D’altro canto, l’Italia è tra i paesi più onerosi dal punto di vista fiscale, ma spesso non ci si sofferma su come esso venga distribuito. La distribuzione del carico fiscale in Italia è un tema centrale nel dibattito economico e sociale. Ed essere consapevoli di quali siano i soggetti che contribuiscono maggiormente alle entrate dello Stato, è fondamentale per valutare l’efficienza ed equità del nostro sistema tributario.
La pressione fiscale in Italia: quali sono le categorie che contribuiscono maggiormente al sostentamento del sistema
Volgendo lo sguardo ai dati più recenti, si nota come la pressione fiscale in Italia sia aumentata dell’1,2%, raggiungendo il 42,6% al termine del 2024. Questo aumento è ascrivibile ad un aumento delle entrate fiscali superiore a quella del PIL nominale, con un beneficio per le casse dell’erario di oltre 26 miliardi in più rispetto al 2023.
Ma quali sono i soggetti che contribuiscono maggiormente ad alimentare le casse statali? Per capirlo, va fatta una doverosa premessa. Il sistema fiscale italiano si basa principalmente sull IRPEF (imposta sul Reddito delle Persone Fisiche), che rappresenta una delle principali fonti di entrata dello stato. Tuttavia, la distribuzione del carico fiscale tra i contribuenti è fortemente disomogenea.
Oltre l’80% del gettito IRPEF, infatti, proviene dai redditi da lavoro dipendente e da pensione. Un dato che, meglio d’altri, testimonia come queste categorie siano le principali contribuenti in termini assoluti. I lavoratori autonomi e liberi professionisti, pur rappresentando una quota significativa del tessuto produttivo italiano, contribuiscono in misura minore al gettito IRPEF: meno del 10% del gettito IRPEF deriva dai redditi da lavoro autonomo.
Da un’analisi dettagliata delle dichiarazioni dei redditi, inoltre, si evince che solo una piccola percentuale di contribuenti sostiene la maggior parte del carico fiscale. In particolare, il 15% dei contribuenti con redditi superiori a 35000 €uro annui paga il 63% dell’IRPEF totale. Questo dato testimonia come il sistema fiscale italiano presenti una forte progressività, dove le fasce di reddito più elevate contribuiscono in misura significativamente maggiore rispetto alle fasce più basse.
Disparità e criticità del sistema fiscale italiano e come pagare meno tasse legalmente
Scendendo maggiormente nel dettaglio, l’IRPEF è strutturata in scaglioni di reddito con aliquote crescenti, che lo scorso anno sono state semplificate in tre livelli: 28% per redditi fino a €.28.000,00; 35% per i redditi da €. 28.000,00 a €. 50.000,00; 43% oltre €. 50.000,00. La struttura attualmente in essere mira a garantire una certa progressività, ma l’effettiva efficienza ed equità del sistema è influenzata da deduzioni, detrazioni e altre agevolazioni fiscali.
Non mancano, come noto ai più, elementi di criticità all’interno del sistema fiscale italiano. La più atavica ed evidente è l’evasione fiscale, autentico fardello che zavorra il nostro paese. Una parte significativa dell’economia sommersa sfugge alla tassazione, riducendo le entrate dello stato e aumentando il carico fiscale sui contribuenti onesti.
Anche il sistema delle deduzioni e detrazioni, pur rappresentando un’opportunità, possono creare potenziali disparità tra contribuenti con redditi simili ma situazioni familiari o lavorative diverse. Le fasce di reddito medio-alto, inoltre, spesso non riescono a beneficiare di molte agevolazioni, trovandosi costrette a sostenere un carico fiscale proporzionalmente elevato.
In un simile contesto, molti contribuenti cercano modi legali per ottimizzare la propria situazione fiscale, pensando a come pagare meno tasse in modo legale e trasparente. Una strategia molto diffusa è la pianificazione fiscale, che consente di pianificare le proprie entrate e uscite in modo da sfruttare al meglio le detrazioni e deduzioni disponibili. E’ altresì importante optare per la scelta del regime fiscale maggiormente confacente alle proprie esigenze, valutando - come nel caso dei liberi professionisti - se prediligere il sistema ordinario o forfettario.
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