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Attualità | 21 giugno 2025, 18:00

Studente riammesso alla Maturità dal TAR con riserva: il caso scuote un istituto dell’Albese

Il decreto del Tribunale amministrativo consente la partecipazione alle prove suppletive del 2 e 3 luglio. I docenti: “Abbiamo agito con serietà e trasparenza”

Studente riammesso alla Maturità dal TAR con riserva: il caso scuote un istituto dell’Albese

Un decreto d’urgenza del Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte, emesso martedì 17 giugno, ha consentito a uno studente escluso dall’Esame di Stato di partecipare alle prove suppletive previste per il 2 e 3 luglio. La decisione è arrivata a ridosso dell’inizio degli esami ordinari, avviati mercoledì 18 giugno, e si fonda sui criteri di gravità e urgenza previsti dall’art. 56 del Codice del processo amministrativo.

La vicenda riguarda un istituto tecnico dell’area albese e ha avuto ampia eco anche a livello nazionale. Lo studente, inizialmente non ammesso agli esami, è stato riammesso con riserva grazie a un decreto monocratico del Presidente della Sezione II del TAR, che ha ritenuto opportuno garantire “un congruo termine all’Istituto e allo studente ai fini del corretto svolgimento dell’esame”, scegliendo la sessione suppletiva per motivi organizzativi e procedurali. La discussione di merito sul ricorso avverrà in camera di consiglio collegiale il 9 luglio.

Al centro del ricorso presentato dalla famiglia, con il supporto dei legali, vi è la presunta mancata applicazione del Piano Didattico Personalizzato (PDP). Secondo quanto riportato nel decreto, lo strumento previsto per garantire pari opportunità agli studenti con bisogni educativi specifici “sembra essere stato in parte disatteso”. Oltre al verbale di non ammissione, sono stati impugnati anche altri atti amministrativi, tra cui la pagella finale e il riscontro parziale all’accesso agli atti.

Sulla vicenda è intervenuto un gruppo di lavoratori dell’istituto coinvolto – docenti e personale ATA – con una nota condivisa in forma anonima per ragioni di contesto, ma firmata con il titolo “Anonimi per dovere, uniti per coscienza”. Il comunicato, diffuso nei giorni scorsi, ricostruisce la posizione del corpo docente e sottolinea la complessità della situazione.

“Nelle ultime settimane, l’attenzione dell’opinione pubblica si è concentrata su un caso di mancata ammissione all’Esame di Stato presso un istituto tecnico dell’area albese. A seguito di ricorso, il TAR Piemonte ha emesso un decreto cautelare che consente allo studente la partecipazione con riserva alle prove”, si legge nel testo. “La notizia, ripresa da alcune testate di settore a diffusione nazionale, è stata presentata in modo parziale e fuorviante, con il rischio di ledere la reputazione e la professionalità di molti operatori scolastici.”

Secondo i firmatari, “i Consigli di Classe si sono svolti regolarmente, nel pieno rispetto delle normative vigenti. Le delibere sono state adottate all’unanimità, sulla base di evidenze oggettive, verbalizzate e pubblicate secondo le scadenze previste”. La richiesta di modifica dei verbali sarebbe arrivata dalla Dirigenza solo a verbali già chiusi e protocollati, e questo solleva interrogativi in merito alle modalità procedurali.

“Ogni decisione – prosegue la nota – è maturata in un contesto di confronto consapevole. I docenti hanno agito con serietà, autonomia e senso di responsabilità, rifiutando qualsiasi tipo di condizionamento esterno. È stata condotta un’attenta analisi del percorso scolastico dello studente, con l’obiettivo di valorizzare ogni elemento positivo utile alla valutazione. La decisione assunta risulta pienamente motivata e in linea con i criteri applicati all’intera classe.”

Il comunicato evidenzia inoltre criticità nella gestione interna, con convocazioni straordinarie per la revisione dei verbali svolte “senza congruo preavviso né protocollazione formale, spesso in orari anomali o in sovrapposizione ad altri impegni istituzionali”, generando “disorientamento organizzativo e un clima di crescente tensione”.

A ciò si aggiunge, secondo i firmatari, “una carenza di comunicazione chiara ed efficace, che ha acuito il senso di incertezza tra il personale, in un contesto segnato da interventi unilaterali e decisioni non condivise.”

La conclusione della nota rivendica con forza la correttezza dell’operato del personale scolastico: “La legittimità dei ricorsi va riconosciuta, ma una scuola sana si costruisce con il dialogo, non con dinamiche opache o mediazioni frettolose. Auspichiamo che l’opinione pubblica possa accedere a una narrazione più equa e articolata, e che le istituzioni competenti esercitino con rigore il proprio ruolo di garanzia, affinché la scuola pubblica continui a essere presidio di legalità, inclusione e rispetto.”

redazione

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