Attualità - 14 novembre 2025, 12:35

Fino a quando si sparerà nei poligoni della Granda? Cresce la preoccupazione a Bra, Mondovì e Saluzzo

Il Genio Militare di Torino pretende lavori di adeguamento ma non stanzia i soldi necessari. Strutture a rischio chiusura. I casi dei tre impianti cuneesi spiegati dai rispettivi presidenti

Il poligono di Bra

Futuro incerto per i poligoni del Cuneese. I lavori di adeguamento imposti dal Genio Militare di Torino, alle cui disposizioni devono sottostare gli impianti di tiro a segno in Piemonte, rischiano di creare seri problemi ai centri di Bra, Saluzzo e Mondovì, i tre della Granda dove militari e non possono esercitarsi nella pratica dello sparo. 

Gli interventi pretesi sono finalizzati alla messa in sicurezza delle strutture che deve essere assoluta. Se in passato l'agibilità veniva rinnovata quasi in automatico la situazione è ora cambiata ed i vari poligoni, costruiti seguendo vecchi parametri, non sono più in grado di rispettare le normative.

Gli alti costi paventati non inducono all'ottimismo. Anzi, fanno temere il peggio, addirittura la possibilità di una chiusura. Ipotesi che rappresenterebbe un danno particolarmente grave. Non solo per i semplici appassionati, privati di un luogo dove potersi cimentare in uno sport particolare ma pure per chi, causa lavoro, deve seguire uno specifico e continuo percorso di addestramento. È il caso di guardie giurate o agenti della polizia locale, oltre alle forze dell'ordine in generale. Senza la struttura più vicina a casa sarebbero costretti a svolgere le attività di pratica sempre più lontano, con dispendio di denaro e ore lavorative, tutto a carico della collettività.

Un contesto complicato che accomuna, seppur con sfumature differenti, le realtà di Bra, Saluzzo e Mondovì, i cui presidenti ci hanno illustrato preoccupazioni ed intenzioni.

Bra

Pier Biagio Rivetti, presidente del Tiro a Segno Nazionale sezione di Bra, lancia un vero e proprio appello: "Il costo dei lavori richiesti, da preventivo, non è inferiore ai 300.000 euro, spesa di cui noi non possiamo farci carico. Cerchiamo una cordata, composta da rappresentanti delle istituzioni o privata, che possa aiutarci per gli interventi di adeguamento previsti. Noi contiamo 500 iscritti praticanti, oltre a coloro che sono obbligati all'addestramento. Questa struttura, situata in corso Monviso, esiste dal lontano 1884 ed ha contribuito alla formazione di generazioni di sportivi ed operatori della sicurezza che prestano servizio armato. Il rischio, concreto, è di non potere più contare su queste strutture in provincia di Cuneo e dovere mandare forze dell'ordine e simili in giro per il Piemonte o in altre regioni". Proprio oggi, venerdì 14 novembre, è in programma un confronto in Comune con il sindaco di Bra Gianni Fogliato per fare il punto sulla questione.

Mondovì

Meno grave ma non per questo da sottovalutare sembra la situazione della sezione di Tiro a Segno Nazionale di Mondovì, presieduta da Giorgio Sabbi: "Stiamo ottemperando alle richieste che ci sono state presentate. I costi sono sostenibili e puntiamo ad ottenere la piena agibilità. Le strutture risalgono a periodi ben precedenti alle normative che oggi le regolano e non è sempre facile adeguarsi. Da parte nostra abbiamo speso diversi soldi, nel corso degli anni, in manutenzione. A dicembre riceveremo la visita degli uomini del Banco Nazionale di Prova, un ente dello stato incaricato di certificare armi e strutture. Tutto dipenderà dalla loro valutazione dei muri del nostro impianto. Se sarà negativa, però, il discorso sarà differente".

Saluzzo

Più analogie con Bra per il TSN Saluzzo guidato da Rosaria Amato: "Il nostro poligono, così come è, non può avere l'agibilità e per rispettare le normative richieste, dovrebbe quasi essere rifatto daccapo, con costi enormi. La responsabilità, dal mio punto di vista, è della UITS (Unione Italiana Tiro a Segno), che ha in gestione le strutture del demanio militare a titolo gratuito a fronte della tenuta degli impianti e relativa agibilità. Le nostre casse sono vuote, chiederemo alla UITS di provvedere ai lavori di riqualificazione per riottenere l'agibilità".

sdl