Il social gaming è un fenomeno, non solo sociale e digitale, che ha caratterizzato enormemente il periodo più importante dell’emergenza pandemica, e ha preso piede proprio nell’ultimo anno e mezzo. Oggi è una realtà che presenta numeri molto elevanti e, semplicemente nominandola, si portano in ballo anche tante altre connessioni legate a essa. Questo perché il social gaming porta con sé tutta una serie di opportunità che sono state ben sfruttata da brand che hanno saputo cogliere occasioni di marketing con un pubblico già targetizzato.
Che cos’è il social gaming?
Quando si parla di social gaming si indentifica, in genere, una nuova modalità di gioco dei videogame. Questa si basa su una modalità di gioco che prevede un interazione sociale tra i suoi partecipanti. Un fenomeno, se ci pensiamo, talmente diffuso da aver permesso la nascita di piattaforme specializzate proprio in questo settore. L’esempio più lampante è dato da https://www.twitch.tv, una piattaforma, poi ampliatasi e collegabile anche al proprio account Amazon Prime, dove qualsiasi giocatore può trovare avversari, compagni di squadra o essere un semplice osservatore dei giochi altrui.
I motivi che spingono gli utenti a giocare online su piattaforme come Twicht o Facebook sono molteplici. A qualcuno interessa la competizione, magari chi è in cerca di sfidanti o di compagni di squadra, molti invece sono spesso curiosi o cercano un modo per rilassarsi.
Ma che cosa c’entra qui il marketing? Nel momento del gioco online, la pubblicità ha esattamente gli stessi vantaggi di quella prodotta per i social network, e quest’ultima in particolare, si sa, è stata una vera svolta nel mondo dell’advertinsing; basti pensare alla nascita di un settore dedicato che prende il nome di influencer marketing.
Infatti, proprio grazie ai giochi online, esattamente come accade nei social network, è possibile targetizzare il proprio pubblico, misurare i risultati ottenuti e ottimizzare la brand awareness.
Il contenuto pubblicitario è però differente quando si parla di giochi piuttosto che di social network. Se, per esempio, sui social troviamo una pubblicità legata ai modelli grafici bidimensionali standard, come video, foto o caroselli. Le opzioni di pubblicità presenti nelle piattaforme di social gaming presentano una più ampia manovrabilità, soprattutto dal punto di vista creativo a disposizione. Talvolta è infatti possibile usare elementi dei giochi stessi come accessori pubblicitari, come capita con le armi in Fortnine.
Una collaborazione tra brand e giochi online vincente, che merita sicuramente un posto d’onore, è quella tra Animal Crossing: New Horizons e il Getty Museum. Con questa collaborazione è stato possibile, per i giocatori, integrare diverse opere d’arte del museo, all’interno delle loro case virtuali. Il connubio perfetto per non perdere nulla nel divertimento e, allo stesso tempo, farsi conoscere senza infastidire l’utente con una pubblicità che talvolta può risultare invasiva.
L’interno fenomeno del social gaming è, complessivamente, quasi una naturale dilazione di un percorso intrapreso anni fa da quei portali di casinò e gaming, che già da tempo offrivano un’ampia varietà di titoli. Per esempio, i casinò digitali censiti da https://www.casinos.it/ si trovano numerosi giochi dove è possibile accedere con il proprio account sia da pc che da dispositivo mobile e i giocatori possono decidere diverse modalità di gioco. Tra queste alcune sono simili a una vera e propria interazione sociale, dove è possibile comunicare come in un reale casinò fisico. Anche in questi casi si realizza così un’interazione sociale sulla stessa linea del social gaming, sempre più indirizzata ad allontanarsi dalla videoludica anonima e sterile.
Gli obbiettivi del social gaming
Con l’emergenza sanitaria che ha contraddistinto questi ultimi anni, i numeri relativi al social gaming sono aumentati esponenzialmente. Se si prende in considerazione solo il mese di luglio 2020 di parla di cifre che si aggirano intorno ai 2,7 miliardi di social gamer in tutto il mondo.
Si tratta di un pubblico estremamente vasto che può essere intercettato facilmente da azioni di marketing mirate. Ma prima ancora di produrre alcun tipo di pianificazione, bisogna capire le motivazioni che li ha spinti ad approcciarsi al social gaming. Queste sono ben esplicate nel sito di https://wearesocial.com/ dove al primo posto c’è proprio una ricerca di socializzazione, seguita da una necessità di fuga dalla realtà, condita da trame fantastiche.
Come immaginato dunque l’obbiettivo primario è proprio la socialità, riscontrato maggiormente negli utenti più giovani, con un’età compresa tra i 16 e i 24 anni, che improvvisamente si sono trovati tagliati fuori dalla vita sociale a causa delle restrizioni della pandemia. Per questo si sono anche create delle community di social gamer, nate con la voglia di differenziarsi e spiccare.
Elementi che, in maniera etica e responsabile, possono essere utilizzati dai brand per targettizzare il proprio pubblico e creare dell’advertising ad hoc.





