Attualità - 31 dicembre 2025, 06:01

La rottura tra centrosinistra e Patto Civico è stato il fatto politicamente più rilevante accaduto in Provincia nel 2025

Battaglie per presidenza dei Parchi e Atl, nuove formazioni civiche e avvicendamenti nei partiti, oltre al mini test elettorale a Sanfront, Morozzo e Saliceto: la mappa politica cuneese in trasformazione

Luca Robaldo, presidente della Provincia di Cuneo

La vita politica del 2025 nel Cuneese non è stata segnata da competizioni elettorali se non per un mini test amministrativo che ha interessato tre piccoli Comuni: Sanfront, Morozzo e Saliceto. A Sanfront è stato eletto sindaco Francesco Lombardo; a Morozzo Sergio Costamagna; a Saliceto Giovanni Genta.

Il fatto politicamente più rilevante è stata la rottura, registratasi in seno al Consiglio provinciale, tra il gruppo di centrosinistra “La Nostra Provincia” e quelli del “Patto Civico per la Granda” (centro) e “Ripartiamo dalla Granda” (centrodestra).

Il centrosinistra, Pd in primis, si è chiamato fuori da una maggioranza che fino ad allora era stata sostanzialmente unitaria accusando di ingratitudine il presidente Luca Robaldo.

In sostanza, il Pd ha rinfacciato al presidente della Provincia di aver chiesto e ottenuto i suoi voti per essere eletto al vertice salvo poi, in occasione delle elezioni regionali 2024 e della partita della Fondazione CrCuneo, aver cambiato bandiera e stretto un patto col centrodestra.

Robaldo, dal canto suo, ha sempre rivendicato la “civicità” del suo ruolo e, a suggellare questa posizione, a fine marzo ha tenuto a battesimo a Fossano il Patto Civico, affidandone la guida al consigliere comunale saviglianese Alberto Pettavino.

Per vari mesi, nel corso del 2025, è impazzata la battaglia – tutta interna al centrodestra - per la presidenza dei due Parchi, Marittime e Po, e per l’Atl, l’Azienda Turistica Cuneese con scenari che mutavano repentinamente.

Per i Parchi, dopo lungo tergiversare, il presidente della Regione Alberto Cirio ha poi designato Armando Erbì alla guida del primo e Marco Dastrù del secondo.

[Armando Erbì, presidente Parco Alpi Marittime]

Mentre per l’Atl di Alba, Roero e Monferrato, la riconferma di Mariano Rabino è avvenuta senza colpo ferire, più travagliata si è rivelata quella cuneese.

[Mariano Rabino, presidente Atl di Alba, Roero e Monferrato]

A conclusione di una lunga partita, l’ha spuntata Gabriella Giordano mentre Mariano Occelli, in precedenza indicato per il vertice, ha dovuto accontentarsi della vicepresidenza.

Si dice che la Lega abbia puntato i piedi e che Cirio, per non irritare Molinari e Bergesio, abbia dovuto abbozzare.

A fine giugno l’assessore regionale Paolo Bongioanni (Fratelli d’Italia) ha ottenuto dal presidente Cirio anche la delega al Turismo, oltre a quelle di Agricoltura, Commercio, Caccia Pesca ecc. che già aveva.

[L’assessore regionale Paolo Bongioanni (Fratelli d’Italia)]

Una promozione che l’ha reso “superassessore” e gli ha consentito di levare ancora con maggior entusiasmo il pollice verso l’alto, gesto nel quale viene quotidianamente immortalato nelle fotografie (istituzionali a non).

A luglio anche la Camera di Commercio ha avuto la sua giunta guidata da Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Cuneo, esecutivo nel quale  sono entrate per la prima volta tre donne su sette componenti.

Per l’ente camerale tutto è filato liscio senza le complicazioni che si erano avute per Parchi e Atl.

Per quanto riguarda la vita dei partiti, a metà aprile, Davide Sannazzaro, sindaco di Cavallermaggiore e consigliere provinciale, è subentrato a Mauro Calderoni (ex sindaco di Saluzzo e ora consigliere regionale di opposizione) quale segretario provinciale del Pd, il maggior partito di opposizione a livello nazionale, regionale e ora anche provinciale.

