Attualità - 20 novembre 2025, 06:07

Alba prova a cambiare ritmo: la mobilità riparte da scuole, bici e abitudini quotidiane con un occhio all'Europa

L'assessore Edoardo Fenocchio: “Il 70% degli spostamenti brevi è interno. Serve una città che si muova in modo diverso, a partire dai più giovani”

La delegazione albese a Riga, in Lituania per il progetto europeo TenConnecT – Interreg Europe

La riflessione sulla mobilità albese entra in una fase decisiva. A delinearne la cornice è il progetto europeo TenConnecT – Interreg Europe, di cui Alba è partner insieme al Politecnico di Torino e all’Agenzia di sviluppo Lamoro. Il percorso, avviato lo scorso ottobre con il primo meeting interregionale a Riga, mette in rete città di media dimensione per condividere strategie sulla mobilità sostenibile e sulla pianificazione territoriale.

In questo quadro, la città sta lavorando su due fronti: la programmazione tecnica del Biciplan e la lettura dei comportamenti quotidiani emersa dal sondaggio casa-scuola. È un incrocio che consente di capire meglio come e perché Alba si muove, e cosa può cambiare nei prossimi anni.

È l’assessore alla Mobilità Edoardo Fenocchio a riassumere la questione centrale. “Il 30-40% del traffico cittadino è interno e, dentro questo segmento, quasi il 70% degli spostamenti riguarda distanze di due o tre chilometri. Siamo noi albesi a intasare la città con tragitti brevissimi”.

Da qui nasce un ripensamento che non è soltanto infrastrutturale, ma culturale. Il Biciplan, che costituisce una parte del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, punta a costruire una rete ciclabile organica, con direttrici principali e secondarie capaci di collegare quartieri, scuole e servizi. Il sopralluogo tecnico con i progettisti di inBlenda, nell’ambito delle attività TenConnecT, ha permesso di individuare criticità, potenzialità e priorità di intervento.

Il secondo fronte è quello educativo. Il sondaggio condotto tra elementari, medie e superiori – oltre duemila risposte – restituisce l’immagine di una mobilità scolastica segnata da auto in sosta davanti agli istituti, percorsi pedonali e ciclabili percepiti come poco adeguati e un uso del trasporto pubblico urbano in calo. Tra i ragazzi delle superiori la bicicletta fatica a essere vista come un mezzo “desiderabile”, un problema che va oltre l’assenza di infrastrutture.

“Gli ostacoli non sono solo tecnici” osserva Fenocchio. “Tra gli adolescenti c’è una resistenza culturale. Dobbiamo lavorare anche sulla motivazione e sull’immagine della bici”.

Per farlo, l’Amministrazione ha avviato un progetto con le scuole del polo di corso Europa, sostenuto dalla Fondazione Crc con un finanziamento di 100 mila euro e con il contributo di Confartigianato. Si tratta di un percorso che prevede incontri, attività partecipate e momenti dedicati alla mobilità autonoma, finalizzati a migliorare sicurezza, consapevolezza e autonomia negli spostamenti quotidiani. Il lavoro, in fase di definizione con i consulenti incaricati, accompagnerà lo sviluppo del Biciplan nel quadro dei prossimi interventi.

Accanto alla ciclabilità resta il tema della riorganizzazione del trasporto pubblico urbano. Le medie lo utilizzano molto poco, le superiori solo in parte. Il confronto con Bus Company è sospeso in attesa della nuova gara per il trasporto pubblico locale, prevista per i primi mesi del 2026. “È difficile ripensare il servizio quando il gestore è a fine contratto” chiarisce l’assessore. “Con la nuova gestione potremo discutere di linee, frequenze, mezzi più piccoli e flessibili. L’obiettivo è rendere il bus una vera alternativa”.

Nell’orizzonte dei prossimi anni, l’Amministrazione punta anche a ricondurre competenze oggi distribuite tra più uffici in una sola struttura dedicata alla mobilità, così da garantire continuità e coerenza alle politiche pubbliche. È un passaggio necessario per sostenere cambiamenti che riguardano tutti, a partire dai gesti quotidiani. “Ognuno deve chiedersi se dei dieci spostamenti quotidiani in auto almeno uno non possa essere fatto diversamente” conclude Fenocchio. “È così che si libera la città e si costruisce un modello nuovo per i più giovani”.

Daniele Vaira