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Economia | 15 maggio 2025, 11:24

Incendio ad altoforno di Taranto ferma metà della forza lavoro all’ex Ilva di Racconigi: la protesta dei lavoratori

In cassa integrazione 45 addetti. Oggi un primo presidio per chiedere alla Regione e al Governo l’attivazione di un tavolo di confronto

Incendio ad altoforno di Taranto ferma metà della forza lavoro all’ex Ilva di Racconigi: la protesta dei lavoratori

Un primo presidio convocato all’ingresso dell’azienda alle ore 13.30 di oggi, giovedì 15 maggio. E’ l’iniziativa annunciata dalla Fiom Cgil presso lo stabilimento di Acciaierie d’Italia (Adi) a Racconigi. Una protesta contro la decisione dell’azienda di ricorrere alla cassa integrazione in conseguenza dell’incendio che lo scorso 7 maggio ha danneggiato l’altoforno 1 presso gli impianti ex Ilva di Taranto.

Secondo quanto emerso da un confronto tenuto nei giorni scorsi col ministro del Made in Italy Adolfo Urso, la decisione dell’azienda ha portato al fermo di 3.924 addetti: Taranto avrà 3.538 cassaintegrati, Genova 178, Novi Ligure 163 e Racconigi 45.

Nel caso cuneese si tratta del 52% della forza lavoro. Se non ci saranno cambiamenti in senso positivo rispetto ai tempi di riavvio dell’altoforno si dovrà peraltro valutare una cassa straordinaria più ampia – hanno aggiunto durante lo stesso incontro i rappresentanti di Adi.

A rischio anche i piani di rilancio dell’azienda, mentre si fanno fosche le prospettive della trattativa in corso per la vendita con gli azeri di Baku Steel.

"Siamo di fronte a un elemento che non è per nulla una novità – dice Domenico Calabrese, della segreteria provinciale Fiom Cgil –: quando si parla di ex Ilva si fa sempre fatica a capire da dove le problematiche arrivino, ma quello che è chiaro sin da subito è che a pagarne il prezzo in modo pesante sono sempre i lavoratori. Quello che dovrebbe essere evidente è che il fermo di un forno a Taranto non può determinare automaticamente l’adozione della cassa integrazione a Racconigi, per numeri dei quali non si capisce la ratio. In una situazione come questa occorre che il presidente della Regione Alberto Cirio convochi un tavolo urgente per il Piemonte e che il Governo si metta al tavolo per capire come si salva il più grande gruppo italiano del siderurgico".

Anche da queste considerazioni l’iniziativa del presidio, arrivata dopo che un incontro tenuto questa mattina coi vertici locali dell’azienda non ha dato i risultati che i rappresentanti dei lavoratori auspicano, comunicata al sindaco di Racconigi Valerio Oderda e che intende chiedere alla Regione che si attivi immediatamente un confronto per arrivare ad avere un tavolo nazionale.

Ezio Massucco

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