Eventi - 10 ottobre 2025, 17:11

INTERVISTA / Al Festival dei Luoghi Comuni si parla di “Donne: nel Decameron, nel Medioevo”

Giovanna Frosini racconta le donne a 650 anni dalla morte di Boccaccio: un dialogo tra Trecento e contemporaneità

INTERVISTA / Al Festival dei Luoghi Comuni si parla di “Donne: nel Decameron, nel Medioevo”

Nel cuore della settima edizione del Festival dei Luoghi Comuni, in programma a Cuneo da giovedì 9 a domenica 12 ottobre, un incontro speciale ci porterà indietro nel tempo per scoprire la modernità presente nelle narrazioni medievali. Il festival, ideato e organizzato dall’associazione culturale CUADRI ETS, quest’anno affronta il tema delle “Narrazioni collettive tra complessità e convenienza”, in cui trovano spazio anche le voci immortali del Decameron, in occasione dei 650 anni dalla morte di Boccaccio.

A guidarci nel viaggio attraverso le figure femminili dell’opera sarà Giovanna Frosini, presidente dell’Ente Nazionale Giovanni Boccaccio, Accademica ordinaria della Crusca e ordinaria di Storia della Lingua Italiana presso l’Università per stranieri di Siena. Durante l’incontro divulgativo/performativo dal titolo “Parlare di donne: nel Decameron, nel Medioevo”, previsto per sabato 11 ottobre alle ore 18:30 presso lo Spazio Incontri della Fondazione CRC, la professoressa Frosini ci condurrà alla scoperta di figure indimenticabili, da quelle della celebre novelletta “delle papere” alla figura di Griselda dell’ultima novella, in una riflessione accompagnata dalle voci sul palco dell’Oranona Teatro. Un dialogo tra passato e contemporaneità, in grado di farci ancora riflettere sull’amore e la condizione della donna nel tempo.

Incontro gratuito con prenotazione obbligatoria: Accesso gratuito con possibilità di prenotazione QUI

Abbiamo avuto il piacere di porre alcune domande alla professoressa Frosini in vista di questo appuntamento. A voi l’intervista.

Che significato ha oggi celebrare i 650 anni di Boccaccio?

L’anniversario dei 650 anni dalla morte di Boccaccio è importante anche perché cade a breve distanza dal centenario dantesco del 2021. Dante e Boccaccio sono strettamente legati: Boccaccio riconosceva a Dante il ruolo di suo maestro, influente anche per la sua vocazione poetica. Come Ente Nazionale abbiamo dedicato un intero programma di iniziative per l’anno 2025, che hanno compreso sia attività di carattere divulgativo (es. manifestazioni, concerti di musica medievale...), sia una mostra di Marco Lodola, inaugurata sabato scorso 4 ottobre a Casa Boccaccio di Certaldo. Naturalmente, essendo noi un ente di studio, abbiamo anche una serie di iniziative scientifiche, convegni e seminari, nonché alcuni progetti di ricerca legati alle Digital Humanities, di cui cito il vocabolario della lingua di Boccaccio online, che viene realizzato da un gruppo di giovani ricercatrici e che a breve verrà presentato a tutta la comunità scientifica.

Nel suo intervento parlerà di “amore come forza invincibile della natura umana” in Boccaccio. Cosa rende così universale e potente questa rappresentazione?

Il Decameron è un'opera universale, dietro alla quale si trova il modello dei canti danteschi (100 novelle e 100 canti), e rappresenta l’umanità in tutte le sue sfaccettature, aspetti e sentimenti. La fantasia di Boccaccio è straordinaria: l'autore si occupa di tutte le realtà del sentimento e del comportamento della mente e dell’azione dell’uomo. La fortuna, le virtù, i vizi, tutto questo è rappresentato nel Decameron, di cui l’amore è un nucleo portante, un elemento centrale, un sentimento che riguarda tutti. Boccaccio parte da una constatazione: l’amore è una forza naturale e invincibile.

In un’epoca in cui si parla molto di violenza di genere, come possiamo leggere le rappresentazioni di amore possessivo e di sottomissione femminile presenti in alcune novelle?

Spesso le novelle ci presentano situazioni che consideriamo come negative, per esempio quella di Elisabetta da Messina, vittima di una congiura dei suoi fratelli. Ma le novelle di Boccaccio offrono uno spaccato molto realistico della società del suo tempo, in cui i rapporti di forza sono spesso a favore di una dominanza maschile. Nell’insieme del messaggio di Boccaccio, ci sono tante figure femminili di cui si sottolinea la forza, la virtù, la capacità di resistenza, la furbizia e la scaltrezza. L'autore trecentesco costruisce un universo da guardare nel dettaglio, senza rimanere nella superficialità.

Il personaggio di Griselda è ancora controverso e potrebbe essere visto al giorno d’oggi come modello di sottomissione femminile. Come dobbiamo leggerlo in un'ottica contemporanea per evitare una lettura riduttiva?