[Davide Sannazzaro, sindaco di Cavallermaggiore, consigliere provinciale e segretario provinciale PD]

Avvicendamenti anche nei piccoli partiti: a metà febbraio Giacomo Prandi ha assunto la guida di Azione, il partito di Carlo Calenda che fino a pochi mesi prima in provincia di Cuneo si identificava con Enrico Costa.

Il deputato monregalese, nel settembre del 2024 aveva infatti lasciato Azione,  di cui era vicesegretario nazionale, per fare ritorno, per la terza volta, in Forza Italia.

Alla vigilia di ferragosto, Marco Perosino, già senatore azzurro, si è staccato  da Forza Italia per passare a Fratelli d’Italia.

Lasciato lo staff del ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, è entrato in quello di Guido Crosetto alla Difesa.

Cirio e Graglia hanno minimizzato l’uscita: i “crosettiani” l’hanno accolta di buon grado, mentre alcuni Fratelli hanno storto il naso (ma in silenzio).

Francesco Hellmann, consigliere di minoranza a Scarnafigi, che aveva lasciato Matteo Renzi per seguire il deputato di Italia Viva Luigi Marattin, è diventato tesoriere nazionale del Partito Liberaldemocratico.

A fine agosto, la Lega è tornata a Pian del Re con Roberto Calderoli, Giorgio Bergesio, Riccardo Molinari e Luigi Icardi.

[Luigi Icardi nella fotografia di Barbara Guazzone]

Sono apparsi lontani i fasti dei riti celtici di Bossi alle sorgenti del Po. Calderoli, in quel contesto, ha rilanciato la “sua” legge sulla montagna che tante discussioni sta suscitando in queste settimane.  

A ottobre, a fare da contraltare al Patto Civico, è spuntata la “Rete Civica della Granda”, entità anch’essa civica, europeista, antisovranista, vagamente di centrosinistra, che ha accolto nel suo seno Azione pur tra qualche mugugno del centrosinistra cuneese (Cuneo Democratica e Solidale). Regista dell’operazione Marco Bertone, il quale, già nel 2022, in occasione delle amministrative a Cuneo, aveva annoverato nella lista di “Crescere Insieme” alcuni candidati renziani.

Dal canto suo, Italia Viva, il partito dell’ex premier Matteo Renzi, - nel mese di novembre – si è affidata a Heldi Reinero Shahini, che ha assunto le funzioni  di commissario esercitate in precedenza dalla sindaca di Verduno Marta Giovannini.

L’anno che volge a termine ha continuato ad essere segnato da scaramucce (più o meno sotterranee e più o meno vivaci) in casa dei Fratelli d’Italia, strascichi di ruggini congressuali che sembrano destinate a perpetuarsi.

Forza Italia ha chiuso il 2025 guardando ai congressi e al futuro di un partito dove la famiglia Berlusconi sembra determinata a voler far pesare la proprietà.

Sul piano locale il coordinatore provinciale Franco Graglia ha rivendicato orgogliosamente il più alto numero di tesserati (2000) per un partito in provincia e 130 sindaci (su 247 Comuni) di provata fedeltà a Cirio.  

[Franco Graglia]

Quasi un’esortazione all’ “estote parati” (siate pronti) perché se il presidente riuscisse mai a scalare il partito o avesse il via libera per una candidatura alle politiche nel 2027 bisognerà rinserrare le fila e avere più truppe possibili a disposizione.   

Abbiamo volutamente tralasciato le vicende amministrative dei singoli Comuni, compreso il capoluogo di provincia, per porre l’attenzione sulle vicende più propriamente politiche.

Chiudiamo questa carrellata non prima di aver ricordato che se fossimo incorsi in qualche omissione, accettiamo volentieri integrazioni o correzioni.

Non vorremmo infatti che, tra qualche decennio, quando qualcuno spulcerà gli Annales della Granda, rilevasse manchevolezze che gli hanno impedito di leggere con precisione l’esatto corso delle vicende politiche cuneesi nel 2025.

Giampaolo Testa