Cala la disoccupazione, cresce l’occupazione, ma aumentano anche le richieste di NASpI e di Cassa integrazione. Si abbassa il benessere economico sociale e sale il costo della vita per cui la provincia di Cuneo si piazza tra le peggiori della Regione con i salari più bassi. È questa la fotografia del mercato del lavoro cuneese nel 2024, emersa dal Rendiconto Sociale Inps – Direzione Provinciale di Cuneo e confermata dagli ultimi dati territoriali.
Il tasso di occupazione provinciale si attesta al 70,5%, superiore alla media piemontese (69%) e nazionale (62,2%), mentre la disoccupazione scende al 2,7%, tra le più basse d’Italia. Nonostante i numeri positivi, crescono gli ammortizzatori sociali: 18.091 domande di NASpI accolte (+61% donne) e 10.677 beneficiari di Cassa Integrazione, con un incremento rispetto al 2023. Segnale di un’economia che tiene, ma non senza tensioni.
L’aumento della Cassa Integrazione in Piemonte, e in particolare nel Cuneese, è proporzionale alla forte presenza di un tessuto industriale diffuso. La direzione Inps di Cuneo gestisce il 14% delle domande di cessazione di rapporto di lavoro di tutta la Regione e quasi la metà delle disoccupazioni agricole piemontesi (6.413 pratiche, pari al 48%).
Nonostante ciò, la provincia mostra una vivace capacità di reazione. «La direzione di Cuneo soffre di carenza di personale, ma l’ufficio sta lavorando bene», sottolinea Vincenzo Ciriaco, direttore regionale Inps Piemonte. L’uso crescente degli strumenti digitali, osserva, «non limita la prossimità, ma anzi favorisce il contatto con l’utente», permettendo tempi di lavorazione più rapidi e una gestione più efficiente delle pratiche.
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Donne più presenti ma ancora penalizzate
Uno dei segnali più incoraggianti arriva dall’occupazione femminile: nella fascia 25-34 anni il tasso sale dal 77,5% all’82,9%, e nella fascia 35-49 anni dal 77,5% al 78%. Tuttavia, le donne restano penalizzate nei salari e nella qualità dei contratti, con un’elevata incidenza di part-time involontario e impieghi a termine.
Cuneo si conferma anche nel 2024 una provincia dove il lavoro indipendente e artigiano arretra, complice l’invecchiamento della forza lavoro, a vantaggio dell’occupazione dipendente. Emergono poi nuove forme di lavoro fittizio, mai così evidenti in passato e ora sotto stretta osservazione.
Retribuzioni tra le più basse d’Italia
Il saldo occupazionale è positivo con +1.423 nuovi occupati, ma il tempo indeterminato rimane una minoranza, come nel resto del Paese. Le retribuzioni in provincia di Cuneo sono le più basse d’Italia, e la forbice di genere resta ampia.
Secondo Pier Mario Borgna, presidente del Comitato Provinciale INPS di Cuneo, «una parte significativa della tenuta economica del territorio è legata alle pensioni. Ma i salari sono troppo bassi: bisogna agire su questo nodo, come sulla qualità dei contratti. Così non possiamo competere con gli altri Stati europei».
Demografia in calo, ma il Cuneese resta giovane
La popolazione provinciale si mantiene stabile a 581.631 residenti, pari al 14% dei piemontesi. Le “sette sorelle” del Cuneese (Cuneo, Alba, Bra, Fossano, Mondovì, Savigliano e Saluzzo) raccolgono oltre il 34% della popolazione. Il saldo naturale resta negativo (-2.868), ma meno rispetto al 2023, con solo 27 nascite in meno: un piccolo segnale di speranza.
Nonostante il calo demografico regionale, Cuneo ha una popolazione mediamente più giovane rispetto al resto del Piemonte. Il saldo migratorio rimane stabile, con un equilibrio tra immigrati ed emigranti.
Luci e ombre del benessere
Il Pil cresce lentamente e meno della media europea. Negli ultimi cinque anni si è persa oltre il 10% del potere d’acquisto, e la povertà assoluta familiare è peggiorata anche nel Nord Italia. Il direttore Eduardo Grimaldi è netto: «Nonostante la crescita dell’occupazione, non è seguito un miglioramento della condizione economica, nemmeno a livello provinciale».
Il direttore provinciale ha infine condiviso l'intervento dell'ex ministra Elsa Fornero, intervenuta alla presentazione del Rendiconto a Torino, ha indicato la strada: «Dobbiamo creare lavoratori più competitivi, formati e digitali. Serve investire in scuola e formazione: solo così il lavoro potrà diventare anche benessere».
Cuneo, tra stabilità e sfide future
Nel complesso, la Granda conferma la sua capacità di tenuta: un territorio laborioso, con un alto tasso di occupazione e una forte presenza industriale, ma che resta frenato da salari bassi, precarietà e perdita di potere d’acquisto.
L’Inps di Cuneo, pur con risorse limitate e personale ridotto (140 dipendenti con età media di 52 anni), continua a operare con efficienza e spirito di servizio. «Guardiamo al futuro con energia – si legge nel Rendiconto – pronti a rafforzare la qualità dei servizi e ad affrontare le sfide che ci attendono».
In una provincia dove il lavoro non manca, ma spesso vale troppo poco, il vero obiettivo per i prossimi anni sarà trasformare l’occupazione in qualità della vita, con più formazione, salari dignitosi e pari opportunità.