C’è un mondo silenzioso, nascosto dietro le porte delle case e i corridoi delle strutture sanitarie. È il mondo di chi convive ogni giorno con la malattia psichica. Un mondo che non fa rumore, perché spesso non può. Un mondo che troppo a lungo è stato lasciato solo.

A dare voce a queste persone c’è Di.A.Psi Alba Bra, associazione che opera in difesa dell’ammalato psichico. Da anni lavora con una missione semplice e rivoluzionaria insieme: restituire dignità a chi la sofferenza mentale l’ha conosciuta da vicino — nel corpo, nella mente o nello sguardo di qualcuno che ama.
L’associazione, formata da utenti, familiari, operatori e liberi cittadini (tutti volontari), aderisce al movimento nazionale Le Parole Ritrovate e collabora con i servizi di salute mentale dell’Asl Cn2, i servizi socio assistenziali, altri enti del terzo settore. Il loro obiettivo è chiaro: far sentire meno soli chi soffre, e meno impotenti le famiglie che ogni giorno si misurano con la fragilità, l’incomprensione e il pregiudizio.
Nella nostra Asl (Alba, Bra e altri 73 comuni), ci sono ben 3.000 persone che soffrono di disturbi psichiatrici più o meno gravi. Su una popolazione di 160.000 abitanti questo significa che una famiglia ogni 15-20 deve affrontare questo problema.
Carola Pizzorni, presidente di Di.A.Psi Alba Bra, spiega: "La nostra associazione opera nel campo della salute mentale, con l'obiettivo di offrire uno spazio di partecipazione per utenti, familiari, operatori e cittadini, in modo da individuare e realizzare insieme delle proposte concrete. Come familiare ho potuto appurare in prima persona quanto sia importante avere un riferimento di condivisione e di supporto, che aiuta innanzi tutto a superare la solitudine e lo sconforto. La mia esperienza è iniziata con la frequentazione del gruppo di auto mutuo aiuto di Alba, un'esperienza che raccomando a tutti: chi lo desidera può mettersi in contatto con noi per partecipare ai gruppi di familiari o utenti che abbiamo ad Alba e Bra. Abbiamo partecipato attivamente al progetto Arlo, sia contribuendo alla progettazione e alla gestione, sia come beneficiari.
I risultati sono stati possibili grazie alla rete e alla collaborazione delle organizzazioni che si occupano di salute mentale sul territorio: l'ASL Cuneo2, i Consorzi socio assistenziali di Alba e Bra, la capofila Progetto Emmaus e gli altri enti del terzo settore. Attraverso Arlo gli utenti hanno potuto iniziare un percorso personalizzato e riprendere il filo della loro vita, adesso naturalmente è necessario non interrompere tutto ma proseguire questa esperienza. Per questo abbiamo lanciato la campagna di crowdfounding e siamo fiduciosi che la nostra comunità possa mobilitarsi. Purtroppo di salute mentale si parla molto quando ci sono casi eclatanti o delle emergenze.
Con Arlo, invece, i promotori hanno iniziato concretamente a lavorare insieme per pensare e sperimentare forme di collaborazione che hanno come punto di forza il coinvolgimento attivo, oltre che degli operatori, anche di utenti, familiari e della cittadinanza".
ARLO, UN NOME PER DIRE FUTURO E SPERANZA
Da questo impegno è nato il Progetto Arlo, un percorso che aiuta le persone con disagio psichico a ricostruire la propria vita nei tre ambiti fondamentali dell’esistenza: la socialità, il lavoro e la casa.
Un cammino verso la "recovery", cioè verso la possibilità concreta di riprendersi la propria vita, passo dopo passo. Il progetto era stato finanziato dalla Compagnia di San Paolo, ma oggi ha bisogno di nuova linfa per continuare.
Servono 140 mila euro, da reperire al più presto, per dare continuità ed estendere un modello di cura che funziona perché mette al centro la persona — non la malattia.
Per questo Di.A.Psi ha lanciato la campagna di raccolta fondi “Un futuro per Arlo”, con l’obiettivo di coinvolgere almeno 40 persone nel 2026, costruendo per ciascuna un percorso di vita personalizzato insieme a operatori, familiari e comunità.
Sostenere la campagna significa molto più che fare una donazione.
Significa credere che anche chi vive una sofferenza mentale ha diritto a una vita degna, fatta di relazioni, autonomia, lavoro.
Significa aiutare un padre, una madre, un figlio, un amico a non arrendersi alla malattia ma a continuare a cercare il proprio posto nel mondo.
Perché la malattia psichica non toglie il diritto di essere felici. Toglie solo, spesso, la possibilità di esserlo da soli.
COME CONTRIBUIRE
Ogni contributo, anche piccolo, può fare la differenza.
Il costo medio per garantire un anno di percorso a una persona è di 3.500 euro, oppure 300 euro al mese.
È possibile donare:
-sulla piattaforma GoFundMe
- con Satispay
-oppure con bonifico bancario su Banca d’Alba, IBAN IT26W085302250500000293497
Le donazioni sono deducibili o detraibili.
Per ricevere la ricevuta o maggiori informazioni è possibile scrivere a segreteria@diapsialbabra.it.







