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Schegge di Luce | 06 luglio 2025, 07:09

Schegge di luce: pensieri sui Vangeli festivi di don Maurizio Penna

Commento al Vangelo del 6 luglio 2025, XIV domenica del tempo ordinario

Piccola Casa della Divina Provvidenza, a Torino

Piccola Casa della Divina Provvidenza, a Torino

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.

Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.

In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.

Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».

I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli» (Lc 10,1-12.17-20).

Oggi, domenica 6 luglio 2025, la Chiesa giunge alla XIV domenica del tempo ordinario (Anno C, colore liturgico verde).

A commentare il Vangelo della Santa Messa è don Maurizio Penna, viceparroco della Cattedrale di Alba e dell’Unità pastorale del Centro storico, Direttore dell’Ufficio diocesano della Pastorale Giovanile e Vocazionale.

Amore, vita, valori, spiritualità sono racchiusi nella sua riflessione per “Schegge di luce, pensieri sui Vangeli festivi”, una rubrica che vuole essere una tenera carezza per tutte le anime in questa valle di esilio. Pensieri e parole per accendere le ragioni della speranza che è in noi.

Nel Vangelo di questa domenica il Signore Gesù ci dice chiaramente come deve essere la nostra missione per essere Suoi discepoli. Innanzitutto, Egli ci manda a due a due, perché la missione non avviene mai soli, ma nella vita della comunità, perché la prima testimonianza, a maggior ragione nel nostro mondo odierno sempre più individualista, è quella di essere in comunione e di costruire comunione.

In secondo luogo, la missione avviene nella povertà di mezzi e strumenti, perché Gesù ci chiede di andare ad annunciare il Vangelo semplicemente portando con noi l’essenziale, infatti la Provvidenza ci sosterrà e non ci farà mancare quanto ci occorre. D’altronde il Signore ci manda “come agnelli in mezzo ai lupi”, ma Egli è il nostro Pastore, quindi non abbiamo nulla da temere: il Signore ci sceglie poveri e umili, perché proprio tramite la nostra debolezza possa manifestarsi la Sua grandezza.

La missione inoltre deve essere gratuita, bisogna accogliere quale ricompensa solamente lo stretto necessario per vivere e nulla di più, perché anche questo è testimonianza e soprattutto è garanzia di genuinità che smorza e annulla gelosie e contese.

Tutto questo affinchè si diffondano il Regno di Dio e la Pace di Cristo e si disgreghi il regno delle tenebre, del male, del diavolo che vuole la rovina dell’umanità. Quando la nostra missione di annuncio del Vangelo è coerente e guidata dallo Spirito Santo, allora il demonio e tutte le sue seduzioni precipitano, lasciando libero il cuore dell’uomo.

Occorrono testimoni coerenti, fiduciosi in Cristo Risorto, che sappiano lasciarsi chiamare da Dio e orientare dallo Spirito Santo: per questo è Gesù stesso a esortarci a pregare per le vocazioni: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe».

Silvia Gullino

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