ALBA - Hanno parlato con le mani, con la voce e con quello che non si dice.
Venerdì 4 luglio, alla Fondazione Ferrero di Alba, Valerio Berruti e Malika Ayane hanno chiuso More than kids con un incontro che è stato insieme dialogo e spettacolo, sguardo e ascolto, arte e vita.
Ad aprire la serata, i saluti del segretario generale della Fondazione Ferrero, Bartolomeo Salomone.
Poi il palco, condiviso senza fretta da due artisti diversi, ma affini, accompagnati dal musicista e speaker Andrea Vico.
Nell’auditorium gremito – i posti erano esauriti già da giorni – Ayane e Berruti si sono confrontati su ispirazione, linguaggi e possibilità espressive, attraversando insieme le strade dell’immagine e della musica.
«Sono una persona che lavora molto sulla leggerezza - ha detto Malika Ayane - ,quello che ho capito presto è che la mia voce era la mia lingua. Se io parlo non sono chiara come quando canto». E ha cantato. In una versione inedita ed essenziale, accompagnata da Jacopo Bertacco alla chitarra e Andrea Andreoli al trombone, ha reinterpretato alcuni brani che hanno accarezzato il silenzio della sala. «Tante volte smarriamo il senso del piacere del fare arte per la brama di celebrità. Io ho sempre amato fare il mio lavoro, a qualsiasi livello lo facessi».
Berruti ha riportato il racconto a casa, con un aneddoto d’infanzia: «Anche a cinque anni sapevo cosa volevo fare. Non mi piaceva giocare a calcio. Mentre gli altri erano in campo, io stavo in panchina a disegnarli. Un giorno l’allenatore mi disse di entrare a giocare. Gli risposi che preferivo disegnare. E quando mi chiese perché, gli dissi: “Perché quello che fanno loro finisce nel momento stesso in cui smetteranno di giocare. Il mio disegno resterà anche dopo”».
Una riflessione che si è fatta visione, con l’opera Alba, collocata in piazza Michele Ferrero. «Da quando c’è, i ragazzi dicono: troviamoci vicino Alba. Quindi l’opera è diventata un simbolo, ma non per i turisti. Per chi vive la città. Alba, prima di tutto, l’ho pensata per gli albesi. E so che mi sopravviverà».
A chiudere la serata, un brindisi nella sala che si affaccia sul giardino della Fondazione, dove è collocata l'opera Insight (2023).
Ultimi sguardi alle opere, tra chiacchiere basse e sorrisi lenti, di chi non voleva ancora andarsene. Ma More than kids non finisce qui. Dopo Alba, il progetto espositivo proseguirà a Milano, nel cortile e al piano nobile di Palazzo Reale, da luglio a novembre 2025. E tornerà ancora ad Alba, in autunno, con una grande installazione nella Chiesa di San Domenico, promossa dall’Assessorato alla Cultura durante la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba.
Un progetto che non si chiude, ma si trasforma. Come fanno le cose belle, quando non vogliono finire davvero.