Mentre in Consiglio comunale si apriva la seduta, un corteo del Collettivo Mononoke è arrivato davanti al municipio per chiedere che Alba assuma una posizione pubblica sulla situazione palestinese. Una mobilitazione annunciata e nata in zona H alle 17.30, accompagnata da canti, slogan e cartelli, fino al presidio sotto le finestre del palazzo comunale.
Poche ore dopo è arrivata la replica delle segreterie cittadine di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, che hanno parlato di una protesta capace di interferire con i lavori dell’aula. In una nota congiunta i partiti hanno definito quanto accaduto un gesto che travalica le forme della partecipazione istituzionale, sottolineando come “la democrazia richieda rispetto delle sedi e degli strumenti che regolano il confronto”. Il centrodestra ha richiamato al valore delle procedure: mozioni, atti formali, rappresentanza consiliare. E ha giudicato la protesta come un atto politico diretto contro l’attuale amministrazione, invitando chi scende in piazza a “misurarsi con le urne e cercare rappresentanza dentro l’assemblea”.
Dall’altra parte il Collettivo Mononoke rivendica un senso opposto. Gli attivisti parlano di una mobilitazione necessaria, nata dal bisogno di rompere il silenzio su Gaza e sulla Cisgiordania. Nel loro comunicato spiegano che “la mobilitazione per la libertà del popolo palestinese non è finita” e che la città deve scegliere da che parte stare. A loro giudizio, il cessate il fuoco non ha prodotto alcun risultato e la situazione nei territori occupati continua a peggiorare. Per questo contestano il ruolo degli enti locali, ritenuti troppo distanti da una presa di posizione pubblica: “Gli enti istituzionali decidono le politiche di un territorio. Quanto sono davvero rappresentativi di chi lo abita?”
Il collettivo chiede al Comune atti simbolici e scelte chiare, evocando un modello di partecipazione più orizzontale e condiviso. “Non ci fermeremo finché non ci saranno posizioni nette contro il genocidio del popolo palestinese”, ribadiscono.








