Il bambino con il pigiama a righe di John Boyne (Rizzoli). Il libro più letto nelle scuole per comprendere l’orrore dell’Olocausto. Siamo nel 1942, due bambini seduti a terra l’uno di fronte all’altro, uno vestito normalmente e l’altro con la testa rasata e un goffo completo, molto più grande della sua taglia, a fasce verticali bianche e nere. A dividerli c’è una rete metallica dal filo spinato molto alta. Sono Bruno e Shmuel, uno tedesco, di pura razza ariana e figlio di uno spietato comandante delle SS, l’altro un coetaneo ebreo prigioniero del lager di Auschwitz. Del nazismo a Bruno non importa, anzi ci tiene a rafforzare i suoi rapporti con Shmuel, tanto da convincersi ad oltrepassare la rete per aiutare l’amico e…

Luci nella Shoah di Matteo Corradini (De Agostini). Un libro di divulgazione sulla Memoria che è per la prima volta anche un libro di speranza e amore. Le 28 storie raccolte in questa antologia sono vere ed i loro protagonisti adolescenti del tutto simili ai giovani lettori cui il libro è destinato. Vicende commoventi, illuminanti ed esemplari che ci rivelano dove possiamo trovare la forza di cui abbiamo bisogno nei momenti difficili.

Mai più. Per non dimenticare di R.J. Palacio (Giunti). Dall’autrice di Wonder, la graphic novel che ha conquistato i bambini di ogni paese con il suo mondo immaginario in cui domina la gentilezza. Qui la nonna di Julian, uno dei ragazzi già suo protagonista, racconta il suo passato. E ricorda come nella Francia occupata dai nazisti lei, giovane ebrea, si è salvata grazie all’aiuto di un compagno. Proprio quello che prima tutti evitavano.

Fuorigioco di Fabrizio Silei e Maurizio Quarello (Orecchio Acerbo). Vienna, primavera del 1938. Marcus, 9 anni, va pazzo per il calcio e per il Führer. Il suo eroe preferito non è però il duce tedesco, ma il capitano della nazionale austriaca, Matthias Sindelar. Marcus è sugli spalti per vedere Austria-Germania. Sarà l’ultima partita tra le due nazionali che, dopo l’annessione tedesca, si fonderanno. Estroso e imprevedibile, Sindelar, detto il Mozart del pallone, rifiuta però di suonare lo spartito delle autorità naziste. E inventa gol e assist memorabili per cui non sarà mai perdonato.

Un amore ad Auschwitz di Francesca Paci (UTET). Una favola senza lieto fine, come talvolta accade alle favole vere. Una storia d’amore dai contorni leggendari, inspiegabilmente e ingiustamente dimenticata, che la giornalista Francesca Paci ricostruisce per la prima volta in tutti i suoi aspetti, grazie a fonti attinte dall’archivio del museo statale di Auschwitz, documenti dell’epoca e testimonianze dirette dei pochi sopravvissuti.

Il fabbricante di sogni di R.M. Romero (De Agostini). Una vera e propria favola universale, una straordinaria allegoria, più attuale che mai, sulla guerra e sull’odio razziale. Una storia dal grande potere immaginifico e dall’eccezionale forza letteraria che ci ricorda quanto sia importante credere nella magia e nell’amore, per sopravvivere all’orrore della realtà.

Un sacchetto di biglie di Joseph Joffo (Rizzoli). L’autobiografia di un ebreo che racconta la propria infanzia e le persecuzioni subite nella Francia occupata dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale. Dalla fuga da Parigi alla ricerca di un rifugio fino alla salvezza definitiva avvenuta grazie all’intervento di un sacerdote cattolico, il coraggio di due fratelli disposti ad affrontare le situazioni più pericolose per salvarsi e le esperienze che li fanno maturare nonostante la giovane età.

Maus di Art Spiegelman (Einaudi). La storia di una famiglia ebraica tra gli anni del dopoguerra e il presente, tra la Germania nazista e gli Stati Uniti. Un padre, scampato all’Olocausto, una madre che non c’è più da troppo tempo e un figlio che fa il cartoonist e cerca di trovare un ponte che lo leghi alla vicenda indicibile del padre e gli permetta di ristabilire un rapporto con il genitore anziano. Una storia familiare sullo sfondo della più immane tragedia del Novecento. Raccontato nella forma del fumetto dove gli ebrei sono topi e i nazisti gatti.

Le 999 donne di Auschwitz di Heather Dune Macadam (Newton Compton). L’autrice, attivista impegnata contro la negazione dell’Olocausto, ha fatto ricerche per dieci anni, raccogliendo testimonianze e interviste, documenti fotografici. Da lì è nato questo saggio. Il racconto delle prime donne deportate ad Auschwitz che è anche un documentario con lo stesso titolo.

L’alto nido di Roxanne Van Iperen (Bompiani). Febbraio 1943. Le sorelle Lien e Janny Brilleslijper, militanti della resistenza olandese, trasformano una villa nei pressi di Amsterdam (l’Alto Nido del titolo) in un rifugio dove nascondere famiglie di ebrei. E proprio a due passi dalla casa di alcuni leader del Partito Nazista. Nel 1944 però vengono tradite e arrestate e finiscono ad Auschwitz, dove incrociano Anne e Margot Frank nei loro ultimi giorni di vita…

Si chiamava Anne Frank di Miep Gies (UTET). Pochi sanno che il diario di Anne Frank, rilegato a scacchi bianchi e rossi e riempito dalla grafia fitta e minuta di una quindicenne, non sarebbe mai arrivato fino a noi se una ragazza olandese di origine austriaca non l’avesse salvato e custodito, con la speranza (purtroppo illusoria) di restituirlo alla sua proprietaria. Quella ragazza si chiamava Miep Gies, e questa è la sua storia.

Diario di Anne Frank (Einaudi). Quando Anne inizia il suo diario, nel giugno del 1942, ha appena compiuto tredici anni. Poche pagine, e all’immagine della scuola, dei compagni e di amori più o meno ideali, si sostituisce la storia della lunga clandestinità: giornate passate a pelare patate, recitare poesie, leggere, scrivere, litigare, aspettare, temere il peggio. Dentro ad ogni pagina c’è una ricca costellazione emotiva e si sente tutta la sua voglia di vivere. Arrestata e deportata, è invece morta di tifo nel febbraio 1945 a soli 15 anni nel lager di Bergen-Belsen, in Germania.

Un suggerimento: fazzoletti a portata di mano. Tanti. 

Silvia Gullino

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