Attualità - 16 dicembre 2025, 14:36

Agricoltori in piazza a Torino, Calderoni e Isnardi (Pd): «La Regione non può più rinviare, servono decisioni»

Migliaia di trattori sotto il grattacielo regionale con dodici richieste chiare: meno burocrazia, sostegno alle filiere in crisi, gestione della fauna selvatica e dell'acqua. I consiglieri dem: «Senza agricoltori non c'è futuro per l'economia piemontese»

Mauro Calderoni e Fabio Isnardi

Quella andata in scena ieri, lunedì 15 dicembre, sotto il grattacielo della Regione non è stata una manifestazione come tante. Migliaia di agricoltori arrivati da ogni parte del Piemonte, con i trattori nel cuore della città, hanno portato davanti alla Giunta regionale una richiesta netta: basta rinvii, servono decisioni. “Forsa Piemunt – Date n’andi” non è uno slogan identitario, ma una chiamata diretta alla responsabilità di governo di chi oggi guida la Regione.

Coldiretti, che ha promosso la manifestazione, ha messo nero su bianco una piattaforma articolata in dodici priorità, che fotografa con chiarezza le difficoltà quotidiane delle imprese agricole piemontesi: meno burocrazia e procedure più semplici, controlli più razionali, sostegno alle filiere in crisi, strumenti assicurativi adeguati, risposte sul lavoro stagionale, politiche ambientali fondate sull’equilibrio e non sugli slogan, una gestione seria dell’acqua e del suolo, un piano per irrigazione e invasi, il contrasto alle fitopatie, una gestione efficace della fauna selvatica, una Pac più giusta e realmente utilizzabile, politiche mirate per la montagna e per le produzioni che la tengono viva.

«Quello che arriva oggi dal mondo agricolo piemontese è un messaggio maturo e responsabile - afferma Fabio Isnardi, Consigliere Regionale del Piemonte -. Gli agricoltori non chiedono deroghe o privilegi, ma politiche coerenti e una Regione capace di accompagnare chi lavora la terra in una fase segnata da cambiamenti climatici, instabilità dei mercati e costi crescenti».

«Da tempo – aggiunge Mauro Calderoni, Consigliere Regionale del Piemontecome minoranza segnaliamo che il Piemonte non può permettersi di affrontare la crisi industriale, a partire dall’automotive, e le tante vertenze ancora aperte, dimenticandosi dell’altro grande pilastro della nostra economia: l’agricoltura. Se anche questo settore entra in sofferenza, il rischio è una perdita secca di reddito, lavoro, presidio del territorio e coesione sociale».

La mobilitazione di ieri rafforza una richiesta che abbiamo più volte portato in Consiglio regionale: servono scelte chiare, atti conseguenti e tempi certi su consumo di suolo, politiche energetiche, utilizzo dei fondi europei e regionali, difesa delle produzioni piemontesi sui mercati. Continuare a prendere tempo significa lasciare soli gli agricoltori in una fase cruciale.

«Il Piemonte ha bisogno di un’agricoltura forte per reggere le sfide che ha davanti», conclude Isnardi.

«E la Regione – dice Calderoni – non può più limitarsi ad ascoltare: deve decidere. Perché senza agricoltori non c’è futuro né per l’economia piemontese né per i territori che la tengono in piedi ogni giorno».

cs