Per leggerlo con precisione bisogna tornare al testo. Durante l'incontro cercherò di far vedere come nel testo della novella ci siano degli elementi e delle spie: le parole e le scelte che compie Boccaccio ci aiutano e ci invitano a non rimanere sulla superficie di un'interpretazione troppo facile, ma suggeriscono di andare a recuperare il succo del comportamento di Griselda, emblema di dedizione, resilienza e resistenza. Bisogna fare attenzione alle parole, che esprimono simboli e contenuti, facendo lo sforzo di andare sotto la superficie per cogliere un messaggio più profondo.

Boccaccio dà voce alle donne attraverso le narratrici della “brigata”. È un antesignano del femminismo o riflette semplicemente i costumi del suo tempo?

L’azione del libro parte dalle donne - sono le sette donne a decidere di abbandonare Firenze devastata dalla peste, un’esperienza che anche noi, peraltro, abbiamo vissuto. Straordinario come Boccaccio racconti la devastazione di Firenze, così simile per certi versi alla nostra situazione pandemica. I tre ragazzi non sono iniziatori, ma si uniscono alle fanciulle. C’è una dominanza femminile nella costruzione del Decameron, che è in parte ripresa dalla tradizione, per cui le donne hanno quel che si può chiamare 'intelletto d’amore'. Inoltre, Boccaccio rivolge il suo libro principalmente alle donne, in modo che sia di consolazione, di conforto, un libro per divertirsi, visto che le donne avevano ai tempi meno occasioni degli uomini, vivendo più ritirate. Bisogna collocare Boccaccio nel suo tempo e nella sua cultura per comprendere la sua grande attenzione per le donne, che rappresentano il tessuto che lega la società.

Nell’opera boccacciana troviamo donne forti, intelligenti e che sanno ribellarsi. Quanto è moderno questo aspetto dell'opera di Boccaccio?

Boccaccio è un autore del suo tempo, gli elementi di modernità stanno nella sua capacità di esaminare tutta la realtà, come Dante. Non si possono attribuire all'autore il nostro modo e le nostre categorie di interpretazione della realtà. Boccaccio si mostra moderno nella capacità che ha avuto di leggere l’umano in ciò che lo circondava. Per esempio, 'la brigata' del Decameron è a dominanza femminile: le giovani donne rappresentano il gruppo che Boccaccio usa per far vedere come, attraverso una vita onesta, c'è la speranza di una salvezza. La peste è descritta come malattia fisica, ma anche come malattia sociale, ha portato alla distruzione dei legami sociali. È un messaggio davvero attualissimo. Una situazione di crisi e di rottura, un mondo dove mancano il rispetto, la solidarietà, dove i legami sono tutti saltati, anche all’interno delle famiglie. Di fronte a questa situazione di disvalore, il messaggio di speranza, la ricostruzione di una società può avvenire secondo Boccaccio attraverso i giovani narratori, attraverso il loro modo di guardare avanti. Alla fine non fuggono alla realtà, ma tornano a Firenze e forse il messaggio generale di modernità di Boccaccio è quello di guardare in faccia la realtà, conoscerla fino in fondo, senza fuggirne ma tornando indietro per cambiarla in meglio. 

L’Oranona Teatro accompagnerà le sue parole. Quanto è importante l’aspetto performativo per far rivivere i testi antichi?

Naturalmente il testo di Boccaccio, in particolare il Decameron, che continua a vivere di più nella nostra lettura, è un testo difficile, scritto in prosa nella lingua del Trecento. Si può andare incontro a questa difficoltà rendendo il testo comprensibile attraverso una lettura attenta e rispettosa del testo che tenga in considerazione per esempio le pause, la sintassi. La lettura da attori, performativa, rende il testo sicuramente più comprensibile.

Come si rende accessibile ai giovani un autore come Boccaccio, soprattutto sui temi delicati quali i rapporti di genere?

Il punto fondamentale è che, quando abbiamo a che fare con un autore che appartiene a una realtà così lontana, bisogna studiarne prima di tutto la storia. Come Ente, abbiamo rapporti di progetti e collaborazioni con le scuole e produciamo, insieme alla compagnia dell’Oranona Teatro, un podcast che presenta via via tutte le novelle del Decameron. A dicembre uscirà la sua quarta parte, le 10 novelle della 4ª giornata, precedute ognuna da un'introduzione di uno studioso. Ci teniamo, inoltre, a mantenere una presenza attiva sui canali social, come per esempio sul nostro sito, sul quale mettiamo a disposizione molti materiali. Rispettando sempre il testo nello studio, si cerca di presentarlo con mezzi nuovi, quelli tecnologici, con uno sguardo al futuro, sperando di andare incontro alle attenzioni e alle curiosità dei giovani.

Daria Abashkina

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