Il 2025 sarà ricordato ad Alba come l’anno senza rievocazione storica. Dopo un lungo confronto tra l’amministrazione comunale e la Giostra delle Cento Torri, non è stato trovato un compromesso sostenibile per organizzare l’evento in un contesto diverso da piazza Risorgimento. La scelta è ricaduta su una sfilata animata, prevista a fine settembre. Ma il vuoto lasciato è profondo. A raccontarlo è Paola Marano, presidente del borgo San Martino, vincitore dell’edizione 2024 della rievocazione.
“È una vicenda triste. Sono delusa e amareggiata – racconta Marano – perché per un borgo come il nostro la rievocazione è sempre stata una parte centrale dell’impegno, un momento in cui le energie del gruppo trovavano espressione e coesione. Quest’anno ci troviamo troppo avanti coi tempi per poter improvvisare un’alternativa di pari livello. Non c’erano le condizioni, e lo capisco, ma questo non rende la rinuncia meno dolorosa, anche se le mie parole non vogliono essere in nessun modo polemiche”.
La rievocazione, negli anni, era diventata un laboratorio culturale autentico. “Ogni quadro nasceva da un testo studiato, rielaborato, spesso tratto da fonti medievali complesse. Non si trattava di favole da mettere in scena, ma di racconti da far vivere con dinamismo, coinvolgimento, senso. Tutto costruito da noi, 'borghigiani'. Servono mesi, non giorni. Non ci si rende conto del lavoro che c’è dietro quei dieci minuti in piazza”.
Per il 2025, il programma della Giostra prevede una sfilata animata e l’investitura del Podestà il 27 settembre. “Ci stiamo già riorganizzando – conferma Marano – per dare il massimo anche in quella occasione. Togliamo da una parte, cerchiamo di dare di più dall’altra. Ma ovviamente non è la stessa cosa”.
Il confronto con l’amministrazione ha visto sul tavolo alcune ipotesi: tra queste, lo spostamento della rievocazione in piazza Cagnasso, giudicata da più borghi troppo dispersiva e impegnativa da gestire. “Non tutti hanno la forza di mettere in campo 100 figuranti due giorni consecutivi, il sabato per la rievocazione e la domenica per la sfilata. Non si tratta solo di soldi, ma di energie, disponibilità, risorse umane. Senza contare che in uno spazio ampio come piazza Cagnasso molti borghi si sarebbero dispersi”.
L’assenza della rievocazione colpisce anche sul piano simbolico. “Per noi era un punto di aggregazione fondamentale. Dopo il Covid, la decisione di separare Palio e rievocazione aveva funzionato, dando a entrambi lo spazio giusto. È un peccato vedere che un evento così importante venga accantonato, e dispiace leggere certe interviste in cui ne viene sminuita l’importanza”.
Conclude Marano: “Ci auguriamo che si possa tornare presto a una formula completa, in grado di valorizzare tutte le anime della festa. Perché senza le radici, anche il Palio rischia di perdere la sua anima”.