"Apprendiamo che, a fronte dell'interrogazione depositata dal nostro vicecapogruppo alla Camera Marco Grimaldi, il Ministero della Salute ha chiesto conto alla Regione Piemonte della gestione delle liste d’attesa e che i risultati delle verifiche dovrebbero arrivare entro il 13 ottobre. È un passaggio importante, che attendiamo con attenzione insieme ai dati grezzi delle liste d’attesa richiesti singolarmente a tutte le ASL e aziende sanitarie del Piemonte negli scorsi mesi".
Lo dichiarano le consigliere regionali del gruppo Alleanza Verdi Sinistra Alice Ravinale, Valentina Cera e Giulia Marro, che da mesi seguono con attenzione la questione.
Giulia Marro, in particolare, ricorda di aver già presentato a maggio un’interrogazione scritta per ottenere i dati elaborati, ricevendo a luglio la risposta che le informazioni dovevano essere richieste direttamente alle singole direzioni sanitarie. "Ora — sottolinea — i dati dovrebbero finalmente arrivare nei prossimi giorni".
Contestualmente, Marro ha presentato una richiesta di accesso agli atti per acquisire documentazione aggiornata sui regolamenti del CUP regionale, sulle modalità di prenotazione adottate dalle aziende sanitarie e sui lavori dell’Osservatorio regionale sulle liste d’attesa.
"Dopo mesi di dichiarazioni non sempre coerenti, serve chiarezza sui meccanismi e sui criteri adottati — affermano le consigliere AVS —. Strumenti come le pre-liste possono avere senso solo se accompagnati da regole trasparenti e tempi certi per i cittadini. Diversamente si rischia di compromettere la fiducia nel sistema sanitario pubblico".
Per il gruppo AVS il problema va affrontato nella sua dimensione strutturale: "Le liste d’attesa non sono un’anomalia isolata, ma il sintomo di un sistema indebolito, innanzitutto dalla mancanza di personale. È una questione di priorità politiche: la spesa sanitaria viene compressa mentre le risorse vengono destinate altrove".
"Nei documenti preparatori del Piano socio-sanitario regionale compariva una frase — poi scomparsa nella versione finale — che segnalava il rischio di ridurre gli investimenti nella sanità a causa di nuove priorità, tra cui la difesa militare. Non è un dettaglio: la salute pubblica non può essere sacrificata a logiche che nulla hanno a che fare con il benessere collettivo".
"La trasparenza — concludono Ravinale, Cera e Marro — non è un optional. Chiedere chiarezza non è un atto polemico, ma un dovere verso i cittadini".














