Il Tunnel di Tenda torna a farsi “a singhiozzo”.
Dopo l’apertura totale nei mesi estivi di luglio e agosto (escluse le ore notturne), ed il ritorno delle tre finestre per settembre, da ieri, lunedì 29, il traffico è nuovamente sottoposto a rigide fasce orarie: dal lunedì al venerdì si potrà passare soltanto al mattino (6-8) e alla sera (18-21, con ultimo transito dall’Italia mezz’ora prima), mentre nel weekend la circolazione sarà continuata dalle 6 alle 21. La misura, nelle intenzioni, dovrebbe consentire all’impresa Edilmaco di accelerare i lavori in vista dell’apertura definitiva h24, prevista, almeno sulla carta, per la primavera 2026.
Ma dopo appena un giorno dall’entrata in vigore dei nuovi orari, il malcontento rimasto sopito nei mesi del “liberi tutti” estivo è tornato a farsi sentire con forza.
Tra i più battaglieri c’è il sindaco di Tenda, Jean Pierre Vassallo: "Quella è una vergogna – dice riferendosi al cantiere in essere -. Dal 2013 sapevano che bisognava fare quei tornanti, hanno avuto quattro inverni senza neve e non hanno mosso una pietra. Adesso che il tunnel è aperto ci bloccano per dire che devono finirli. Eppure potrebbero lavorare la notte, visto che la strada è già chiusa dalle 21 alle 6. Tutto questo non è normale".
Il nodo cruciale riguarda le quattro curve a gomito provvisorie sul versante francese, destinate a diventare due. Ma il cantiere sembra arrancare: Edilmaco, incaricata anche del completamento dei lavori all’imbocco della vecchia galleria (poco meno di 200 metri), avrebbe difficoltà nel reperire personale.
"Non mi risulta", è la laconica risposta del senatore Giorgio Maria Bergesio che annuncia però l'intenzione di chiedere spiegazioni ai vertici Anas. "All’opera ci sono una trentina di operai — conferma invece Vassallo — quando in origine se ne erano annunciati più di cento".
A farne le spese, oltre agli automobilisti, sono anche i residenti. "Un pastore che porta una mucca al mattatoio a Cuneo — s'infervora il primo cittadino tendasco — deve partire alle 8 del mattino e aspettare le 6 di sera per tornare. È una follia. E la commissione intergovernativa ha deciso tutto senza consultare i sindaci delle due valli".
Il tema non si limita però ai tornanti. Anche sul futuro della vecchia canna si apre un fronte spinoso: Edilmaco ha già chiarito che, una volta ultimati i lavori sul lato francese, “sbaraccherà” e non intende occuparsi del rifacimento del vecchio tunnel. In parallelo, ambientalisti e parte della politica locale spingono per un uso diverso: trasformarla in corridoio di sicurezza per mezzi d’emergenza, ciclisti e pedoni.
Il sindaco di Limone, Massimo Riberi, già il giorno dell’inaugurazione del Tenda bis si era espresso senza esitazioni: "La canna nuova sia a doppio senso. Lasciamo stare la vecchia. Non è una scorciatoia, ma una scelta di buon senso: con un investimento minimo possiamo garantire mobilità, sostenere l’economia locale e risparmiare centinaia di milioni di euro".
Un’idea suggestiva, ma che si scontra con le vigenti normative europee: il doppio senso è consentito soltanto in modalità “cantiere” e dunque temporaneamente. Una volta conclusi i lavori (perché prima o poi finiranno...) resterà l’obbligo del senso unico alternato. Con buona pace di semafori, code e pazienza dei frontalieri, che dal 2013 attendono un collegamento stabile e continuativo tra le due valli.
Intanto, il comitato di monitoraggio ha annunciato un sopralluogo speciale sul cantiere per la prossima settimana. Lo conferma Luca Robaldo, presidente della Provincia di Cuneo: "Faremo un sopralluogo noi, così ci renderemo conto delle dinamiche che intercorrono sul cantiere. Certamente il lato francese sappiamo essere quello più difficile, ma per quello che ci riguarda il progetto deve essere concluso come è stato pensato, quindi con la doppia canna e con la libertà totale di movimento. Proseguiremo in tal senso nel percorso di interlocuzione con la Struttura Commissariale. Sul fatto che abbiano problemi a reperire operai non mi risulta nulla, ma vedendo come va il mondo può anche essere vero. E uno dei motivi per cui vogliamo fare il sopralluogo è proprio questo: verificare quante maestranze ci sono davvero”.














