Regione - 18 novembre 2020, 07:15

Cirio, Icardi e Marnati scrivono a Conte: "Serve una deroga sullo stop al traffico per ridurre le emissioni di PMI"

Secondo gli scriventi - che hanno indirizzato la lettera anche ai ministri Costa e Speranza - è necessario trovare un punto d'incontro tra le necessità dell'emergenza sanitaria e quelle ambientali: "Si possono scongiurare gli assembramenti e ridurre le emissioni, garantendo comunque gli spostamenti necessari"

Foto generica

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Alberto Cirio, Luigi Icardi e Matteo Marnati non hanno dubbi: le misure di limitazione al traffico dalle 8.30 alle 18.30 di ogni giorni per i veicoli di categoria M1 - adibiti al trasporto di persone con al massimo otto posti a sedere oltre al conducente - con motore diesel Euro 4 e 5, generate dalla necessità di ridurre le emissioni in atmosfera, necessitano di una riformulazione. E, nello specifico, di un superamento, nel caso in cui ci si debba spostare per ragioni considerate valide dall'ultimo DPCM.

E' questa, in sintesi, la richiesta che i tre soggetti della Regione Piemonte hanno consegnato alla lettera inviata ieri (martedì 17 novembre) al presidente Giuseppe Conte e ai ministri Costa e Speranza, a seguito dell'attivazione delle misure emergenziali per il raggiungimento del quarto giorno consecutivo della soglia massima di microgrammi di PM10 al metro cubo in diversi comuni piemontesi (causata, secondo gli scriventi, soprattutto dalla mancanza di piogge e di vento).

Il 25 settembre scorso la Regione ha prodotto l'elenco dei comuni interessati alle misure di limitazione delle emissioni in atmosfera e lo schema di ordinanza sindacale tipo per la loro applicazione. Ma con l'entrata del Piemonte nelle aree del territorio nazionale caratterizzate dallo scenario sanitario più grave in assoluto sono entrate in vigore le ben note misure restrittive per l'intera popolazione, tra cui quelle di divieto di spostamento individuale se non determinato da comprovate esigenze e la riduzione della capacità massima del trasporto pubblico.

Le due necessità - quella dell'emergenza sanitaria e quella di riduzione delle emissioni - devono quindi trovare un punto d'incontro: "Ciò consentirebbe di evitare che vengano meno le prescrizioni connesse alla limitazione dell’utilizzo dei mezzi pubblici al 50% della capienza, finalizzate a contenere l’infezione da COVID19 riducendo il più possibile i rischi derivanti da forme di assembramento, e, nel contempo, di garantire gli spostamenti necessari" si legge nella lettera.

Per gli scriventi, inoltre, la richiesta "trova altresì fondamento nelle analisi, condotte da Arpa Piemonte durante la prima fase dell’emergenza COVID19, degli effetti sulla qualità dell’aria e sulle emissioni in atmosfera, che hanno messo in evidenza come il traffico veicolare è il maggiore responsabile dell’inquinamento da biossido di azoto; per il PM10 il quadro emissivo è risultato più complesso evidenziando che una parte significativa è di origine primaria, emessa principalmente dal settore del riscaldamento civile in particolare dalla combustione della biomassa legnosa, un’altra altrettanto significativa è invece di natura secondaria, in larga parte prodotta dalla trasformazione in particelle di altre sostanze emesse originariamente in forma gassosa da molteplici fonti".

redazione

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