Attualità - 25 novembre 2025, 19:34

La Procura chiede la condanna, la Ferragni al giudice: "Ho agito in buona fede e sempre fatto beneficenza"

Il 19 dicembre la prossima udienza, dove prenderà la parola il legale dell'influencer. A gennaio è attesa la sentenza

La prossima udienza si terrà il 19 dicembre, mentre è attesa per gennaio 2026 la sentenza per il processo che vede imputata Chiara Ferragni, accusata di truffa aggravata in relazione alle campagne commerciali “Pandoro Balocco Pink Christmas” (Natale 2022) e “Uova di Pasqua Chiara Ferragni – sosteniamo i Bambini delle Fate” (Pasqua 2021 e 2022). 

La Procura di Milano, per lei, ha chiesto un anno e otto mesi di reclusione per Chiara Ferragni. Stessa richiesta per il suo ormai ex collaboratore Fabio Maria Damato, mentre per Francesco Cannillo, presidente del cda di Cerealitalia, è stata avanzata una richiesta di condanna a un anno.

Secondo il pm, Ferragni avrebbe avuto un ruolo “prominente” in una truffa diffusa, e per questo non è meritevole di attenuanti. 

Prima di pronunciare la richiesta di condanna, il procuratore aggiunto Eugenio Fusco e il pm Cristian Barilli ricostruiscono gli accordi tra le società e in particolare elencano le mail che evidenziano come l'ultima parola fosse lasciata alla 38enne e al suo ex braccio destro Fabio Maria Damato, mentre da parte dell'altro imputato Francesco Cannillo, c'è un atteggiamento "più prudente" e per questo le attenuanti generiche vanno bilanciate con l'aggravante. 

In aula vengono ricordate le diverse mail che i consumatori inviano per conoscere la percentuale di beneficenza rispetto all'acquisto, richieste che ricevono risposte non pertinenti fino a quando non esplode il Pandoro gate. 

Per la procura, l'imprenditrice avrebbe ingannato i consumatori e avrebbe ottenuto, tramite le due campagne commerciali, un ingiusto profitto di circa 2,2 milioni di euro, oltre che benefici non calcolabili dal ritorno di immagine. 

In particolare, l'operazione 'Balocco' avrebbe indotto "in errore un numero imprecisato di acquirenti" convinti che con il proprio acquisto Pink (al prezzo di 9,37 euro invece di 3,68) avrebbero finanziato la raccolta fondi a favore dell'ospedale Regina Margherita di Torino.

L'accordo, invece, si è rivelato diverso: le società Ferragni hanno incassato poco più di un milione di euro per pubblicizzare via Instagram l'iniziativa benefica per la quale la società Balocco aveva destinato 50mila euro a favore dell'ospedale, indipendentemente dalle vendite. Un presunto "errore di comunicazione" che si sarebbe verificato anche nel secondo caso contestato.

E in quel rapporto di fiducia che si crea tra influencer e seguace - che Chiara Ferragni tradisce, a dire della procura - che si innesta l'aggravante della minorata difesa in relazione alla truffa. 

Ferragni, rivolgendosi al giudice Ilio Mannucci Pacini, ha dichiarato di aver agito in buona fede e snocciolato le numerose attività benefiche che l'hanno vista protagonista nel corso degli anni. 

Ha ricordato i proventi devoluti durante la sua partecipazione a Sanremo per la lotta contro la violenza sulle donne e altre iniziative di solidarietà. 

Il suo difensore Giuseppe Iannaccone ha annunciato che nella prossima udienza spiegherà le scelte compiute e l’innocenza della 38enne.

Lei, uscendo dall'aula, ai giornalisti ha solo detto: "Sono fiduciosa". 

redazione