Attualità - 19 dicembre 2025, 11:12

RSA A. B. Ottolenghi: un anno di relazioni, progetti e una comunità che cresce

Dalla pet therapy ai laboratori intergenerazionali: come la casa di riposo albese è diventata un punto di riferimento per il territorio

Chi immagina la casa di riposo come un luogo scandito da giornate tutte uguali dovrebbe varcare la soglia della RSA A. B. Ottolenghi. Qui il tempo non si trascina: viene vissuto, condiviso, riempito di significato.

Lo raccontano gli stessi residenti, che descrivono una quotidianità fatta di attività, incontri e stimoli continui: dalla musica allo yoga, dalle visite degli animali alla presenza costante dei volontari, fino ai momenti di conversazione e socialità che nascono spontaneamente nei corridoi e negli spazi comuni. Un equilibrio prezioso tra proposte strutturate e la libertà di scegliere il proprio ritmo.

Il 2025 è stato un anno particolarmente intenso per la struttura. A ripercorrerlo è la direttrice, dott.ssa Cinzia Ramello, che sottolinea come i risultati raggiunti siano il frutto di un lavoro condiviso: «È stato un anno ricco di iniziative, costruito insieme ai professionisti che operano nella struttura e, soprattutto, grazie alla presenza di numerosi volontari e associazioni. Un patrimonio umano che per noi rappresenta una risorsa fondamentale».

Alla base di questo percorso c’è una scelta chiara: aprirsi al territorio, diventare un punto di incontro e non un luogo isolato. Una visione che ha permesso di creare una rete viva di relazioni, capace di portare benefici non solo ai residenti, ma anche alle famiglie, agli operatori e alla comunità locale.

Tra le esperienze più significative dell’anno spiccano le attività intergenerazionali, che hanno visto protagonisti i bambini della scuola dell’infanzia N. S. Suffragio e i ragazzi del doposcuola del Mussotto. Incontri semplici ma profondi, fatti di giochi, racconti, laboratori e momenti di condivisione, che hanno creato un ponte tra età diverse. Per gli anziani, la presenza dei più giovani è una fonte di energia, memoria e sorrisi; per i bambini e i ragazzi, un’occasione per imparare l’ascolto, il rispetto e il valore dell’esperienza. Un dialogo autentico che arricchisce entrambi e rafforza il senso di comunità.

Nel corso dell’anno, all’Ottolenghi si sono alternati musicisti, operatori sociali, conduttori di laboratori creativi, insegnanti di yoga, volontari dei Nasi Rossi, appassionati di storia e cultura. Un mosaico di presenze reso possibile anche grazie al supporto di enti come Fondazione CRC, Fondazione Amplifon e Banco di Beneficenza San Paolo, insieme a realtà associative quali Manganum, Le 2Impronte, Apro Formazione Professionale, Progetto Emmaus, Apneia, Arcipelago, VIP Italia, Famija Albeisa e a singole persone che, con la loro costanza, hanno contribuito a costruire legami significativi.

Grazie a questa rete, i residenti hanno viaggiato virtualmente in luoghi lontani, sperimentato discipline corporee e pratiche di benessere, partecipato a percorsi di scrittura creativa destinati a diventare un libro, e vissuto momenti di relazione anche attraverso la pet therapy. Esperienze diverse, unite da un filo comune: la possibilità di continuare a sentirsi parte attiva della vita.

«Cerchiamo di dare vita agli anni, non anni alla vita», riassume la direttrice. Un principio che trova concretezza nei piccoli gesti quotidiani, in una passeggiata nel Senior Park, in una risata durante un laboratorio, in un ricordo che riaffiora mentre si scrive o si canta insieme.

Un riconoscimento speciale, nel corso dell’anno, è stato assegnato all’Associazione Manganum, insignita del premio “Il Testimone del Volontariato”: un segno di gratitudine per una presenza costante, discreta e profondamente umana.

Ora lo sguardo è rivolto al Natale. Il 19 dicembre la RSA aprirà le porte a residenti, familiari e autorità per un momento di festa condivisa, accompagnato dalla musica del maestro Giuseppe Nova. Sarà anche l’occasione per la consegna dei doni del progetto “CIAO! C’è un regalo per te” di Fondazione Amplifon e per confermare il premio di produttività ai dipendenti, riconoscendo il valore del loro impegno quotidiano.

Il 2025 si chiude così, come un anno denso di volti, storie ed emozioni.

All’A. B. Ottolenghi il tempo non passa soltanto: prende forma, si riempie di relazioni e continua a generare vita.

cs