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Attualità | 20 giugno 2025, 08:54

Bra, devozione e partecipazione di fede alla festa del Corpus Domini di giovedì 19 giugno [FOTO]

Messa al Santuario della Madonna dei Fiori, processione fino alla chiesa delle Clarisse, benedizione eucaristica e adorazione

Fede, silenzio e devozione hanno accompagnato la tradizionale solennità del Corpus Domini, che è stata celebrata a Bra nella serata di giovedì 19 giugno.

La Santa Messa nel Santuario della Madonna dei Fiori è stata presieduta da don Gilberto Garrone insieme al clero locale, davanti all’assemblea di fedeli, tra cui esponenti dell’amministrazione comunale, il gruppo Alpini e le Confraternite dei Battuti Bianchi e dei Battuti Neri. Tutti raccolti in orazioni di lode e preghiere.

«La prima processione eucaristica è stata quella della Madonna, che portava con sé Gesù nell’incontro con la cugina Elisabetta. Anche noi siamo abitati da Cristo quando portiamo al mondo fiducia, pace e speranza», ha detto nell’omelia il rettore del Santuario, mutuando un insegnamento di papa Benedetto XVI.

Al termine della liturgia, il Santissimo Sacramento è stato portato in ostensione sotto il baldacchino fino alla chiesa del monastero delle Sorelle Clarisse per testimoniare pubblicamente la fede e la centralità di Cristo nella vita della Chiesa e della città.

Preceduta dalle acclamazioni eucaristiche e dall’offerta dell’incenso è stata, quindi, impartita da don Marco Bevione la solenne benedizione a cui ha fatto seguito l’adorazione comunitaria.

Un rito antico, capace di rinnovarsi ogni anno nella partecipazione e nel significato, in cui al centro della celebrazione è stata l’Eucaristia, fonte e culmine della vita ecclesiale, attraverso la quale si sperimenta la comunione tra le varie realtà cittadine per essere davvero attorno al Pane di Vita, un cuor solo e un’anima sola.

Storia del Corpus Domini

Le processioni e le adorazioni celebrate nella solennità del Corpus Domini, manifestano pubblicamente la fede del popolo cristiano in questo Sacramento. In esso la Chiesa trova la sorgente del suo esistere e della sua comunione con Cristo, presente nell’Eucaristia in Corpo, Sangue, Anima e Divinità.

La festa del Corpus Domini (espressione latina che significa Corpo del Signore), più propriamente chiamata solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, è una delle principali ricorrenze della Chiesa cattolica e una delle più sentite a livello popolare.

Vuoi per il suo significato, che richiama la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, vuoi per lo stile della celebrazione. Pressoché in tutte le diocesi, infatti, si accompagna a processioni, rappresentazione visiva di Gesù che percorre le strade dell’uomo.

In Italia si chiama Corpus Domini, nei Paesi di lingua spagnola o inglese Corpus Christi. Denominazione a parte, è la festa che chiude il tempo pasquale e rievoca l’Ultima Cena (Messa in Coena Domini).

La storia delle origini ci porta nel XIII secolo, in Belgio, per la precisione a Liegi. Qui il vescovo assecondò la richiesta di una religiosa che voleva celebrare il Sacramento del Corpo e Sangue di Cristo al di fuori della Settimana Santa. Più precisamente le radici della festa vanno ricercate nella Gallia belga e nelle rivelazioni della beata Giuliana di Retìne. Quest’ultima, priora nel Monastero di Monte Cornelio presso Liegi, nel 1208 ebbe una visione mistica in cui una candida Luna si presentava in ombra da un lato.

Un’immagine che rappresentava la Chiesa del suo tempo, che ancora mancava di una solennità in onore del Santissimo Sacramento. Fu così che il direttore spirituale della beata, il canonico Giovanni di Lausanne, supportato dal giudizio positivo di numerosi teologi, presentò al vescovo Roberto di Thourotte la richiesta di introdurre una festa in onore del Corpus Domini.

Il via libera arrivò nel 1246 con la data della festa fissata per il giovedì dopo l’ottava della Trinità. L’estensione della solennità a tutta la Chiesa però va fatta risalire a papa Urbano IV con la bolla Transiturus de hoc mundo dell’11 agosto 1264.

A convincerlo il miracolo eucaristico di Bolsena, consumatosi l’anno prima: la tradizione racconta che un prete boemo, scettico sulla reale presenza di Gesù nella Comunione, mentre celebrava Messa, al momento di spezzare l’ostia consacrata, vide uscire dalla particola alcune gocce di sangue. Era la testimonianza che quello era davvero il corpo di Cristo.

Nell’estendere la solennità a tutta la chiesa cattolica, il Papa scelse come collocazione il giovedì successivo alla prima domenica dopo Pentecoste (60 giorni dopo Pasqua). Urbano IV incaricò il teologo domenicano Tommaso d’Aquino di comporre l’officio della solennità e della Messa del Corpus et Sanguis Domini.

L’inno principale del Corpus Domini, cantato nella processione e nei Vespri, è il Pange lingua, scritto e pensato da Tommaso d’Aquino. In numerosi Paesi, tra cui dal 1977 l’Italia, la celebrazione è stata tuttavia spostata alla domenica successiva. In molte chiese locali però, tra cui quella braidese, la data è rimasta il giovedì dopo la solennità della Santissima Trinità.

La consuetudine vuole che in occasione della celebrazione del Corpus Domini nella Chiesa si svolgano processioni con l’ostia consacrata custodita in un ostensorio protetto da un baldacchino. È l’unica processione dell’anno liturgico ad essere di precetto, secondo il diritto canonico.

Silvia Gullino

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