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Sport | 15 aprile 2025, 15:03

L'EDITORIALE: il Puma retrocede in B1 dopo 9 stagioni…Un finale evitabile?

La Bam Mondovì, dopo 9 anni trascorsi in A2, retrocede in B1. La nostra analisi sulla stagione del Puma. Questo triste epilogo era evitabile?

La Bam Mondovì con i propri tifosi festanti in casa dell'Albese Como (foto Cristiano Silvestri)

La Bam Mondovì con i propri tifosi festanti in casa dell'Albese Como (foto Cristiano Silvestri)

VOLLEY: E’ sempre difficile commentare una retrocessione, ma abbiamo il dovere di farlo, nella certezza che dietro una sconfitta, dietro una caduta si possa trovare comunque lo spunto per migliorarsi e tornare a scrivere pagine ancora più entusiasmanti di quelle già vissute. Da dove cominciare? Innanzitutto dalla domanda se la retrocessione in B1 della BAM Mondovì fosse evitabile. La risposta a mio avviso è “si”, ma è doveroso fare alcune premesse. Innanzitutto non possiamo ignorare che il mondo della pallavolo femminile negli ultimi anni ha subito un radicale cambiamento. Alcuni anni addietro un campionato di serie A2 richiedeva uno sforzo economico minore. 

Oggi, invece, i costi sono lievitati, così come le cifre per gli ingaggi delle giocatrici. La sola introduzione del video-check ha rappresentato una spesa importante, così come lo sarà nella prossima stagione l’obbligo di dotarsi di almeno 8 metri lineari di led luminosi da apporre a bordo campo. La serie A2 è cresciuta e a crescere è stato anche l’impegno economico. Fattore, quest’ultimo, con effetti meno gravosi per le società che hanno le cosiddette spalle coperte, quelle con al suo apice un presidente, o patron che dir si voglia, in grado di mettere all’occorrenza mano al portafogli. Nell’ultimo decennio questa non è stata la realtà del Mondovì, dove l’energico volano era rappresentato dallo spirito d’iniziativa di un gruppo di “appassionati sognatori”, dotati anche di una apprezzabile competenza tecnica e che avevano ricevuto il testimone dal compianto e indimenticato presidente Walter Turco. 

Sognatori supportati da sponsor locali che hanno contribuito in maniera più o meno importante a scrivere grandi pagine sportive. La Lpm Bam Mondovì di allora, capace di conquistare l’accesso a tre finali di coppa Italia di A2 e a una finale play-off, giungendo di fatto a tre piccolissimi punti dalla serie A1, era caratterizzata da un aspetto che possiamo definire “familiare”. Quella società era gruppo, era unione, era fiducia. Aspetti, o meglio virtù percepite e assimilate anche dalla gente, dai tifosi, tanto da creare un incredibile feeling. Non che oggi questi valori siano scomparsi, ma probabilmente appaiono leggermente assopiti, intiepiditi da una stagione contraddistinta da risultati a dir poco deludenti. I grandi cambiamenti societari della scorsa primavera/estate sono giunti in fretta e tutti insieme nella stagione più difficile. Che si fosse chiuso un ciclo lo avevamo capito tutti, ma c’era comunque la speranza di aprirne uno nuovo già nel segno della positività. 

Ma torniamo alla domanda iniziale: si poteva evitare questa retrocessione? Probabilmente si. Alla base di questo risultato sportivo ci sono stati alcuni errori tecnici di valutazione. Quelli che dovevano essere i "perni" della squadra si sono rivelati degli autentici flop. Se le tante e giustificate “scommesse” rappresentate da giocatrici giovani fossero state affiancate da un paio di elementi di maggiore esperienza e qualità, oggi probabilmente staremmo parlando di qualcosa di ben diverso. Con un budget non di prima fascia e con un mercato “impazzito” non si potevano fare miracoli, questo è chiaro, ma qualcosina in più direi proprio di si. L’altro errore determinante è stato quello di avere avuto poca lungimiranza, di non essersi resi conto in tempo che alcuni correttivi andavano fatti rapidamente per cercare di rimettere in carreggiata una stagione partita già all’insegna di tante sconfitte. C’è stata tanta, forse troppa fiducia che questa squadra potesse svoltare e cambiare marcia. 

I tentativi di rinforzare la squadra in verità ci sono stati, anche se a nostro avviso sono giunti con eccessivo ritardo. Purtroppo anche quelle giocatrici che sembravano a un passo dall’arrivo nei panni di “salvatrici della patria” hanno detto no a una “mission” considerata impossibile vista la situazione in classifica, o hanno incontrato il rifiuto dei presidenti delle squadre di appartenenza. L’unica ad approdare in casa Puma a gennaio inoltrato è stata una schiacciatrice canadese tecnicamente interessante, ma non per questo catalogabile come una fuoriclasse. Insomma, riassumendo possiamo dire che dietro questa retrocessione ci sono due fattori predominanti: il budget diventato poco adeguato all’attuale campionato di serie A2 e alcuni errori di valutazione nella costruzione del roster. Errori commessi sempre in buona fede, da chi ha scommesso ad occhi chiusi sul talento e sul futuro delle attuali pumine. 

E ora? Adesso inizia la fase più complicata, quella della “ricostruzione”. Occorrerà tirare le somme di un mezzo fallimento sportivo e cercare di rialzarsi dopo una rovinosa caduta. D’altronde lo sport è anche questo. La buona notizia è che all’interno dell’attuale società ci sono persone e professionalità in grado di garantire un futuro alla pallavolo femminile monregalese. A loro spetta un duro compito, una grande sfida, quella di far tornare i colori rossoblù su palcoscenici importanti. C’è ancora la speranza di un ripescaggio, ma occorrerà verificare la presenza delle condizioni economiche per affrontare un campionato di serie A2, senza gli affanni e le sofferenze come quelle patite in questa stagione. Altrimenti si ripartirà dalla B1, ipotesi molto più concreta, con un nuovo progetto, che non sarà comunque quello di “vivacchiare” nella terza serie nazionale. 

Buona vita Puma e grazie per le tante emozioni che hai saputo regalare in questi 9 anni di serie A2. Le tue gesta hanno consentito anche a noi cronisti di raccontare partite indimenticabili e di trasmettere emozioni ai nostri lettori. Ora, però, caro Puma, leccati in fretta le ferite e prova a rimetterti in sesto. Riparti da due certezze: quella rappresentata dal prezioso e generoso apporto dei tanti volontari che da anni ti sono accanto e, non da meno, riparti dal calore dei tuoi tifosi, impareggiabili, orgogliosi e pronti a raggiungere ogni angolo dell’Italia per incoraggiarti e trascinarti alla vittoria. Loro non retrocederanno mai. Rialzati Puma…ti aspettiamo ancora in serie A!

Matteo La Viola

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