Riproponiamo qui uno degli articoli più letti della settimana appena conclusa, pubblicato martedì 28 ottobre.
Il consumo di suolo resta una delle principali sfide ambientali per il Piemonte e per la provincia di Cuneo, che nel 2024 conferma un’espansione significativa, seppur più contenuta rispetto agli anni precedenti.
Secondo i dati Ispra pubblicati da Arpa Piemonte la Granda ha registrato 132 ettari di suolo consumato in un solo anno, un valore che la colloca tra le province piemontesi più impattate, dopo Torino (118 ettari) e Vercelli (109). A incidere sono stati soprattutto i cantieri per opere infrastrutturali (autostrada Asti-Cuneo, variante provinciale 290 a Ceresole d’Alba, viabilità a Savigliano a servizio di nuova area commerciale, potenziamento condotte del consorzio idrico del Pesio), i poli produttivi (Ceresole d’Alba per ampliamento polo esistente) e i nuovi campi fotovoltaici a terra a Ceresole d’Alba e Savigliano.
A livello comunale il territorio nel Cuneese con il consumo netto più elevato nel 2024 è Ceresole d’Alba con 21 ettari, mentre sopra i 10 ettari c'è Chiusa di Pesio con 11.
Nel complesso, il Piemonte ha consumato 503 ettari di suolo nel 2024, per un totale di 171.136 ettari artificializzati, pari al 6,74% del territorio regionale. Il dato è inferiore alla media nazionale (7,17%), ma in costante crescita rispetto ai valori del periodo 2016-2020. Se tradotto in termini quotidiani, equivale a due campi da calcio di suolo agricolo persi ogni giorno, ovvero quasi 600 metri quadrati all’ora.
Cuneo presenta una percentuale di impermeabilizzazione del 5,3%, inferiore alla media piemontese (6,7%) e nazionale, ma con una tendenza in aumento e un’elevata frammentazione del territorio agricolo e naturale (41%). Il dato riflette la pressione crescente dell’urbanizzazione anche nelle aree periurbane e collinari, fenomeno che, come indica il dossier dell'Ufficio Studi e Ricerche della Fondazione CRC, continuerà nei prossimi anni per effetto della crescita urbana diffusa nelle cosiddette “Sette Sorelle”.
Il consumo di suolo ha inoltre ricadute ambientali dirette come il rischio alluvioni che oggi interessa il 5,4% della popolazione provinciale, superiore alla media piemontese (4,9%), e il territorio mostra una forte esposizione a eventi meteo estremi, legati anche ai cambiamenti climatici. Parallelamente, il dossier segnala un’elevata produzione di energia rinnovabile, Cuneo risulta la prima provincia del Piemonte per numero di impianti, ma con un effetto collaterale evidente: la conversione di ampie superfici agricole in campi fotovoltaici.
Ha ridotto del 2,1% i consumi energetici e presenta un ritmo di riduzione delle emissioni di gas serra tra i più elevati della regione. La raccolta differenziata raggiunge il 71,6%, e i livelli di inquinamento atmosferico (13 µg/m³ di NO₂) restano tra i più bassi del Piemonte.
Tuttavia, come sottolineano i dati del dossier dell'Ufficio Studi e Ricerche della Fondazione CRC, il quadro climatico è in rapido mutamento. La provincia registra un aumento degli eventi meteorologici estremi, siccità più frequenti e un innalzamento delle temperature medie in montagna, fenomeni che accentuano l’erosione del suolo e la perdita di fertilità. Nonostante una riduzione complessiva delle emissioni, l’agricoltura continua a contribuire per circa il 30% dei gas serra, principalmente per effetto degli allevamenti intensivi, responsabili anche della maggior parte delle emissioni di ammoniaca.
Il rischio alluvioni, inoltre, interessa oggi oltre il 5% della popolazione cuneese, valore superiore alla media piemontese (4,9%), con punte tra il 9 e il 20% nei comuni della pianura e nelle aree urbanizzate delle “Sette Sorelle”. L’espansione delle superfici impermeabili riduce la capacità di drenaggio naturale del territorio e accresce la vulnerabilità di fronte a piogge intense e prolungate.
Nel contesto più ampio, il Dossier Socioeconomico 2025 collega queste dinamiche locali ai megatrend globali delineati dalle Nazioni Unite: urbanizzazione, diseguaglianze, cambiamenti climatici e innovazione tecnologica. Cuneo, pur mantenendo una qualità della vita elevata e una quota di energia rinnovabile del 45,7%, deve affrontare sfide strutturali: carenza di verde urbano (8,6% contro l’11,6% regionale), consumo di suolo crescente e urbanizzazione diffusa, anche nei centri medi e piccoli.
Nel contesto nazionale, il Piemonte si colloca all’ottavo posto per consumo assoluto di suolo e al quarto nel Nord Italia per incremento percentuale annuo (+0,29%). Un dato che, se confrontato con la modesta crescita demografica regionale, evidenzia un disaccoppiamento tra espansione urbanistica e popolazione residente: nel 2024, per ogni nuovo abitante piemontese, sono stati consumati quasi due ettari di suolo.
A livello globale, la tendenza non è dissimile. Le Nazioni Unite stimano che l’urbanizzazione crescente e l’espansione delle infrastrutture siano tra i principali driver di perdita di suolo fertile e biodiversità, con effetti diretti anche sul clima. In questo scenario, l’Unione Europea ha approvato nell’ottobre 2025 la prima Direttiva sul suolo, che mira a ridurre il consumo e a promuovere pratiche di ripristino e gestione sostenibile.
La sfida per Cuneo e per il Piemonte è dunque quella di conciliare sviluppo, energia e sostenibilità, evitando che la corsa verso la transizione ecologica si traduca in nuove forme di degrado ambientale.













