Politica - 09 novembre 2025, 06:08

CONTROCORRENTE Qualcuno si prenda la briga di spiegare Alba e l’“Albesità” a Salvini

Stop and go del leader della Lega che prima contesta la scelta della città a Capitale dell’Arte Contemporanea “perché il sindaco è del Pd” e poi, per farsi perdonare, promette che verrà a visitarla. Un consiglio: prima di venire si informi dai suoi e si consulti eventualmente con Cirio

Il sindaco di Alba Alberto Gatto con il ministro della Cultura Alessandro Giuli

Nel suo tentativo (ideologicamente scomposto) di sorpassare a destra Giorgia Meloni, Matteo Salvini sta infilzando una serie di rogne con cui prima o poi dovrà fare i conti.

A partire dal suo stesso partito, che nel Nord Est – così risulta e non si fa fatica a crederlo – appare sempre più una pentola a pressione.

 Dal Piemonte Sud, ci limitiamo a rilevare la gaffe in cui è incorso a proposito della scelta di Alba a Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea 2027.

Il Capitano ha manifestato il suo disappunto al collega ministro della Cultura Alessandro Giuli (che non può certo essere accusato di amichettismo con la sinistra) motivandolo perché “Alba è amministrata da un sindaco Pd”.

 Una considerazione che stupisce perché è stato proprio il partito di Salvini a voler aggiungere al Ministero della Pubblica Istruzione – solo per citare il caso più emblematico – la dicitura… “…e del Merito”.

 Bastava una telefonata al suo consigliere comunale, Lorenzo Barbero, che, probabilmente, qualche indicazione sui meriti di Alba e sull’ “Albesità” gliel’avrebbe potuta dare.

 Caso mai queste non fossero state sufficienti, aveva pur sempre autorevoli proconsoli in Granda che gli avrebbero potuto evitare la cantonata.        

 Alba e il suo territorio arrivano da lontano, da quella Malora raccontata da Fenoglio e non ci stanno a farsi catalogare in schematismi ideologici che non sono propri di queste latitudini.

 Prima c’è Alba, a ruota (quasi un tutt’uno) ci sono le Langhe, poi il territorio (Roero compreso) nel suo complesso. Solo dopo, molto dopo, viene la politica intesa come appartenenza a questo o a quello schieramento.

 In ogni caso, mai quella partitica e comunque sempre pronta, quando si tratta di rinserrare le fila, “a fare sistema”, per dirla alla Giovanni Quaglia.

 La fortuna e la forza di Alba, rispetto ad altre aree piemontesi, sono queste: aver saputo favorire lo sviluppo del proprio territorio e aver realizzato, al contempo, una “collaborativa democrazia dell’alternanza” senza mai alzare barricate.

 In ciò imparando da alcuni suoi illustri capitani d’industria che hanno portato la Città delle 100 Torri nel mondo facendo sì la loro fortuna, ma consapevoli del fatto che questa doveva procedere di pari passo con quella della loro terra.

 Salvini ora vuole fare un atto di riparazione promettendo che verrà a visitare Alba.

 Un sommesso consiglio: prima di venire, scambi due battute col presidente della Regione Alberto Cirio, che ben gli spiegherebbe come funzionano le cose da queste parti.

 Qualche lezione esperienziale gliela dispenserà volentieri lui che in questa città riesce a perdere anche quando ...vince.

Giampaolo Testa