"La castanicoltura è parte integrante del tessuto economico e sociale della provincia di Cuneo e dai numeri raccolti si può facilmente evincere l'importanza di un settore che ha la sua forza soprattutto nella qualità del prodotto, ben rappresentata dalla Castagna Cuneo IGP. Non mancano tuttavia le criticità, che si possono superare attraverso un impegno corale e condiviso che sostenga la ricerca vivaistica, il rinnovo varietale, la difesa fitosanitaria e politiche di filiera che premino la qualità certificata".
Con queste parole il presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, Enrico Allasia, ha aperto martedì 14 ottobre la conferenza stampa "Quale futuro per il castagno? Dati, scenari e opportunità per la filiera cuneese", presso la sede provinciale di Confagricoltura, nell'ambito della 26ª Fiera Nazionale del Marrone. L'incontro ha visto la partecipazione di numerosi rappresentanti istituzionali e operatori dell'informazione. Allasia ha sottolineato l'importanza della nuova legge sulla montagna, che mette a disposizione 200 milioni di euro l'anno: "Sarà importante accelerare la definizione dei decreti attuativi per sbloccare fin da subito fondi importanti anche per il rilancio delle attività selvicolturali". Inoltre il presidente ha annunciato anche la sigla di un protocollo d'intesa con i Carabinieri forestali per la sicurezza, la prevenzione e la legalità di un settore che ha bisogno di essere tutelato e salvaguardato.
I numeri del comparto
Il cuore della castanicoltura piemontese si trova proprio nella provincia di Cuneo con 4.270 ettari coltivati (oltre il 90% del totale regionale) da 2.400 aziende agricole, per una produzione stimata tra 37 e 41 mila quintali. Il valore della produzione agricola si attesta intorno agli 8 milioni di euro, con un valore complessivo di filiera, considerando trasformazione e conservazione, superiore a 30 milioni di euro.
Negli ultimi dieci anni si registra uno spostamento significativo verso aree pedemontane e collinari, più facilmente meccanizzabili. I dati dell'Anagrafe Agricola evidenziano incrementi notevoli: Cuneo (+350%), Caraglio (+99%), Cervasca (+68%), Chiusa di Pesio (+67%), Bernezzo (+45%) e Boves (+23%).
Le azioni per il futuro del comparto
Alla luce dei dati presentati alla conferenza stampa, Confagricoltura ritiene che la strategia più efficace sarà quella di orientarsi verso la qualità, valorizzando il prodotto legato al territorio di origine, e mettendo in pratica una serie di azioni prioritarie: adozione di un nuovo approccio colturale con tecnologie innovative e assistenza tecnica qualificata; sostegno alla ricerca vivaistica e difesa fitosanitaria; rinnovo degli impianti con materiale certificato; valorizzazione della filiera integrata legno-frutto; istituzione di un Distretto castanicolo delle valli cuneesi; riconoscimento dei servizi ecosistemici; sostegno alla viabilità forestale.
“Crediamo che integrando tutte queste misure il comparto castanicolo cuneese e piemontese possa mantenere vitalità produttiva, equilibrio ambientale e valore paesaggistico. Il nostro studio è un punto di partenza perché solo conoscendo la reale consistenza del comparto e le sue specifiche criticità è possibile intervenire in maniera mirata per programmare il rilancio del settore – conclude il direttore provinciale di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio –. Confagricoltura Cuneo sostiene con forza lo sviluppo della castanicoltura nelle diverse sedi istituzionali ed è a disposizione delle aziende per offrire assistenza professionale attraverso il proprio servizio tecnico specializzato e di alto profilo”.
Di seguito pubblichiamo le video-interviste.














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