Egregio Direttore,
Colpita, perché si tratta di una questione da sempre con risvolti sociali, ma che oggi rivela avere anche un impatto economico diretto. Riporto un passaggio:
“Il 13,8% delle aziende segnala disagi abitativi tra i propri collaboratori nel reperire o mantenere soluzioni abitative adeguate, e per l’11,6% la carenza di abitazioni ha un impatto diretto sui fabbisogni occupazionali. Pur a fronte di tali tendenze, solo il 3,6% degli intervistati ha indicato di aver valutato iniziative dirette o in partnership per trovare soluzioni.”
Sa cosa le dico? Finché non si inizierà a tutelare anche i proprietari delle abitazioni – come avviene nella maggior parte dei Paesi civili – la situazione non potrà che peggiorare.
In Italia, mettere in affitto una casa è un atto di coraggio. Lo abbiamo scoperto sulla nostra pelle perché, come tutto, fino a quando la cosa non ti tocca, non è un problema tuo.
Ora purtroppo è un problema della mia famiglia.
Quando torneremo in possesso delle nostre due abitazioni in affitto alla stessa persona, dopo aver perso migliaia di euro in affitti mai pagati, dopo aver sostenuto le spese condominiali, le tasse sugli immobili e quelle su affitti che non abbiamo mai incassato (e mai incasseremo), dopo aver pagato l’avvocato, le posso assicurare una cosa: non rimetteremo mai più in affitto le nostre case.
E ci vorranno ancora mesi prima che la persona responsabile venga finalmente sfrattata.
Non si tratta di qualcuno in reale difficoltà, con figli a carico. No.
Si tratta di una persona che non si sa che lavoro faccia, che si incontra tranquillamente al bar per un aperitivo, che cura i fiori sul balcone e ha perfino messo la targhetta di ottone sulla cassetta delle lettere. Ma che non paga. E non pagherà mai. Mai, in tutti questi mesi, ha fatto il minimo sforzo per pagare anche solo una minima parte.
Il giudice, nel frattempo, ha concesso il “termine di grazia”: altro tempo per regolarizzare una situazione che non verrà mai regolarizzata.
Troppo tardi, con una semplice ricerca su Google, abbiamo scoperto che questa persona è ben nota alle cronache giudiziarie.
E pensare che l’affitto è avvenuto tramite un’agenzia immobiliare piuttosto nota, che però non ha fatto alcuna verifica. Non ha alcuna responsabilità, ovviamente, nonostante sia stata pagata. Tanto a rimetterci siamo solo noi.
Ed è questo il punto.
Sempre più proprietari non mettono in affitto le case perché la legge non li tutela. A essere protetto è chi non paga. E questo ha conseguenze sociali, ma anche – come ho scoperto leggendo il vostro articolo – conseguenze economiche.
Le aziende fanno fatica a trovare dipendenti perché, se arrivano da fuori, non trovano facilmente casa. Ma chi gliele affitta più, le case?
Qual è la soluzione? Non lo so. Ma so cosa faremo noi: quando questa vicenda sarà (forse) conclusa, metteremo gli alloggi sul mercato degli affitti brevi.
A chi invece deciderà ancora di affittare in modo tradizionale, un solo consiglio: informatevi bene sulla persona a cui state affidando casa. Se l’agenzia lo avesse fatto, o se lo avessimo fatto noi, oggi non saremmo in questa situazione.
Il più delle volte, basta una banalissima ricerca su Google.
Lettera firmata